FUGA DI CERVELLI: PARTIRE O RESTARE?

«Da qua se ne vanno tutti» canta il rapper pugliese Caparezza nel brano “Goodbye Malinconia”, in riferimento a quella che è la fuga di massa dall’Italia in corso negli ultimi tempi. La fuga dei cervelli è un fenomeno fisiologico che caratterizza il “Belpaese” da almeno dieci anni. Esso è connaturato alla forte globalizzazione che ha azzerato le distanze e che ha spinto molti giovani a sbarcare il lunario all’estero, attratti da posizioni adatte alle proprie capacità, con migliori prospettive per fare carriera. Un’esperienza all’estero fornisce sempre un valore aggiunto al curriculum, e chi parte rientra con molte difficoltà, perché spesso rimanere significa scontrarsi con la precarietà e con ricorsi di bandi corrotti. 

Un tempo si partiva alla volta del Nord più sviluppato del Sud; oggi questa favola è finita perché l’incertezza economica è ovunque. Ed è così che dall’Italia partono ogni anno migliaia di studenti e laureati, portando con sé l’ottimismo, la gestualità, una buona preparazione generalista e un forte orgoglio nazionale: insomma caratteristiche proprie di noi italiani. Il nostro si presenta come un paese in cui non c’è ricambio generazionale e dove molti ragazzi preferiscono emigrare. Ma andar via non è così semplice, l’altrove è una scoperta dura e ci vuole lo stesso coraggio sia a partire che a rimanere. 

Vivere nella propria terra non è un valore assoluto e ho sempre pensato che il posto dove siamo nati e cresciuti non è necessariamente quello dove resteremo per il resto della nostra esistenza. Ma non possiamo lasciare il nostro paese e quello che abbiamo tanto desiderato solo per rassegnazione, perché sarà occupato da chi abbiamo a lungo combattuto. I giovani dovrebbero smettere di sottostare alle cattive abitudini di chi vuol rimanere al comando di un paese corrotto, che rende lecito ciò che è sempre stato proibito. Bisogna opporsi a quei docenti che per un umore incostante non ci trattano con il giusto rispetto e rifiutarsi all’idea di farsi fottere da una classe di vecchi al potere.

Sarebbe molto bello se la gente andasse via solo per spirito d’avventura. Ma la realtà è un’altra; noi siamo il futuro e se vogliamo vedere un cambiamento dobbiamo rimanere e prenderci quello per cui abbiamo tanto lavorato.

alessia laterza

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