AFFITTO IN NERO? COME OTTENERE LA RIDUZIONE DEL CANONE

Drììn drììn! «Chi sarà? Tu aspettavi qualcuno a quest’ora?». «No, nessuno. Non rispondere, se è un amico ci chiamerà». Quante volte si è ripetuta questa breve conversazione tra coinquilini di un appartamento in affitto, in nero? Tante, troppe direi.

La piaga delle locazioni in nero, soprattutto a studenti, ma a tutti giovani in generale, è un leitmotiv assai ricorrente in moltissime realtà e in particolare in città universitarie come Pavia. Si legge l’affissione direttamente da una bacheca, si ha a che fare personalmente col proprietario – certo, si risparmiano i costi di un’agenzia – e, una volta vista la casa, arriva la fatidica proposta, se non proprio una condizione obbligatoria: e se si evitasse il contratto?

Il vantaggio per i proprietari è evidente, non pagare un euro di tasse sul reddito derivante dal canone d’affitto. La contropartita per l’inquilino dovrebbe essere, invece, un piccolo sconto sul prezzo di mercato dell’affitto e magari il risparmiarsi tutte quelle menate che gravitano attorno a un appartamento, dagli allacciamenti delle utenze, alle varie tasse sui rifiuti etc., anche se tutti sappiamo che non è sempre proprio così…

Tale situazione, però, oltre a consentire una vera e propria evasione ai danni del fisco, non tutela affatto l’affittuario, che potrebbe essere sbattuto fuori casa in qualsiasi momento dal proprietario; e non fidatevi, perché quelle care e dolci vecchiette, sempre pronte a mostrarvi il sorriso quando portate loro i soldi, potrebbero rivelarsi della autentiche carogne.

Per cercare di frenare questa corsa al nero, il D.Lgs. 14 marzo 2011 n. 23, che ha introdotto la c.d. “Cedolare Secca”, ha previsto al comma 8 dell’art. 3 una possibilità davvero intrigante per tutti gli inquilini che sono stati costretti, o meno, ad affittare in nero. Denunciando la propria condizione di irregolarità all’Agenzia delle Entrate, potranno ottenere, anche senza il consenso del proprietario, un contratto regolare 4+4 un canone pari al triplo della rendita catastale dell’immobile, ossia fino anche a circa il 90% in meno del prezzo di mercato!

Bisogna solo dimostrare tramite bollette, ricevute di pagamento o anche qualche amico come testimone, che si è effettivamente stipulato un contratto con il proprietario, il quale si vedrà costretto a sottoscriverne uno nuovo e regolare con condizioni del tutto favorevole all’inquilino.

Attenti però ad avere a che fare direttamente con l’effettivo padrone della casa, altrimenti potreste rischiare di incappare nei guai che sono di recente capitati a cinque studenti bolognesi (http://www.ilpost.it/2012/02/21/affitti-nero-bologna/). Nel capoluogo felsineo – che si contende con Pavia il primato di Università più antica del mondo – è, infatti, ormai invalsa la pratica sulla scorta della quale i proprietari affidano il loro immobile a degli intermediari che si occupano integralmente delle vicende relative all’affitto: dalla riscossione del canone, alla caccia degli inquilini, fino alla risoluzione delle eventuali beghe. Alcuni ragazzi hanno così provato a far valere la clausola contenuta nel succitato decreto legislativo, ma il giorno successivo hanno ricevuto una denuncia da parte del proprietario per occupazione abusiva (!!!) dell’appartamento e ora sono in causa per far valere i loro diritti.

Morale – alla faccia di Esopo – l’occasione è davvero ghiotta e potreste ottenere contestualmente una bella riduzione del vostro affitto e imporre al vostro “amato” proprietario di pagare le tasse. Ma cercate di adoperarla con cautela per non rischiare di impelagarvi in qualche pasticcio giuridico.

lorenzo meazza

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