Negli ultimi due giorni ho assistito in silenzio a uno spettacolo indecoroso da parte dell’opposizione sulla questione “annullamento della mostra su Gauguin”. Non è mancata l’abituale dose di finezza argomentativa: ho letto che siamo dilettanti, incapaci, pagliacci, cioccolatai, che ci dobbiamo vergognare, eccetera. Adesso, se è concesso, dico qualcosa io.
Posto che dal comunicato stampa degli organizzatori emerge in modo solare che il Comune non ha alcuna responsabilità per l’annullamento della mostra, passo subito al merito in tre punti.
1) È falsa l’affermazione per la quale non sarebbe stata intrapresa alcuna attività di promozione dell’evento. Come ci comunicano gli organizzatori, al contrario, le attività sono state molte: già effettuato un ciclo di affissioni a Milano, già programmato un secondo ciclo a partire dal 15 gennaio; già attive convenzioni con Life Gate, Touring Club, Università di Pavia, Bennet; già effettuata (nei miei uffici, peraltro) conferenza stampa di presentazione dell’evento e già diramato comunicato stampa ufficiale con, di conseguenza, numerosissime uscite sulla stampa locale e su testate web; già pronto opuscolo di presentazione della mostra da distribuire con la testata “Il Giorno” su larghissima scala; già pronto piano di affissioni per Pavia, non ancora uscito per legittime scelte dell’organizzatore sul timing delle stesse che è stato tarato sui giorni a ridosso della mostra (esattamente come gli altri anni, mi dicono). Non mancava infine un media plan che avrebbe previsto attività anche su Piacenza, Lodi, Abbiategrasso, Genova, Voghera.
2) È altrettanto falso che il Comune non avesse pianificato alcunché per l’evento. Già in estate avevamo allocato con l’Associazione Pavia città internazionale dei saperi una parte della sponsorizzazione 2014 di UBI Banca per sostenere la promozione: verosimilmente l’avremmo dedicata all’opuscolo di cui al punto 1 (a questo era stata per l’appunto aggiunta una parte specifica dedicata alla promozione di Pavia), senza dimenticare i tradizionali gonfaloni dei Musei civici in giro per la città; avevamo concluso accordi innovativi per l’allestimento: per la prima volta, infatti, questo sarebbe in parte rimasto in dotazione alle Scuderie del Castello; avevamo promosso un positivo lavoro di rete con le associazioni di commercianti e albergatori che avrebbe permesso ancora per la prima volta la vendita online di pacchetti turistici combinati mostra/ristorazione/soggiorno; stavamo infine pianificando un grande momento pubblico di lancio dell’evento e avevamo pensato anche a come coinvolgere le scuole sulle attività didattiche della mostra.
Abbiamo quindi lavorato molto e spero bene per questo evento e ci dispiace che tutto questo sia stato vanificato per fatti al di fuori del nostro controllo; il tutto nella distinzione, per noi mai equivoca, tra soggetto che organizza e promuove (ed investe), ViDi srl, ed Ente che ospita, noi. Tutte queste cose, peraltro, le avrei volentieri condivise con gli esponenti dell’opposizione se una sola volta in tutti questi mesi uno di loro si fosse interessato di chiedermi come procedeva il lavoro sulla mostra. Le loro affermazioni sono dunque, delle due l’una, un caso di grave disinformazione o di grave malafede; mi auguro si tratti della prima, che comunque è una pessima cosa per degli amministratori pubblici.
3) È vero infine che a novembre non sapevamo dell’indagine francese, ma questo perché come ovvio il Comune di Pavia non ha alcun titolo per essere informato dei procedimenti penali che si intraprendono in Francia. Abbiamo saputo soltanto quando questo fatto ha avuto una ripercussione concreta sulla mostra che dovevamo ospitare. In particolare, preciso, lo abbiamo saputo dalla società ViDi e non dalle autorità francesi, perché il contratto per il prestito delle opere intercorre tra la società organizzatrice e il soggetto prestante e non riguarda in alcun modo l’Ente ospitante.
Penso sia tutto e spero sia tutto chiaro; a breve (lunedì) daremo informazioni sul nuovo progetto che ViDi ci ha proposto per il Castello e che abbiamo iniziato ad analizzare già nella Giunta di ieri. Siamo già al lavoro, insomma. Mi scuso con tutti voi per la lunghezza di questo post, ma un momento di verità dopo tanto chiasso era a mio parere necessario.
Pavia, 16 gennaio 2015 – tratto da Facebook, profilo di Giacomo Galazzo