ITALIA UND GERMANIA – da Schettino, allo Spiegel, ai GIOVANI

Italia und Germania di Johann Friedrich Overbeck

Non sono mai stata brava in politica, non me sono mai particolarmente interessata e quello che so è quello che tocco con le mie mani, quello che giunge dalle esperienze della mia vita. Sono tornata in Italia da qualche giorno e mi è capitato di leggere un elenco di accuse nei confronti della Germania per l’ultimo articolo scritto sullo Spiegel riguardo al disastro Concordia. «Non ci stupisce che il capitano fosse italiano», dicono i tedeschi. «Noi avremmo anche Schettino, ma voi avete Auschwitz» rispondono gli italiani.

La mia prima esperienza nel paese dei wurstel e delle kartoffeln risale a tre anni fa: avevo chiesto se potevo svolgere un tirocinio all’estero, mi hanno risposto «Va bene, vai ad Amburgo». Ero molto scettica nei confronti di quella brutta lingua, che allora non conoscevo e di quel popolo freddo, il popolo della Seconda Guerra Mondiale per l’appunto, ma sono partita lo stesso. È stato lì che mi sono innamorata, all’estremo polo nord della Deutschland: ho trovato ragazzi con cui sono in contatto tutt’ora, tutor che mi hanno dato quello che non ho mai ricevuto in Italia: entusiasmo, coraggio, determinazione e passione nei confronti di quello che un giorno sarebbe stato, con certezza, il mio futuro, il mio lavoro.

In Italia non funziona così: io li ho sentiti più volte i miei amici, diversi amici, dire, nei confronti di studenti Erasmus: «Non parla italiano, non ho voglia di parlarci»; e non ho mai sentito un mio professore dirmi: «Vedrai che ce la farai», mai. È per questo che sono fuggita: per andare da loro, dai “freddi”, dagli “assassini”. Ho frequentato una scuola intensiva di tedesco, perché senza un certificato di lingua non lavori, nemmeno come barista ed è stato lì che ho potuto nel frattempo conoscere di più la storia, la cultura, le abitudini tedesche. L’altro giorno incrocio il postino sulla porta dell’istituto, mi chiede se studiassi al Goethe, gli rispondo di sì; lui si illumina e mi spiega come il Goethe faccia parte dell’anima tedesca e di quanto il popolo sia grato a quella scuola, poiché insegna, a tanti immigrati come me, non solo come si parla quella lingua all’apparenza tanto dura, ma anche cos’è e chi è la Germania.

L’immigrazione è davvero molto elevata, ma l’integrazione funziona, la vedi nelle strade, in ogni angolo, quando cammini tranquillo da solo in piena notte. La Germania è quella che è adesso, non è quella di 50 anni fa. Auschwitz? Non esiste più. Adesso esiste la mia amica ebrea, Rotem, che ha raggiunto a Friburgo il suo ragazzo, tedesco, con il quale passa tutte le vacanze in Israele, sulle spiagge e per i locali di Tel Aviv. Questo è oggi.

E l’Italia? L’Italia non è più l’Impero Romano: in Italia oggi i ragazzi scappano, in Italia oggi le navi da crociera affondano… stupidamente. Anche a me dà fastidio quando il mio amico russo mostra sul suo smartphone il video di una canzone rap antiberlusconiana, davvero imbarazzante per tutti noi italiani, facendo ridere gente del Venezuela, della Francia e dell’Australia, ma cosa possiamo dire quando qualcuno in maniera seria e formale (perché i tedeschi riescono sempre ad essere formali) ci fa notare il nostro sprofondamento e continuo decadimento? Siamo un popolo che non ha più futuro, siamo un popolo che si è stufato di combattere, che per ricominciare dovrebbe davvero bruciare tutto. Ringrazio la Germania per avermi dato quello che non mi ha dato “la Terra più bella del mondo”, come ci definisce lo Spiegel stesso. Ringrazio la Germania perché ha voluto credere in me, perché mi può dare la possibilità di diventare quello che in Italia non avrei mai potuto diventare. Ringrazio la Germania perché la panettiera, il benzinaio, la cameriera, il commesso, la segreteria, etc. mi sorridono sempre, se non capisco qualcosa me lo spiegano pazientemente con altre parole.

Questi crucchi avranno anche davvero tanti difetti, ma sono onesti, cordiali, educati e anche simpatici. Li ringrazio da parte mia e da parte da chi è scappato come me dall’Italia, ma anche dalla Grecia, dalla Francia e dalla Spagna. Forse dovremmo imparare un po’ da loro e ascoltarli un po’ di più, lasciando il nostro orgoglio solo nel grande passato italiano e…. in cucina.

beatrice cattrini

  4 comments for “ITALIA UND GERMANIA – da Schettino, allo Spiegel, ai GIOVANI

  1. Mauro (FRIULI VG)
    26 febbraio 2012 at 19:13

    Sono pienamente daccordo con te,invece di parlar male dei tedeschi e degli altri stati(noi siamo sempre i più furbi)dovremmo imparare da loro ad essere più seri più onesti più laboriosi più educati e non stupitevi più di tanto se non c’è amor di patria nel Friuli venezia giulia,perchè noi tanto italiani proprio non siamo….abbiamo ancora gli Asburgo nel cuore e niente ci può paragonare nè a chi abbandona le navi nè a chi sommerge le proprie strade di rifiuti nè a chi vive con le varie mafie perchè studiare non serve,ma guadagnare soldi illegalmente si….questa non sarà mai la mia Italia…e io come tanti altri non ci sentiremo più italiani

  2. MARY
    25 giugno 2012 at 17:19

    FATTI ADDOTORE DLLA GERMANIA SE SEI COSI FIERA, NESSUNO TI TRATTIENE.. FORSE SEI TE CHE NON SAI VIVERE BENE CON GLI ITALIANI E’ NELLO STESSO TEMPO NON STAI BENE IN ITALIA,HAI INCONTRATO GENTE FANTASTICO COME CI SONO QUA IN ITALIA GENTE FANTASTICA.. LA GERMANIA HA UNA SUA STORIA E’ NESSUNO LOTRA MAI CONCELLARLA NEMMENO IL TEMPO.

  3. xxx
    15 luglio 2013 at 09:12

    Parla per te..in veneto di voglia di lottare ce ne è ancora.. Ma nn di lottare per mantenere i vari schettino fancazzist1… Il veneto non è itaGlia.. il veneto come la Lombardia e il friuli non sono paesi mediterranei ma solo schiavi di un popolo che sa solo lamentarsi e rubare

  4. Fede Rico
    20 marzo 2014 at 17:52

    Eccola la germanofila. Sai perché fanno così? Perché sanno che servirai a qualcosa, e vogliono tenerti ben stretta a loro, così guadagnerai e riempirai le LORO tasche. Io non sono d’accordo con te. Detesto l’imperialismo all’americana dei tedeschi, detesto le loro manie di controllo e di egemonia, detesto la loro arroganza, detesto il fatto che siano convinti di fare tutto meglio degli altri. Da loro non abbiamo nulla da imparare. Comunque, se ti fa tanto felice la grande&magnifica Cermania che ti ha accolta e fatta sentire amata e apprezzata, e ti fa tanto schifo questo Paese di gente brutta&cattiva che non ti ha voluto bene perché non ti ha presentato sorrisi cordiali e pappa pronta (ossia non ti ha trattata da straniera, cosa che i teteschi smetteranno di fare non appena diventerai una di loro)… Affari tuoi. Goditi la tua cermanika fita, ja!

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