Ugo Foscolo ha regalato a Pavia e a tutti i partecipanti un cielo azzurro, sgombro di nuvole e cornice estasiante degli insegnamenti forniti all’ombra di magnolie e imponenti statue a ricordo di illustri antenati. I sedici insigni laureati hanno elargito insegnamenti, esperienze di vita e pillole di quelle che non si sciolgono in un “amen”, ma restano nell’organismo e portano effetti benefici prolungati, anche solo a mo’ di placebo. A coronare il tutto, quasi come con un’allegorica ghirlanda di alloro, proprio quella che ha cinto o che cingerà un giorno la nostra e la vostra testa al momento della laurea, la presenza del Magnifico Rettore della nostra Università; un Angiolino Stella con gli occhi accesi e intenti nel non lasciarsi sfuggire nemmeno una lieve sfumatura del complesso di colori e toni che hanno dipinto l’Ateneo lo scorso 28 maggio. Il discorso di presentazione del Rettore ha dato ampio respiro a tutta l’iniziativa, caratterizzata e avvolta da un chiaro e roboante motto: «Omnes in uno è alla base dell’ispirazione dell’evento – racconta in un’esclusiva intervista rilasciata a UAU Magazine -: i giovani dovrebbero credere di più a quanto vien fatto per il loro futuro da parte nostra». E il primo passo volto in questa direzione è stato l’organizzazione di questa tempesta di cervelli, messa a disposizione di tutti i ragazzi presenti: «Proprio l’evento del 28 maggio va nella direzione auspicata di un maggior coinvolgimento dei giovani, anche per offrire indicazioni autorevoli e aggiornate su possibili percorsi post laurea. Il bilancio è decisamente positivo, lo sarebbe ancor di più se i giovani partecipassero con fiducia e in numero decisamente maggiore; speriamo nelle edizioni future. Per questo vale la pena di ripeterlo». I presenti non sono certo rimasti delusi dal quadro offerto loro. Non solo tinte fosche e cupe intrise di scetticismo, ma nemmeno sgargianti colori di ipocrita ottimismo; solamente la realtà, che presenta un futuro duro, ma che si palesa quale sfida tanto cruenta quanto affascinante da intraprendere. Per questo i discorsi dei vari laureati si sono rivelati un mix di due differenti componenti: «Gli insegnamenti principali hanno riguardato possibili percorsi specifici post laurea, ma – in misura maggiore – il modo e l’approccio per affrontare il periodo successivo alla laurea». Ma, a fronte delle esperienze dei sedici laureati, quale sarebbe stato l’invito del Magnifico Rettore a un giovane neolaureato che si affaccia al mondo del lavoro? «Affrontare il futuro con determinazione e chiarezza di idee. Un momento cruciale e fondamentale della mia carriera? Quando, a ventisei anni, dopo aver trascorso due anni negli Stati Uniti, ho deciso di tornare in Italia e a Pavia, nonostante le molte tentazioni e offerte “americane”». Anni fa il richiamo del “made in Italy” e di Pavia, insomma, si atteggiava come imponente e quasi ineludibile. Oggi è diverso, ma per recuperare almeno in parte questo antico e illustre prestigio serve ritrovare la consapevolezza delle proprie origini universitarie e uno spirito di appartenenza all’Ateneo pavese: «È più facile avere un forte spirito di appartenenza in comunità più omogenee e numericamente ristrette come quelle collegiali. L’Università di Pavia è da sempre in testa rispetto agli altri atenei italiani per le donazioni del 5×1000, in particolare nel rapporto tra numero di donazioni e numero di studenti. Questo dato, insieme alle ottime posizioni nelle classifiche degli atenei italiani certamente aiuta i nostri laureati a ricordare con orgoglio la nostra università e le sue antiche origini. Anche questo contribuisce ad accrescere il prestigio dell’Ateneo». Ragazzi, la scelta che abbiamo fatto quando ci siamo iscritti all’Università degli Studi di Pavia ci ha regalato una carta in più che dobbiamo essere bravi a giocare nel nostro futuro. Non commettiamo l’errore di sottovalutarla e rendiamocene conto appieno.