(riproduzione della fotografia Piss Christ)
di Marcella Pasi
Con l’inizio della stagione autunnale riprendono i vernissage delle gallerie d’arte con le ultime proposte dagli artisti contemporanei e le inaugurazioni delle grande mostre-evento nel capoluogo lombardo. Le iniziative per avvicinare l’arte al grande pubblico iniziano però già settimana prossima, con le Giornate Europee del Patrimonio 2011. Il 24-25 settembre, infatti, in tutta Italia sono previsti ingressi gratuiti nei luoghi d’arte e molti eventi per riscoprire musei, monumenti o siti archeologici noti e meno noti.
Quanti di noi pur residenti in Lombardia sono mai andati a Milano a visitare il Cenacolo Vinciano? In occasione della manifestazione sarà finalmente possibile per visitare l’opera leonardesca gratuitamente, previa prenotazione tramite call center al numero 02–92800360. Le prenotazioni apriranno lunedì 19 settembre e sarà possibile prenotare massimo 6 biglietti a telefonata. Con gli ingressi dalle 9,00 alle 13,30 è compresa anche una visita gratuita e guidata al retro-Cenacolo, che si terrà subito dopo l’uscita dalla sala del dipinto.
Sempre gratuitamente, sono aperte al pubblico a Palazzo Reale fino al 2 ottobre le mostre “11.9, il giorno che ha cambiato il mondo. Dieci anni dopo. Documenti e immagini” e “Antonio Paradiso. L’ultima cena globalizzata – Global Last Supper”, per mantenere vivo il ricordo di quella drammatica giornata che dieci anni fa ha sconvolto l’America e tutto il mondo. “11.9, il giorno che ha cambiato il mondo. Dieci anni dopo. Documenti e immagini” è una toccante raccolta fotografica che ripercorre le fasi della tragedia attraverso le immagini di quanto è accaduto quel giorno a New York. Tra le varie fotografie trovano spazio anche quelle di fotografi famosi (tra gli altri Steve McCurry, Tom Sperduto e James Nacthwey), presenti nella Grande Mela durante l’attacco e nei giorni seguenti, che hanno immortalato nei loro scatti le fasi più concitate del drammatico evento.
“Antonio Paradiso. L’ultima cena globalizzata – Global Last Supper” è il titolo dell’installazione ospitata nella corte interna di Palazzo Reale, realizzata dalla scultore Antonio Paradiso con i resti delle Twin Towers crollate nello spaventoso attentato dell’11 settembre 2001. L’opera è costituita da venti tonnellate di lamiere contorte, sbarre e putrelle d’acciaio deformate dal calore e dall’impatto dei due Boeing contro il World Trade Center. La genesi dell’opera inizia nel 2009, quando la Port Authority di New York autorizza la cessione a titolo gratuito delle macerie del World Trade Center a fondazioni, città o artisti, selezionando una quarantina di proposte fra 9.000 richieste giunte da tutto il mondo; in quell’occasione Antonio Paradiso (Santeramo, 1936), unico scultore italiano a essere selezionato dal bando, ha scelto i resti uno per uno nell’hangar 17 del Kennedy Airport, dov’erano depositati.
Tra i tanti vernissage in programma a Milano tra fine settembre e inizio ottobre sicuramente imperdibile è quello di Andres Serrano alla Galleria Pack, il 22 settembre. Si tratta di uno dei più famosi fotografi della scena artistica contemporanea mondiale, reso noto al pubblico per aver dato scandalo con controversi lavori come Piss Christ, la foto di un crocifisso immerso nell’urina dell’artista stesso. La personale, dal titolo Holy Works, raccoglie fotografie ispirate alle icone religiose della tradizione cattolica e sembra voler essere una rilettura complessiva dell’idea di ritratto
sacro all’interno della storia dell’arte, anche se,in questo caso, i tipici soggetti della pittura italiana quattro-cinquecentesca sono però sostituiti da amici e conoscenti dell’autore.
