AMNESTY INTERNATIONAL: 50 ANNI PER LA TUTELA DEI DIRITTI UMANI

Aprite il vostro giornale ogni giorno della settimana e troverete la notizia che da qualche parte del mondo qualcuno viene imprigionato, torturato o ucciso perché le sue opinioni o la sua religione sono inaccettabili al suo governoIl lettore del giornale sente un nauseante senso di impotenza. Ma se questi sentimenti di disgusto ovunque nel mondo potessero essere uniti in un’azione comune qualcosa di efficace potrebbe essere fatto”.   

Così iniziava un articolo dell’avvocato inglese Peter Benenson, pubblicato il 28 maggio 1961 sul quotidiano londinese The Observer, alla notizia che due studenti portoghesi erano stati condannati a sette anni di detenzione per aver brindato alla libertà delle colonie portoghesi dall’allora regime di Salazar.

Da questo articolo e dalla conseguente campagna per i prigionieri dimenticati, nacque nel 1961 Amnesty International. Le prime campagne dell’organizzazione furono dirette a difendere la libertà di opinione, di religione e di pensiero; il diritto alla vita, alla libertà e alla sicurezza della propria persona; contro la pena di morte, le esecuzioni extragiudiziali e la tortura; e il diritto ad un equo processo. Negli anni successivi il campo di azione di A.I. si ampliò, estendendosi a tutti i diritti della persona: civili, politici, sociali, economici e culturali.

Oggi, la visione di Amnesty International è quella di un mondo in cui ogni individuo possa godere di tutti i diritti sanciti dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e dagli altri standard internazionali relativi ai diritti umani, svolgendo attività di ricerca e di informazione e mobilitando i cittadini di tutto il pianeta.

Amnesty International è un movimento internazionale indipendente da qualsiasi governo, parte politica, interesse economico e credo religioso e la sua azione è rivolta a governi, organizzazioni intergovernative, gruppi politici armati, aziende e altri attori non statali.

I suoi principi sono la solidarietà internazionale in difesa dei singoli individui vittime di abusi, l’imparzialità, l’indipendenza, l’universalità e l’indivisibilità dei diritti umani, la democrazia e il mutuo rispetto. Oggi, A.I., che conta quasi tre milioni di membri in oltre 150 Paesi, è la più grande organizzazione al mondo per la difesa dei diritti umani. Gode di status consultivo presso le Nazioni Unite e nel 1977 ha ricevuto il Premio Nobel per la Pace.

 Ci si domanda, allora, quali siano i mezzi con cui Amnesty International intende raggiungere i suoi obiettivi. A questo proposito, un’espressione che viene ormai di consueto utilizzata è quella di “lotta a colpi di penna”. Infatti, A.I. periodicamente, tramite i suoi canali informatici, pubblica una serie di appelli ed azioni urgenti, chiedendo ai cittadini di tutto il mondo la loro firma. Come i volontari di Amnesty non smettono mai di ripetere, si tratta di un gesto semplice che ciascuno di noi può compiere comodamente dalla sua casa, ma che è  in grado di cambiare il destino di altri esseri umani!

A queste forme di “lotta”, nel corso degli anni, si è affiancato un altro valido progetto, ossia il progetto EDU. Esso consiste essenzialmente in un’attività di educazione al rispetto e alla tutela dei diritti umani e si prefigge lo scopo di far conoscere ai cittadini il lavoro di A.I. e situazioni di violazione dei diritti umani (per maggiori informazioni è possibile consultare il sito www.amnesty.it).

La struttura dell’organizzazione si è accresciuta nel corso del tempo e attualmente vi sono diverse articolazioni. A livello internazionale, le attività di ricerca, d’informazione e le campagne sono coordinate dal Segretariato Internazionale (oggi presieduto da Salil Shetty) e dal Comitato Esecutivo Internazionale, che attuano le direttive dell’Assemblea Internazionale dei membri dell’organizzazione. Vi sono, poi, le sezioni nazionali e in particolar modo la Sezione Italiana di Amnesty International è guidata da un Presidente con un Comitato Direttivo che, d’intesa con il Consiglio dei Responsabili Circoscrizionali, attua le direttive dell’Assemblea Generale dei membri. La Sezione si articola a sua volta in circoscrizioni di livello regionale e la Circoscrizione Lombardia è quella che tra tutte conta il maggior numero di soci e di attivisti: 14.541 soci e 265 attivisti.

Il 3 e 4 dicembre sono le giornate mondiali di Amnesty Intrernational, anche il gruppo Amnesty International di Pavia sarà impegnato in questo importante appuntamento: i volontari pavesi si troveranno in Piazza Vittoria per raccogliere firme a sostegno di due appelli promossi relativamente a due specifici casi di violazione dei diritti umani.

Il primo riguarda due donne native, Inés Fernández Ortega e Valentina Rosendo Cantú, che sono state violentate da soldati messicani nel 2002. Sebbene abbiano avuto il coraggio di denunciare l’accaduto e di portare avanti la propria lotta ottenendo la realizzazioni di alcune indagini da parte delle autorità, nessuno è ancora stato assicurato alla giustizia. La storia di Inés Fernández e Valentina Rosendo è solo una delle tante storie di donne native che hanno subìto violenze sessuali da parte dei membri delle forze armate messicane e i cui casi rimangono ancora impuniti.

Il secondo, invece, riguarda il campo di Yodok, sito in Corea del Nord, dove vengono  rinchiusi  i prigionieri politici. Nello specifico, il campo di prigionia di Yodok è uno dei sei campi specifici per detenuti politici della Corea del Nord. Decine di migliaia di persone sono costrette a lavorare in condizioni che rasentano la schiavitù, frequentemente sottoposte a torture e altri trattamenti crudeli, disumani e degradanti. La maggior parte sono state imprigionate senza processo o al termine di processi gravemente iniqui sulla base di “confessioni” ottenute con la tortura.

Se vorrete conoscere meglio l’attività di Amnesty International ed il gruppo di attivisti pavesi, vi aspettivamo in piazza il 3 ed il 4 dicembre! Potete contattarci anche mediante Internet, ai seguenti recapiti: 

www.amnestypavia.it

Facebook: Eventi Amnesty International Pavia

Twitter: Amnesty Pavia

Per firmare settimanalmente i nuovi appelli online: www.amnesty.it

 marcello bonazzi

Amnesty International – Sezione Italiana

Gruppo Italia 037 – Pavia

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