EDITORIALE MARZO 2011

di Fabio Lunghi e Lorenzo Meazza

«Pubblico, vogliamo parlarti chiaro». Breve, conciso, d’impatto. Questo l’esordio vincente dell’editoriale del 5 marzo 1876, primo numero del Corriere della Sera e tali sono le parole con le quali inauguriamo il nostro nuovo inizio. Perché oggi UAU riscrive la sua storia, ne inizia una nuova, si rifà il look, pur restando fedele alla sua natura e non tradendo le aspettative di tutti voi che avevate fatto della nostra lettura mensile una piacevole abitudine. Il successo dell’edizione precedente non ci ha fatto commettere l’errore di sederci a dormire sugli allori. Non siamo i tipi: al contrario, abbiamo alzato la posta in gioco e scommesso su un altro prodotto, unico nel suo genere e capace ancora di più di adattarsi a collante tra la carta stampata che anche noi amiamo ancora tenere in mano e l’innovazione informatica. Cos’è il nuovo UAU? Un tipografo potrebbe tranquillamente definirlo un “pieghevole”, un giovane invece lo chiamerebbe “flyer”, una signora di mezza età “volantino”, un grafico “magazine”, un’ attento lettore “foglio di giornale”, un collezionista “una locandina”. E tutti avrebbero ragione. Perché ognuno di essi sottolinea una caratteristica positiva del nuovo UAU. Il “pieghevole” evidenzia la comodità di un prodotto tascabile; il “flyer o volantino” la capacità di comunicare qualcosa al volo, in pochi minuti, sia ad un pubblico giovane che ad un pubblico adulto; il “magazine” nasce dall’unione fra contenuti, grafica, comunicazione; il “foglio di giornale” fondamentalmente per le dimensioni e la redazione ed infine la “locandina” per il formato A3, la grafica e la possibilità di essere affisso. Queste caratteristiche fanno di UAU un prodotto assolutamente nuovo, mai esistito prima; prodotto che abbiamo pensato nei minimi dettagli per soddisfare le nostre esigenze, quelle dei lettori e quelle degli sponsor. “Opinione” è stata la parola più usata da UAU magazine nel suo primo anno di vita. La nostra opinione continuerà a scorrere per le strade di Pavia, cambierà forma e mezzi, ma resterà opinione.

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