È da poco più di 3 giorni che sono arrivata in Brasile e, di tutto quello che ho visto finora, c’è una cosa in particolare che mi colpisce: la religione. In Brasile la maggior parte della popolazione è cattolica,  non come in Italia, dove si attraversano le varie fasi di crescita spirituale per poi divenire “non praticanti”. Qui la gente vive sulla propria pelle la spiritualità, dai più piccoli fino ai più anziani. Ogni sera dopo cena, la mia famiglia si riunisce per recitare il famosissimo “rosario”, un mix di preghiere e musica. Il capofamiglia comincia per poi lasciare la parola ad ogni componente. Uno ad uno fanno parte di questo piccolo rituale, dando il proprio contributo come una vera squadra.

Parlando con una ragazza di appena 18 anni, ho scoperto che i giovani sono molti attivi e credenti, una buona parte si riunisce in una comunità per professare la propria fede in modo divertente e coinvolgente, con incontri settimanali e le classiche messe. A primo impatto, se non si è particolarmente affezionati alla religione cattolica o alla religione in generale, si può restare un po’ scioccati. Certo noi italiani miscredenti siamo particolarmente manipolati dalle notizie e da ciò che vediamo, indi per cui tutto ciò che i media ci offrono a colazione fa parte dei tanti motivi per cui non crediamo e/o non siamo interessati a farlo.

Dopo aver visto con i miei occhi questo modo di vivere e aver sentito di altri posti, non particolarmente ricchi (per quello che noi intendiamo ricchezza), potrei azzardarmi nel dire che forse la felicità sta proprio qui. Qui dove si dà importanza a ciò che non è tangibile con mani, alle persone che ami, ai momenti spesi insieme, alle esperienze che la vita ti offre, alla giornata che ti è stata donata dal mattino alla sera. Forse la religione non dà le risposte scientifiche e non sarà fautrice del progresso, ma se lo sviluppo di un Paese sta nelle persone che lo compongono e ogni individuo nella propria vita ricerca la felicità nel quotidiano, forse la crescita sta nella fede che il popolo stesso ha e nella cultura di questo.

                                                                                         Come si suol dire “l’unione fa la forza”

giuseppina cuccurullo