La Sicilia si è ribellata, finalmente. Per sei lunghi giorni il blocco dei Tir imposto dai due principali movimenti di protesta congiunti, Forza d’Urto e i Forconi, appoggiati dall’AIAS (associazione autotrasportatori), ha paralizzato le principali arterie di collegamento dell’isola, creando non pochi disagi ai lavoratori di ogni categoria, a causa della mancanza di carburante ed alla rete di distribuzione dei beni di prima necessità. Il motivo della protesta è stato l’ennesimo aumento dei prezzi dei carburanti. Agricoltori e autotrasportatori si sono trovati così d’accordo nell’imputare ai governi nazionale e regionale una cattiva conduzione delle politiche che dovrebbero incentivare e sostenere l’economia della Sicilia, in particolar modo in materia di accise. «Siamo sull’orlo del fallimento, servono interventi di sostegno», hanno denunciato. «Non è lo sciopero di una categoria, ma la rivoluzione di un popolo!».
I Forconi, movimento che sin dal suo esordio si è dichiarato apartitico è costituito da un’associazione di agricoltori, artigiani, allevatori e pastori; essi intendono dare un respiro più ampio alla loro protesta che concepiscono come una vera a propria rivoluzione culturale in grado di sensibilizzare l’opinione pubblica sul malgoverno che da anni promette interventi volti ad evitare il fallimento delle imprese siciliane agricole o di autotrasporto. Martino Morsello, che ne è stato il leader carismatico fino ad oggi, ha dichiarato: «Questa classe politica deve andare a casa, tutta senza distinzioni». I dimostranti, insoddisfatti dall’esito dell’incontro con alcuni deputati dell’Assemblea regionale siciliana, hanno chiesto la defiscalizzazione dei carburanti e l’applicazione dell’articolo 37 dello Statuto Siciliano che prevede di trattenere nell’Isola le imposte sulle imprese che, pur avendo sede centrale fuori dal territorio della regione, hanno in essa stabilimenti e impianti.
I Forconi si sono spinti oltre, immaginando di trasformare l’isola in zona franca con l’adozione, addirittura, di una moneta siciliana. «Il popolo pretende risposte precise per lo sviluppo socio-economico e occupazionale dell’isola» ha aggiunto in uno dei suoi discorsi Morsello. Tuttavia, i fondatori del movimento di protesta ed amministratori del gruppo creato su Facebook, Mariano Ferro e Giuseppe Scarlata, pare abbiano ultimamente iniziato a prendere le distanze da Morsello, accusato di non aver smentito le voci che per giorni hanno girato sul web che lo hanno accostato a Forza Nuova.
Sia le accuse di appartenenza politica che quelle di connivenza mafiosa, mosse queste ultime dal Presidente di Confindustria Ivan Lo Bello, sono state smentite a gran voce, invece, da Ferro nei post della pagina ufficiale del gruppo su Facebook: «Se Lo Bello ritiene che all’interno del nostro movimento vi siano dei mafiosi, lo prego di recarsi in Procura e di fare nomi e cognomi». Intanto in Sicilia la protesta è sospesa, ma si procede alla conta dei danni stimati tra i 300 e i 500 milioni di euro. Tolti i blocchi, la situazione sta lentamente tornando alla normalità, ma si sono formate code chilometriche davanti ai distributori di carburante e sono stati presi d’assalto i supermercati che hanno ormai esaurito alcune tipologie di generi alimentari. I Forconi si sono così divisi tra chi vorrebbe protestare ad oltranza e chi, invece, auspica un dialogo costruttivo col governo regionale e soprattutto con quello nazionale.
Oggi Mariano Ferro è a Roma al seguito di Raffaele Lombardo, presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana, che sarà accolto a Palazzo Chigi dal premier Mario Monti per farsi portavoce delle istanze dei protestanti. E c’è già chi dal popolo manifesta il suo dissenso per questo repentino cambio di programma. In un primo momento, infatti, il movimento dei Forconi aveva promosso la partecipazione di gruppi di cittadini, nati in seno alla popolazione per dare forza e sostegno alle categorie fautrici della rivolta, al suddetto incontro tra Monti e Lombardo. Ora, al contrario, lo stesso Ferro, ha fatto sapere che è in dubbio la partecipazione del popolo.
Non rimane che attendere ed augurare a Ferro di sapersi fare veicolo delle richieste di tutti coloro che rappresenta ponendosi come tramite tra le istituzioni nazionali ed i nostri rappresentanti locali. Ai Forconi va riconosciuto il merito di aver risollevato le coscienze dei rappresentanti di categoria… e di tutti i siciliani.
Ad maiora. Speriamo.
manuela russo