(foto in una delle paladine del movimento femminista ucraino)

Le donne, l’altra faccia della medaglia, il gentil sesso, il sesso debole, le casalinghe, le mamme, le donnacce… quanti soprannomi belli e brutti, quanto parlare, quanto agire. Parliamo di uguaglianza e ilarizziamo sulle tradizioni di una volta, parliamo di discriminazione sessuale e di tendenze sessuali, confondendoci tra leggi e consuetudini. Ma chi sono le donne? Una figura spesso citata nella storia, eroine, regine, scienziate, premi nobel, muse ispiratrici, le donne sono quella metà di una mela che la natura ha ritenuto dare all’uomo per completarsi, come ogni cosa raggiunge la sua unicità nel ciclo della vita. Le donne sono una forza, senza cui tutto si arresterebbe, perché parte integrante di un processo.

Non voglio essere definita femminista, ma solo ricordare il significato di questa parte della popolazione che giorno dopo giorno, tra parti, cicli mestruali, mancate assunzioni, cinque o più figli, riesce a gestire un impresa, chiamata famiglia, meglio di un imprenditore dei nostri tempi. Perché non serve essere Maria Teresa di Calcutta per dimostrare di essere grandi, ma donne ogni istante della nostra vita. E non date per scontato che quelle donne che vi circondano sappiano quanto valore abbiano nella vostra vita, domani mattina svegliatevi e date un abbraccio a vostra moglie, dite “ti voglio bene” a vostra madre e accarezzate la testa alle vostre figlie.

Donna non significa essere meno, nullafacenti o più deboli, donna è solo un nome e come dice Shakespeare: “Ciò che noi chiamiamo rosa, chiamata con un altro nome, serberebbe pur sempre lo stesso dolce profumo ” .