Qualche settimana fa ho avuto il piacere di parlare con Alessio De Santis degli A Day in LA, gruppo nato nel 2014 e in procinto di pubblicare un full-lenght. Mi siedo al PC sapendo di dover intervistare un membro di un gruppo molto particolare che, di primo acchitto, potrebbe sembrare vicino all’easy-pop, ma con un ascolto più attento…
Spirito Giovane «…ho sentito influenze anche più metallare! Mi risulta difficile definire in breve il vostro genere; quindi la domanda è: come vi definite? Chi ha portato quale influenza nella band?»
Alessio De Santis «[ride, ndr] In realtà, anche se è una fusione di generi, paradossalmente tutti e tre abbiamo portato le stesse cose all’interno e abbiamo avuto idee molto chiare sin dall’inizio. Io, Evee [Vocals, ndr] e Rick [Drums, Backing vocals, ndr] abbiamo fatto parte di band metal in passato ma nell’ultimo periodo della nostra carriera avevamo voglia di qualcosa di più easy, fresco, punk rock… quando ci siamo incontrati in realtà l’idea era già chiara per tutti noi!
Easy pop sicuramente, ma con elementi elettronici, qualcosa di core: ci piace l’effetto shock che provoca l’ascolto dei nostri pezzi… perché, come avrai notato, quando ci ascolti ti chiedi proprio cosa stai ascoltando! [ride, ndr] Non c’è un confine netto, forse sono proprio i confini che distruggono l’originalità artistica. Preferiamo sperimentare e vedere quale sia l’impatto sull’ascoltatore che, magari, dietro all’apparenza più superficiale della traccia vede anche sonorità provenienti da altri generi, sonorità come quella del metal core – proprio come è capitato a te!»
Spirito Giovane «Quindi, a quando risale l’idea degli A Day in LA?»
Alessio «Ci siamo “trovati” e “formati” nel 2014!»
Spirito Giovane «Quindi un anno e mezzo di tempo circa tra la vostra formazione e il primo singolo… fantastico! Com’è stato quest’anno di gestazione?»
Alessio «E’ stato un lungo percorso! L’idea iniziale era quella di avere più elementi, oltre al trio attuale, ma non abbiamo trovato quell’alchimia che noi sentivamo di avere già, nonostante numerose prove con altri chitarristi, bassisti, musicisti… Così, dopo qualche frustrazione, ci siamo resi conto che il nucleo creativo eravamo noi e che la tecnologia ci permetteva di intraprendere il nostro percorso artistico senza dover aggiungere nessun altro membro nella band .
Per questo motivo, dopo la scelta di rimanere un trio, siamo subito partiti con la composizione e a fine 2014 eravamo giù sul palco. Il singolo, Last Summer, è arrivato dopo perché, “come farlo”, “con chi farlo”, “chi te lo produce”,ecc è un processo lungo e complesso, c’è bisogno di tempo per arrivare a dei risultati concreti. Abbiamo cercato di fare tutto al massimo livello possibile e questo ha rallentato forse un po’ la produzione, ma ha giovato in qualità e ci ha dato modo di incontrare Francesco Catitti, un nome noto nel mondo del pop e dell’alternative italiano, che ha curato il mix e il mastering del singolo e che sarà sicuramente il produttore del disco.
Spirito Giovane «Quindi singolo nel 2015… album nel 2016?»
Alessio «Esatto! Siamo in realtà agli sgoccioli, l’album è registrato e finito. Stiamo discutendo ancora l’ambito produttivo più stretto, cioè quando e come pubblicarlo, valutando tutti gli accordi e ripulendo bene i brani. Siamo molto accurati, vogliamo limare e curare ogni dettaglio. Ci sarà inoltre un nuovo singolo»
Spirito Giovane «Com’è stato girare il video di “Last Summer”, da dove è nata l’idea e cosa vuole trasmettere, anche in aggiunta alla canzone?»
Alessio «L’idea di Last Summer è quella di trasmettere l’energia che abbiamo sul palco. Abbiamo visto che nei live il pezzo funziona: la gente balla e si diverte. Questo doveva apparire anche nel video. Non abbiamo dunque fatto nient’altro che prendere le persone che stavano sotto al palco a ballare e… renderle protagoniste del nostro video! Noi che suoniamo per il nostro pubblico e loro che colgono l’energia e si muovono insieme a noi: ci piace far vedere l’impatto della nostra musica attraverso il video di Last Summer. E anche la scelta del posto, il basement di un edificio, è stato appositamente svuotato di tutto eccetto che del cuore della nostra musica: noi e il pubblico»
Spirito Giovane «Come procede e com’è stata invece la registrazione dell’album?»
Alessio «In realtà siamo stati molto autonomi: io faccio anche il tecnico del suono, quindi abbiamo potuto registrare nel mio studio, la ricerca è stata sempre volta a perfezionare le tracce per farle collimare col nostro ideale. Mi ricordo di un pezzo, “DayDreamer”, che aveva già un ritornello funzionale; però mentre stavamo registrando abbiamo improvvisato nuove melodie, abbiamo aggiunto dei cori… e ci siamo illuminati! Diciamo che siamo entrati con le tracce e l’idea delle atmosfere e del taglio, ma qualcosa sicuramente è cambiato in corso d’opera»
Spirito Giovane «Canto, batteria, chitarra – la componente elettronica, che è molto forte, come l’avete curata?»
Alessio «All’inizio è stato un po’ complesso, però essendo io l’arrangiatore iniziale dei pezzi, mi viene naturale arrangiare anche la parte elettronica. Mi vengono anche delle idee e quando accade prendo le tastiere, suono, incido – è stato tutto molto naturale in fase di produzione! Per quanto riguarda il live abbiamo optato per le campionature, suonando con metronomo e basi da mixer nell’impianto. Questo non significa che in futuro sul palco non potranno esserci un secondo chitarrista o un bassista – ma il nucleo creativo saremo sempre noi»
Spirito Giovane «Se non sbaglio il vostro obiettivo, cioè far saltare e divertire il pubblico, significa fare tanti live. Com’è il panorama italiano dei locali per band emergenti come la vostra?»
Alessio «Complessa. Abbiamo esplorato l’hinterland romano; siamo tutti della zona anche se io provengo dalla Sabina da dove per suonare è obbligatorio spostarsi nella capitale, dove ci sono tanti locali, ma pochissimi per fare musica dal vivo, molti eventi organizzati, ma pochissimi remunerati. Conoscevamo già questo mondo grazie alle esperienze precedenti, quindi ci siamo inseriti soltanto in quegli ambienti utili per il nostro percorso, scegliendo band affini che potessero smuovere un pubblico in maniera sinergica a noi – evitando quindi accozzaglie con band di generi molto differenti! Abbiamo fatto parecchi live, nonostante il mercato spesso saturo dove è difficile indirizzare la gente che si ritrova con tantissime proposte per la stessa sera. Però dai, alla fine ci si prova comunque a tirarne fuori qualcuno da casa!
Spirito Giovane «Date confermate che puoi spifferarci?»
Alessio «Purtroppo ancora nessuna, ma potete seguirci sulla nostra pagina Facebook per rimanere aggiornati, sicuramente lì annunceremo ogni futura data».
Saluto e ringrazio Alessio per il tempo dedicatoci e rimango ancora un poco ad ascoltare il loro singolo: ad ogni ascolto saltano fuori nel background molte delle influenze di cui abbiamo parlato. Chissà, magari anche i miei lettori rileggendo le mie interviste a posteriori noteranno cose che ora sfuggono anche a me.
Alla prossima, lettori!
Spirito Giovane