Proseguono le grandi interviste di Uau magazine, questa volta con un intenso e interessante confronto con Daniele Bosone (PD), Senatore della Repubblica – vicepresidente della Commissione Sanità – e nuovo Presidente della Provincia di Pavia. Dal mondo giovanile all’Expo, dal referendum al doppio incarico, eccovi tutte le risposte.
Presidente, innanzitutto come spiega il suo grandissimo successo maturato al ballottaggio, ma forse inatteso dopo l’esito del primo turno?
«Il risultato delle ultime elezioni provinciali è stato l’esito di un confronto tra programmi e persone. Questo ha creato un aumento di consenso verso un progetto nuovo e davvero alternativo verso chi aveva tenuto al palo questa provincia da 20 anni. Quindi, direi che il successo è stato determinato da un mix di credibilità verso le persone e di novità rispetto al progetto».
Come si innestano le quattro parole chiave del suo programma (innovazione, cultura, ambiente e solidarietà) con il mondo giovanile?
«È la sinergia tra queste quattro parole che può innestare un processo virtuoso. L’innovazione è un tema molto vicino al mondo giovanile, come la cultura che necessita anche di proposte fresche. Inserire i giovani nei processi decisionali può significare davvero avere una marcia in più. E poi ci sono tutte le questioni legate al lavoro in un momento difficile come quello che stiamo vivendo».
Cosa può fare, in concreto, un ente come la Provincia per rilanciare i ragazzi?
«Innanzitutto deve non lasciarli soli puntando sulla coesione sociale. E, poi, due sono i livelli importanti su cui la Provincia può intervenire. In primis, l’aggregazione che è un momento importante… A questo proposito vorremmo costruire un grande momento aggregativo provinciale per i giovani e ripeterlo ogni anno. Il secondo tema è sicuramente quello del lavoro: dedicheremo parte dello sportello lavoro ai giovani cercando di coniugare le opportunità di lavoro con il momento formativo. Sempre alla questione lavoro si legano i Sistemi Territoriali necessari per far ripartire l’economia nella nostra provincia e creare occupazione anche giovanile».
Quale può essere l’importanza della Provincia di Pavia nell’ambito dell’Expo 2015?
«Può avere un ruolo nel proporre itinerari turistici concordati con l’organizzazione di Expo 2015. Certo dobbiamo essere pronti perché a oggi non c’è davvero nulla. Io credo dovremmo puntare su tre itinerari: l’itinerario visconteo per la zona del pavese, un itinerario dedicato ai castelli e monasteri per la Lomellina e un itinerario vitivinicolo ed enogastronomico per tutta la zona dell’Oltrepò».
I referendum del 12-13 giugno hanno avuto uno straordinario esito. Come lo spiega, dal momento che questo strumento veniva da una lunga serie di insuccessi?
«Al voto degli scorsi referendum è legato indubbiamente un momento politico in cui si chiedeva novità. Non è vero che la gente non ha più voglia di politica: il rifiuto è verso un modo di far politica, non verso la politica in generale. Esiste, infatti, e i referendum lo hanno dimostrato, una voglia di politica positiva e nuova, che si dia da fare con passione ed entusiasmo e che possa generare nuova speranza».
Presidente, come intende gestire il doppio incarico in termini di impiego ed energie, a prescindere dalla questione economica, data la sua rinuncia al doppio stipendio?
«Fare politica non significa timbrare il cartellino, non è una questione di ore, ma di cose che si fanno o non si fanno. Starò in Parlamento fino al termine della legislatura e fino a allora giocherò la mia duplice veste in modo che una aiuti l’altra. Con l’elezione a presidente posso dire di avere una grande responsabilità in più: mentre prima le cose le proponevo e mi spendevo perché altri le realizzassero, oggi sono io che devo farle!».
Speriamo davvero si faccia qualcosa per l’expo!