Tra masturbation e puttanelle: abbiamo intervistato Doctor Clapis

doctor clapis

«Quando rispondo al telefono faccio sempre la voce da marocchino» sono state le primissime parole che abbiamo udito di Federico, il Doctor Clapis, giovane milanese che si è fatto strada con la sua musica dai toni irriverenti fino a scalare le vette di youtube. Parlando di masturbazione, di razzismo (cercando di svuotare di significato la parola “negro”), di storpi e di puttanelle, oltre a realizzare un feat addirittura con Peter Griffin. Costantemente con due piedi in due scarpe, tra comicità che solo a primo acchito può sembrare becera, ma che in realtà è pregna di significati sociali e interpretazioni dei comportamenti quotidiani secondo una chiave a tratti stonata, ma comunque del tutto originale e accattivante, anche le due chiacchiere che ci siamo scambiati con lui hanno confermato la genuinità e creatività profonda del personaggio. Ecco a voi la nostra intervista a Doctor Clapis per UAU magazine.

 Innanzitutto, che risultati ha dato fino al momento la House Comedy Music, casa discografica da te fondata?

«Sta andando molto bene e questo progetto mi ha portato addirittura a raggiungere il primo posto trai video musicali di youtube con il mio ultimo singolo, “Puttanella of Duty”, che con mia grandissima sorpresa ha suscitato delle polemiche scandalose. Io cerco di fare un video provocatore e uno un poco meno e questo in teoria sarebbe dovuto essere quello più leggero. Ho concepito uno scontro tra il l’universo del make up e quello dei videogames, in un esempio di mondo virtuale di approccio alla realtà, ma in pochissimi hanno capito. Invece, la parola puttanella ha attratto un sacco di ferventi ragazze portatrici di uno pseudo femminismo del tutto ingiustificato e si è scatenato un putiferio che non avevo previsto. Cero, lo scontro era costruito, ma si sono sbizzarriti un sacco di utenti con video di risposta e commenti del tutto inappropriati, tanto da farmi attuare un vero sterminio di profili che ho bloccato».

Quindi possiamo considerare “Puttanella of Duty” il tuo più grande successo?

«A livello numerico senz’altro, dal momento che è arrivato a sfondare il muro delle 100.000 visualizzazioni al giorno appena uscito, quote che nemmeno “Masturbation” aveva mai raggiunto. I due video che mi soddisfano maggiormente, però, sono quelli che contengono più aspetti introspettivi, come “Bingo Bongo” e “Utente Medio”, che per me è stato uno sfogo personale. Ma io devo sempre cercare di tenere il bilanciamento tra l’aspetto artistico e quello mediatico, altrimenti sarebbe meglio che mi mettessi a scrivere le poesie al parco e passassi il tempo a farmi le pere. Invece no, credimi, “Puttanella of Duty” è stata leggera e ora sto preparando un video più tosto sull’omofobia».

Hai un personaggio di riferimento al quale ti ispiri?

«In realtà no, non ho mai avuto un mito vero e proprio, ma tantissime figure di riferimento, tra cui al momento potrei citare Carmelo Bene».

Non solo musica, ma anche documentari. Da cosa è nata l’idea di National Geo Clapis?

«È una bella soddisfazione, nata per caso. Mio zio mi ha chiesto di accompagnarlo in una vacanza in Brasile e ho acconsentito solo a patto che lui mi facesse da operatore in un documentario sugli animali. Così l’ho sottoposto a dieci giorni di rotture di coglioni e tutto a sue spese, producendo 200 gb di materiale che sono riuscito a montare in sei mesi. Ora vorrei farne altri in tutti i posti del mondo, andando 3 mesi in tour».

In India, invece, si è trattato di un progetto diverso…

«Sono andato in India per due motivi: innanzitutto per una mia esperienza e un percorso personale che volevo intraprendere da tempo e poi per girare “Terzo Show”, un documentario completamente slegato dalle logiche di youtube. Nessuno voleva seguirmi e così ho ingaggiato un taxista locale per farmi da traduttore e operatore, con l’obiettivo di dare la possibilità anche ai bambini del terzo mondo di esprimere la loro creatività per mezzo dei nuovi strumenti digitali e poter riprendere le cose dalla loro visuale».

Tu che hai puntato forte su youtube, fra quanto pensi che possa avere il definitivo sopravvento sulla televisione?

«Il primo passo per la morte della televisione avverrà tra massimo due anni. Poi certo, la vecchietta morirà prima o poi, ma non certo tra due anni, per cui riuscirà a dare gli ultimi istanti di vita al sistema televisivo. Però diciamo che tra circa due anni si arriverà a un compromesso tra la tv e i video. La televisione dovrà trasformarsi in un grande tablet, altrimenti potrà servire solo per attaccare i panni».

In mezzo a tutto ciò, c’è stata anche un’esperienza nelle elezioni comunali di Milano. L’essere “libero dalle catene politiche”, come dici tu, non è solo un eufemismo per dire che sei stato trombato?

«Non è che sono stato trombato, mi sono trombato da solo. Diciamo che mi sono masturbato. Quando non ero ancora maggiorenne, dal momento che ero già molto conosciuto a Milano, avevo un accordo per essere candidato alle successive elezioni comunali, poi la voglia è scemata. Prima ero attirato dal fascino del potere, ma quando si è presentata l’opportunità, a 23 anni, non me ne fregava più nulla, avevo assimilato già molto dalla società e così ho sfruttato l’occasione per un palcoscenico mediatico e feci casino con la mia candidatura in mutande. Sono contento di avere fatto uno show che riguarderò sorridendo quando sarò vecchio».

E cosa ci dobbiamo aspettare per il tuo domani?

«Al momento devo uscire con un nuovo singolo al mese e fare un album con in allegato il calendario di Roberta. Poi voglio calcare la mano e sfociare nel cinema con un film all’anno con anche parti musicali e comiche, senza scordare gli aspetti introspettivi e farò anche un libro. Per ora la musica è lo strumento più facile per fare numeri e spettatori, per cui continuo così».

lorenzo meazza



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