FILI DI SETA

mi ha sempre affascinato il mare. sin da piccolo. tanto che se mi chiedessero qual è la mia terra direi -il mare!-. dove finisce lui. inizio io.

non solo. il mare affascina gli scoppiati. tutti quelli che hanno il disgusto della vita. sembra che riesca a consolarli. perché lo sentono loro. senza averlo mai avuto. ma anche senza che nessuno possa mai averlo.

il mare non è come la terra. che porta le tracce delle fatiche dell’uomo. che rimane solcata da un colpo di zappa. no. nel mare niente rimane. quando le barche lo solcano le scie svaniscono in fretta. ogni traccia è cancellata.

eppure gli scoppiati ne avvertono le vie. sentieri ben diversi da quelli volgari e accidentati della terra. più dolci. più pericolosi. e solitari..

anche il mare è fatto di campi. nudi. senza né case né alberi. solo con ombre. riflessi. e movimenti. i campi del mare non sono mai separati dal cielo come quelli della terra. e alla sera ne rubano i colori malinconici. alla sera anche il cuore di uno scoppiato si fa tenero.

poi scende la notte. il mare la notte è quanto di più vicino ci sia all’infinito. all’universo. alla morte. la vita degli uomini scompare.

nessun orizzonte. niente! gli scoppiati amano il mare di notte. per una sorta di presentimento dell’insufficienza della realtà di soddisfare le loro aspirazioni. perché hanno bisogno di riposo ancor prima di stancarsi. hanno bisogno di vivere ogni respiro come se fosse sempre l’ultimo. hanno bisogno di musica. ma non di quella che porta il linguaggio degli uomini. no. hanno bisogno del moto delle onde. che confondono con quello della loro anima. hanno bisogno che il cuore si slanci. e poi ricada. e poi si slanci ancora. dimenticando i propri cedimenti. gli scoppiati amano l’armonia. quella con cui il mare decide del loro destino. sembra che lo abbiano dentro.

un mare calmo. nel cuore..

ma questo non lo può contenere in eterno. qualcosa nella notte si insinua nel cuore di uno scoppiato. come un fascio di luce penetra nel buio. rompe l’armonia. il cuore accelera. un rimorso. un amore. una madre. un fratello. una vendetta. qualcosa di interrotto.

“come un elefante che si fa legare ad un palo da un filo di seta.

se l’elefante dà uno strattone può scappare quando vuole. ma non lo tira.

ha scelto di esser legato con un filo di seta a quel palo.”

così il cuore di uno scoppiato è legato alla terra da un filo di seta.

vuole abbandonare il mare. il viaggio. vuole tornare.

vi è un’ architettura meravigliosa che gli uomini hanno costruito per tornare.

imponente. oscura. nostalgica.

se vogliamo possiamo semplificarla in una geometria non euclidea che dalla terra si alza e rastrema verso il cielo. di giorno.

la notte è più simile ad una gigantesca matassa luminosa dalla quale partono infiniti fili. la sua luce è morbida come la seta. il viaggiatore la notte è un elefante.

anch’essa da sempre mi affascina. mi son sempre chiesto non cosa. ma chi. ci sia lì dentro..

nei miei pensieri in ogni faro vi è un custode.

a volte capita però che il custode del faro sia uno scoppiato. allora anche il suo cuore è una matassa.

vicino ad esso ha una tasca. forse la più intima. in essa vi nasconde un amore.

ogni giorno lo guarda allontanarsi e galleggiare sapiente lungo la linea dell’orizzonte. come se fosse la sua vecchia barca.

poi alla sera accende il faro. scioglie la matassa. nella speranza che possa tornare. il suo cuore è anche il bandolo del faro. il vero amore il suo elefante. alla sera gli amori del custode del faro tornano a casa. come gli aquiloni.

raggomitola i loro fili di seta. forse per paura.

un aquilone potrebbe continuare a volare anche la notte. ma chi lo guida sarebbe cieco. come un palo. e i cui fili potrebbero spezzarsi. potrebbe perderlo. il custode del faro non potrebbe sopportare il peso della mancanza di un elefante nel cuore.

all’alba invece. ad ogni alba. quando il mare si separa dal cielo. spalanca le finestre. la luce che penetra è calda. sa di sicurezza. libera gli aquiloni. e loro sono liberi di stropicciarsi di dosso tutte le sue paure e angosce della notte.

infiniti fili di seta si sciolgono dal cuore e tagliano il cielo e la terra.

-ma tu mare te ne freghi vero?

tu sei seta..

e dove finisco io. inizi tu..-

vedo

 

  3 comments for “FILI DI SETA

  1. giuse cinetto
    10 ottobre 2011 at 14:18

    Molto poetico!

  2. lucy-rodies parmivera
    12 dicembre 2012 at 16:27

    … il fascino del mare … … la forza suggestiva della
    parola …

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