di Niccolò Angelini
Cosa metto in valigia? T-shirt, cappellino, occhiali da sole, ombrello (pioverà? No dai, ti prego-ti prego- ti prego!) ricambio, felpa, shampoo, docciaschiuma, spazzolino, pigiama, mantello, corona, cappelli da fata, bacchette magiche, lo scettrodi Sailor Moon che non si sa mai… sì direi che c’è tutto! Biglietto del treno – quest’anno vogliamo essere chic e non spararci le 12 ore di pullman come le nostre più coraggiose amiche lesbiche pavesi – bottiglietta d’acqua per il viaggio e via! Roma ci aspetta!
La città eterna ci accoglie con un briciolo di ponentino e qualche nuvola, ma confidiamo negli dei olimpici e nella loro infinita clemenza. Giusto il tempo di lasciare i bagagli in albergo e siamo subito al ritrovo della parata in Piazza dei Cinquecento. C’è tantissima gente, le solite trans orgogliose, coloratissime e (più che) mezze nude sempre accerchiate da stuoli di fotografi eterosessuali assatanati, i carri pieni di bandiere arcobaleno, un sacco di giovani e giovanissimi da tutta Italia ed Europa, le famiglie Arcobaleno (quelle formate da coppie di genitori dello stesso sesso), la neonata Rete Genitori Rainbow (genitori omosessuali con figli nati da precedenti relazioni eterosessuali), tutte le articolazioni provinciali di Arcigay nazionale, Arcilesbica, le associazioni gay romane, il Borgo (celeberrima discoteca milanese), gli orsi (genere piuttosto diffuso nella comunità LGBTQI), gli anabolizzanti, i ragazzi e le ragazze che si tengono per mano, gli amici eterosolidali, le drag queen, coppie di uomini e le donne che continuano a sorridere nonostante tutto e tutti, i bambini divertiti o addormentati nei passeggini, i professionisti, gli studenti, insomma chi non ha paura di metterci la faccia e gridare contro chi ci vuole silenti, nascosti, infelici e senza diritti.
Siamo un enorme pacifico esercito, la capitale è invasa dai colori e dalla musica, è una festa immensa! Noi pavesi siamo giunti alla spicciolata ma riusciamo a riconoscerci nella folla e a stare un po’ insieme durante il corteo che passa da Via Cavour, Via dei Fori Imperiali e circumnaviga il Colosseo fino al Circo Massimo. Siamo sul carro delle Arcigay lombarde come rappresentanti di Arcigay Pavia – “Coming-aut”: il tema scelto quest’anno è una rivisitazione della fiaba di Walt Disney, l’Italia è la Cenerentola d’Europa, l’unica, insieme alla Grecia, a non prevedere diritti per le coppie formate da persone dello stesso sesso. Ci sono le zucche, lo stivale e le scarpette, tante cenerentole con gli scopini per la polvere tutticolorati e ci siamo noi, le 6 fatine dei colori della bandiera arcobaleno con tanto di cappello e bacchetta a fare magie dal carro e pure un principe azzurro con tanto di corona e mantello realizzato con una bandiera dell’Europa. I carri si fermano poco prima del Circo Massimo, siamo tutti in fibrillazione per il concerto-discorso di Lady Gaga, solo una volta arrivati nel celebre stadio ci rendiamo conto della quantità di persone accorse all’Europride, dal palco gli organizzatori ci dicono che siamo un milione: UAU!
Entra la diva. Fa uno dei discorsi più sentiti, semplici e sinceri in tema di diritti, di lotta all’omofobia e di realizzazione del principio di eguaglianza. Parla dei giovani, della sua e della nostra generazione, fa un appello a tutti i politici e governi europei e del mondo. Applausi. Poi si mette al piano e incanta l’oceano di persone dall’altra parte del palco: canta live “The edge of glory” e “Born this way”, un inno per tutte/i noi! Il pride ormai è finito, abbiamo cantato, ballato, gridato per i nostri diritti, abbiamo visto tante facce felici e sorridenti… non vediamo l’ora di rifarlo!
Sulla strada di ritorno verso l’albergo, stanchi ma felici, prima di folleggiare tutta la notte alla festa ufficiale dell’Europride, mi arriva un sms: “sei su repubblicaonline.it (http://www.repubblica.it/cronaca/2011/06/11/foto/europride_i_migliori_trasvestimenti-17553965/1/?ref=HREA-1) alla foto 18 della sezione ‘le maschere dell’europride’!”. Coooooosa?????? Chiamo mia madre che controlla subito e conferma. Due ragazzi sorridenti, io e la mia amica Sara, eterosolidale al suo primo pride, siamo stati fotografati in tutta la nostra allegria mentre ci scateniamo sul carro delle Arcigay lombarde!
L’Europride, quest’anno, sa di Pavia!
Che bello! W i diritti di tutti!