IL CASO PUNTA EST

in una città universitaria servono residenze universitarie o abitazione signorili?

Da diversi mesi tiene banco il caso Punta Est. Tiene banco la realizzazione di abitazioni signorili al posto di residenze universitarie. Il Piano Regolatore Generale ha vincolato quest’area, posizionata in Via Vallone nelle immediate vicinanze della Cascina Scova, alla destinazione d’uso di residenze universitarie dove per residenze universitarie si possono intendere sia i collegi sia gli istituti/attività di ricerca. È del tutto evidente che in una città universitaria quale è Pavia l’incremento delle aree destinate a queste strutture è sicuramente non solo un’opportunità da cogliere, ma un’esigenza soprattutto se trattasi di aumentare la capacità di accoglienza di studenti.

Quel che invece si è venuto a determinare con il permesso di costruire rilasciato dal Comune di Pavia è un cambio di destinazione d’uso dove quel che era residenze universitarie diviene per la quasi totalità abitazioni signorili. Dalle campagne pubblicitarie della proprietà emergeva, infatti, che sarebbero state messe in vendita “abitazioni signorili”.

Questo caso sollevato a partire dal 3 Luglio con una istant question a firma dei consiglieri comunali PD Fabio Castagna e Matteo Pezza si è sviluppato nell’ambito di diverse riunioni della Commissione comunale Gestione del Territorio ed è stato interessato da un esposto alla Procura della Repubblica promosso da Insieme per Pavia da cui sono scaturite le relative indagini giudiziarie, l’acquisizione degli atti nonché alcuni interrogatori.

Il Comune di Pavia ha preso in considerazione l’annullamento dell’autorizzazione e da questo punto di vista la determinazione definitiva avverrà entro il mese di marzo. Quel che emerge è che qualora si fossero realizzate o si realizzassero abitazioni signorili questo intervento edilizio non pagherebbe i relativi oneri di urbanizzazione poiché l’Amministrazione Comunale guidata da Alessandro Cattaneo e la proprietà hanno sostenuto che la presenza di un laboratorio all’interno dell’area piuttosto che il cantiere garantirebbero una destinazione d’uso in linea con il P.R.G.. In questo caso sono circolate valutazioni per mancati introiti alle casse comunali per circa 300.000 Euro.

Questo però non è l’unico aspetto e non è nemmeno, al di là delle apparenze, l’aspetto principale. L’aspetto principale è il venir meno di qualsivoglia principio di regolamentazione del consumo di territorio nonché la possibilità che si configuri una disparità di trattamento rispetto ad altri operatori economici. Senza contare poi la riduzione delle aree da destinare all’ampliamento delle residenze universitarie.

Qualcuno ha osservato che la presenza di edilizia universitaria nelle periferia Est di Pavia è sicuramente poco opportuna perché troppo decentrata. Da questo punto di vista occorre rilevare che date le dimensioni di Pavia (poco più di 70.000 abitanti) la dislocazione periferica non costituisce un grosso handicap soprattutto se in presenza di una rete di trasporti urbani che collega la periferia al resto della città. A tal proposito proprio nella periferia Est e Nord Est sono già collocati due collegi per studenti universitari: l’Onaosi in zona Montebolone/Bivio Vela ed il Collegio Griziotti in zona Cassinetto.

La logica conclusione di questa vicenda è che a Pavia servono più strutture universitarie e le aree ad esse destinate non devono essere sostituite da “abitazioni signorili”.

 

fabio castagna

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