Da ultimo, preparatevi alla mostra-evento di questo autunno. Il 25 ottobre apre al pubblico “Arte povera 2011” a cura di Germano Celant, che si svolgerà contemporaneamente, fino a marzo 2012, in diverse e importanti istituzioni museali e culturali italiane, nelle città di Bologna, Milano, Napoli, Roma e Torino. L’iniziativa, che ha come fulcro il movimento nato nel 1967 con gli artisti Giovanni Anselmo, Alighiero Boetti, Pier Paolo Calzolari, Luciano Fabro, Jannis Kounellis, Mario Merz, Marisa Merz, Giulio Paolini, Pino Pascali, Giuseppe Penone, Michelangelo Pistoletto e Gilberto Zorio, presenta su scala nazionale e internazionale gli sviluppi storici e contemporanei di questa ricerca distribuendo le varie fasi e i singoli momenti linguistici in differenti spazi, dal MAXXI – Museo nazionale delle arti del XXI secolo di Roma al Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea di Rivoli (Torino), dal MADRE – Museo d’Arte Contemporanea Donna regina di Napoli al MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna e dalla Galleria nazionale d’arte moderna di Roma alla Triennale di Milano.
Insieme ai singoli responsabili museali il curatore Germano Celant ha concepito un progetto di mostra che, mettendo insieme un alto numero di opere storiche e recenti, si propone come un viaggio nel tempo dal 1967 a oggi e, negli spazi, attraverso diverse situazioni architettoniche e ambientali, tra gli avvenimenti che hanno avuto come protagonisti gli artisti dell’Arte povera. Non avendo Milano ospitato mai in passato una grande antologica sull’Arte povera, la sede della Triennale è stata scelta per testimoniare il percorso degli artisti a partire dal 1967; l’esposizione si compone di una prima parte dedicata alle opere storiche dal 1967 al 1975, che segnano quindi l’esordio linguistico, basato sull’impiego di materiali inediti e di articolazioni energetiche sorprendenti, mentre la seconda, ospitata nei grandi spazi aperti del secondo piano, aspira a documentare lo spirito fluido e spettacolare delle imponenti opere realizzate dai singoli artisti dal 1975 al 2010, così che si intreccino a formare un arcipelago di momenti intensi e contrastanti in dialogo tra loro.
SAVE THE DATE
- 10 settembre – 2 ottobre: Palazzo Reale “11.9, il giorno che ha cambiato il mondo. Dieci anni dopo. Documenti e immagini” “Antonio Paradiso. L’ultima cena globalizzata – Global Last Supper”
- 24-25 settembre: Giornate Europee del Patrimonio 2011
- 22 settembre: Galleria Pack, Foro Bonaparte 60 – Holy Works (Andres Serrano)
- 25 ottobre: Triennale – Arte Povera 2011
La grande mostra-evento, dedicata all’Arte Povera e affidata alla curatela di Germano Celant. nelle dichiarazioni dei promotori avrebbe dovuto avere due caratteristiche : la storicizzazione del Movimento ed il lavoro in rete tra alcuni dei principali musei italiani. La scelta di Celant di restringere la rosa degli artisti esposti a solo 13 nomi non solo esclude , senza alcuna ragione,alcune figure di primo piano del Movimento da Gilardi a Parmiggiani, da Mattiacci a Mazzotta e Mauri ecc. ma elude anche una doverosa indagine storica su tutti gli apporti, le connessioni, le sfaccettature di un Movimento che per la sua ampiezza e importanza non può non avere avuto alle spalle dei “magnifici tredici” di Torino e Roma anche altri interpreti (sia pur minori per Celant) e altre manifestazioni e in diverse parti d’Italia.
Inoltre con la sezione specifica di Milano dedicata all’ Arte Povera fino al 2010 si procede ad un falso storico prolungando la vita di un movimento che lo stesso Celant aveva dichiarato finito agli inizi degli anni ’70.
Riguardo il lavoro di gruppo dei musei, come ho avuto modo di riscontrare personalmente, si è ridotto a ben poca cosa se a pochi mesi dall’inaugurazione delle mostra-evento varie sedi locali sapevano ben poco sulla sua impostazione e sul loro ruolo specifico e ribadivano che ogni scelta, in particolare degli artisti esposti, era demandata a Celant senza possibilità di nessuna interlocuzione. Ancora una volta il critico demiurgo si prende tutto il proscenio con buona pace delle belle parole su storicizzazione e lavoro di rete consegnandoci un Arte Povera a dir poco Ibernata. Il tutto con i soldi pubblici.
Avevo scritto un bel commento di risposta. Purtroppo si è cancellato tutto.
Ad ogni modo, il succo era il seguente: concordo con te quasi su tutto, però consiglio lo stesso di andare a vedere le mostre, soprattutto ai neofiti di questo movimento italiano riconosciuto a livello mondiale (il cui merito è indiscutibilmente di Celant, e ciò gli va riconosciuto nonostante la mia scarsa simpatia nei suoi confronti).
Di mio, andrò di sicuro a quella milanese, sperando di trovare ottimi Pino Pascali :)