L’IGNORANZA (DELLE DONNE) NON È MAI LA SOLUZIONE

Un nome: Camillo Langone. E un articolo pubblicato su Libero: “Togliete i libri alle donne: torneranno a far figli”. Il problema è uno dei classici, non solo italiani, ma che interessano tutto il mondo occidentale e, pensando al terrore di Malthus nei confronti di una società che all’aumentare delle possibilità economiche vedeva anche aumentare sproporzionatamente il proprio numero, viene da sorridere. Sì, perché allora era stato sufficiente il consumismo, il benessere: i genitori non figliavano più come prima perché stavano meglio.
Anche oggi è evidente: i Paesi meno sviluppati sono più ricchi del caro vecchio Occidente sotto almeno un punto di vista: i giovani. Il signor Langone ha ragione ad affermare, dati alla mano, che la maggior parte della popolazione italiana è di mezza età o anziana, non avevamo dubbi su questo, abbiamo gli occhi anche senza che venga ad informarci lui con la sua precisione e il suo buon grado di xenofobia.
La domanda che resta da porsi è, comunque, questa: perché facciamo meno figli?

In realtà il problema non è solo del mondo Occidentale. Solo del mese di novembre è la notizia della fiera organizzata a Shangai affinché i giovani potessero conoscersi allo scopo di concludere la giornata tra le lenzuola: una vera e propria fiera dell’amore insomma. Ma perché quando si raggiunge un certo grado di benessere, situazione che garantirebbe un ambiente ed una situazione più stabile in cui crescere dei figli, si smette di farli?

La risposta offerta da Langone è questa: è colpa delle donne. Essendo troppo istruite (io direi che non si è mai istruiti abbastanza, invece) non si concederebbero più ai propri amanti o non desidererebbero avere figli. Secondo lui c’è un modo per risolvere semplicemente il tutto: smettere di istruire le donne. Certo, l’ignoranza è da sempre una soluzione, lo sappiamo, ma non per far progredire le Nazioni.

Come dovrebbero crescere questi figli con madri analfabete (e l’Italia non viaggia bene su questo binario visto che è sempre di novembre la notizia dell’Accademia della Crusca che solo il 29% degli italiani padroneggia ad un buon livello la propria lingua) e padri assenti (perché si suppone che qualcuno in famiglia debba pur lavorare)? Per strada? Istruiti da una scuola pubblica che sforna diplomati che non conosce nemmeno l’ortografia italiana (andate a vedere i risultati dei test d’ingresso nelle università)? Istruiti dai religiosi che li accolgono a braccia aperte e magari anche qualcos’altro? Vogliamo tornare indietro di cinquant’anni almeno?

Mentre Hillary Clinton, da anni, si sforza di portare alla luce il fatto che i Paesi in cui le donne ricevono un’istruzione migliore aumentano la propria crescita economica perché, e questo è un fatto, la donna è il fulcro della società e gestisce la famiglia, il signor Langone ci sbatte in faccia i dati raccolti dalla Harvard Kennedy School of Government: è più probabile che una donna istruita sia nubile rispetto ad una che non lo è. Bene, bravo, ha fatto i compiti. Forse avrebbe dovuto chiedersi anche come mai la donna non sia tutelata dal punto di vista della maternità nel mondo del lavoro (e bisogna ammettere che sono stati fatti dei passi avanti negli ultimi anni). Lo sa il signor Langone che una donna può essere licenziata con facilità nel caso in cui rimanga incinta per non concederle il diritto alla maternità? Che può anche avere minori possibilità di essere assunta rispetto ad un collega uomo perché c’è il “rischio” che rimanga incinta e quindi lasci il posto di lavoro per il periodo del parto o quello che le è concesso per legge? E che quando il figlio è nato non c’è un posto dove lasciarlo in mani sicure perché gli asili sono strapieni e costosissimi (e magari, aggiungo io, le maestre li maltrattano pure)? Non è sempre possibile affidarsi ai nonni o ai parenti purtroppo. Lo sa che nei paesi scandinavi sul posto del lavoro è previsto un luogo apposito per poter lasciare il bambino? Siamo indietro anni luce e vogliamo continuare a chiuderci gli occhi per non vedere. È più facile dare la colpa all’istruzione femminile, ovvio.

Se siamo ancora a questo punto mi chiedo con che diritto ci rivolgiamo con aria di superiorità ai Paesi islamici accusandoli di non considerare adeguatamente il ruolo della donna all’interno della società. Vergogna.

ilaria padovan

  2 comments for “L’IGNORANZA (DELLE DONNE) NON È MAI LA SOLUZIONE

  1. giuse cinetto
    2 dicembre 2011 at 15:10

    Bravissima! Condivido tutto e di più.
    Spero che quella del sig Lagone fosse solo una provocazione.

  2. Francesco Grandini
    4 dicembre 2011 at 20:22

    Il signor Langone incarna perfettamente la mediocrità giornalistica: oltre a non accennare al fatto che la ricerca a cui fa riferimento è relativa all’america latina (un pò diversa dall’Italia), questo signore evidentemente non ha altro su cui scrivere e prova a suscitare interesse in questo modo. Forse dovrebbe cambiare lavoro, e con lui il suo direttore che permette la pubblicazione di certi articoli

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *