Non bastasse il caldo umido e afoso di queste settimane, solo leggermente mitigato dal temporale di ieri sera… prestate attenzione all’aria densa di tensione che si respira nei pressi del Bar Minerva. Sarà che con queste temperature tutti sono un poco più schizzati – chi sta scrivendo questo pezzo in primis – e basta davvero pochissimo per far scoppiare un finimondo («Come hai osato prendere le mie cicche? Io ti querelo!» «Ma ho solo buttato il pacchetto vuoto» «Quello era un ricordo!»). Fatto sta che, all’ombra della dea della guerra, il cui sguardo diretto impedirebbe, secondo leggenda, agli studenti di laurearsi, paradossalmente di pace non si può proprio parlare. Dopo l’attacco sferrato contro il Bar Minerva da un “Anonimo Pavese” che ha mosso, tra il serio e il faceto, ai camerieri l’accusa di riempire di cenere e mozziconi le fioriere di un palazzo (che potete leggere QUI), è ora il prestigioso locale che, indossato l’elmetto e imbracciato lo scudo, promuove una propria battaglia.
Destinatario delle invettive, strillate a chiare lettere su tutte le saracinesche del bar, è il Comune di Pavia, reo dia aver procurato gravi danni all’attività a causa dei lavori pubblici che si stanno occupando di ristrutturare Piazza Minerva. La viabilità modificata, le strade chiuse, gli ampi cantieri e il traffico decisamente congestionato, infatti, sono più che validi motivi di dissuasione per chi la mattina era abituato a fermarsi per cappuccio e cornetto, arrecando così indiscutibilmente un minor fatturato nelle casse del locale. La natura provvisoria dei lavori e il loro avanzamento, però, fa storcere il naso di fronte a un attacco del genere. Un conto se si trattasse di una modifica permanente della circolazione, tale da mettere in pericolo l’esistenza stessa del bar, ma se si spendono tempo e fiato e carta anche per queste battaglie, allora si rischia solo di perdere credibilità quando l’attacco si fa più serio e concreto – il classico «Al lupo, al lupo!» del pastore di Esopo. Se tutti i lavori che devono essere fatti in una città dovessero tenere sempre conto dei piccoli danni – ripetiamo, limitati temporalmente – che questi possano arrecare a singole unità commerciali, allora probabilmente avremmo ancora le strade tali e quali a quelle di metà del XX secolo.
Ecco il commento di Luigi Greco, Assessore ai lavori pubblici: «Non ho parole! Condivido il pezzo… e continuo a non capire la polemica dei gestori del Bar citato!»
Ma non esageriamo!
allora proviamo a non far parcheggiare le macchine degli avventori del “Minerva” in corso Cavour o nello slargo antistante al locale….. visto che c’è un divieto
Che esagerazione…di sicuro i titolari sapranno come rifarsi delle spese, con qualche ora di ferie in più per i dipendenti e da Settembre ripartiranno di slancio…
…il comune potrebbe, come risarcimento, offrire i fondi per i posacenere: se è vero che usano le fiorirere, sarebbe utile, visto il disagio i cui versa il bar…