IL BEATLES STYLE A ILLUMINARE LA NOTTE BIANCA PAVESE


La Notte Bianca, per antonomasia, è una festa della intera città che si riversa nelle strade e nelle piazze per ritrovare quel comune senso di appartenenza che, spesso, la quotidianità porta a dimenticare.È e deve essere una festa di tutti e di tutte le generazioni. Per questa ragione è giusto diversificare le offerte musicali, in modo che ciascuno trovi risposta ai propri gusti e alle proprie esigenze. C’è una musica, però, che le accomuna un po’ tutte e si presenta “trasversale” a ben cinque generazioni di appassionati e di fans: la musica dei Beatles. Così, quest’anno, il concerto in Piazza della Vittoria sarà dedicato ad una sorta di BeatlesFestival. Con la collaborazione dei Beatlesiani D’Italia Associati (il più numeroso e importante fan club italiano) ben quattro gruppi si alterneranno sul palco, dalle 18:30 sino a notte fonda.

Nel 2010 tutto il mondo ha commemorato, con manifestazioni e concerti, i trent’anni passati dal giorno in cui fu assassinato e i settant’anni che John avrebbe compiuto se fosse stato ancora vivo. E’ incredibile come la sua (e la loro, quella dei Beatles) musica sia ancora oggi attuale, fresca, fonte di ispirazione per nuovi musicisti. John Lennon, prima di essere John il Pacifista, John il Rivoluzionario, John il Mito, scrivere Imagine (che è stata dichiarata la Canzone del Secolo), Give Peace a Chance e Happy Xmas-War Is Over (divenute due veri e propri inni per i pacifisti di tutto il mondo) era John il chitarrista dei Beatles, un ragazzo di Liverpool che, a poco più di vent’anni, aveva conosciuto un successo mondiale senza precedenti.

Liverpool era stata il porto più importante della Seconda Guerra Mondiale; quello in cui facevano scalo i grandi convogli per l’Europa. Per questa ragione venne quasi rasa al suolo dai bombardamenti e, alla fine del conflitto, anche il porto divenne uno scalo di scarsa importanza; conobbe così altissimi tassi di disoccupazione e, in quella situazione di precarietà economica, alle giovani generazioni prive di possibilità lavorative non rimase che mettersi a suonare uno strumento qualsiasi per poter raggranellare qualche soldo, con quelle orchestrine improvvisate, per potersi pagare una birra al pub o offrire un cinema alla propria ragazza. Di qua e di là dal Mersey, il fiume che attraversa Liverpool, nacquero così centinaia di complessi e da quella enorme fucina di talenti ne uscì il complesso più famoso del mondo, quello che cambiò radicalmente non solo il mondo della musica ma anche quello del costume: i Beatles.

La città di Pavia, oggi, presenta parecchie analogie con la Liverpool degli anni ’60 (a parte quella, puramente territoriale, di essere attraversate ambedue da un fiume): Pavia, da città industriale che era (Necchi, Kurting, Fivre, Snia, ecc.) ha visto chiudere ad una ad una tutte le proprie fabbriche e nell’ambito di una crisi economica (nazionale ed internazionale) che taglia fondi e posti di lavoro, i giovani pavesi non hanno molte prospettive di guadagno immediato. Anche qui è venuta in soccorso la musica e il panorama musicale cittadino vive un momento di grande fermento, paragonabile solo a quello dei primi anni ’60. Sono moltissimi i gruppi musicali formati da giovani (e giovanissimi) pavesi e presentano anche un livello qualitativo musicale molto alto; lo dimostra la compilation prodotta da Spaziomusica e da Downtown, dedicata proprio alla musica di John Lennon e dei Beatles.

Se a partecipare alla ”impresa” sono stati tutti gruppi che producono musica “propria”, di vario genere e stile, è altrettanto vero che a Pavia (e in tutta Italia) esistono gruppi che hanno dedicato tempo, passione ed impegno nel riprodurre sonorità ed atmosfere dei mitici “Fab Four”. Si tratta di cover-band, o tribute band, il cui repertorio riproduce, “in  toto” o in parte, quello dei Beatles. In Italia sono circa un centinaio le beatle-band che ogni anno partecipano ai due appuntamenti più importanti: il Beatles Day di Brescia (a Giugno) e il Lennon Memorial Concert di Torre d’Isola (a Dicembre) che si tengono puntualmente ormai dal 1993. A Pavia sono due: quella “storica”, apprezzata e conosciuta in tutta Italia, dei Back To The Beatles, e la più “giovane” Abbey Band. Sul Palco di Piazza Vittoria, oltre a loro, saliranno anche i The June (un gruppo di Parma che, dopo un mini autoprodotto e un album d’esordio per la romana Teen Sound, escono oggi con un disco per l’americana Rainbow Quartz col quale puntano ad emergere definitivamente. Nel frattempo hanno suonato al Cavern di Liverpool e producono dischi di ottimo livello) e Johnny and the Moondogs da Torino.

Johnny è uno dei migliori “Lennon” che abbiamo in Italia, vuoi per il livello altissimo delle sue interpretazioni, vuoi per il sincero trasporto e partecipazione che dimostra nei suoi concerti. A precedere di alcuni giorni il concerto sarà una mostra, allestita in Santa Maria Gualtieri, dedicata al fenomeno Beatles e al mito John Lennon: rarità, curiosità, gadgets, memorabilia, posters e dischi, per una carrellata su tutto quello che il “fenomeno Beatles” ha prodotto negli anni.

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