In un momento storico nel quale ogni giorno sentiamo parlare di crisi – parola ormai inflazionata a tal punto da non creare neanche più l’effetto dovuto – i giovani non possono più esimersi dal fare proposte e vivere la giovinezza come se tutto gli fosse dovuto, o perlomeno, se decidono di affrontare passivamente questi anni difficili, non hanno il diritto poi di lamentarsi. Da qualche tempo a questa parte, qualcuno inizia a parlare di generazione perduta, ma noi non ci stiamo! Siamo convinti che l’impegno e la passione col tempo possano premiare, nella vita professionale e in quella privata.
La società ci chiede di essere sempre più attenti e competitivi – non illudetevi perché questa non è una situazione temporanea; la forte crisi internazionale iniziata nel 2008 ha cambiato pesantemente ed irreversibilmente alcune regole del gioco. Ad esempio, il passaggio fra Università e mondo del lavoro sembra essersi complicato notevolmente. Se in passato, dopo la fatidica laurea, si inviava il maggior numero possibile di curriculum cartacei, da qualche anno, con il proliferare di internet, della posta elettronica e successivamente dei social network, le cose sono nettamente cambiate. Oggi la carta ha grandi possibilità di essere “cestinata” e quindi il curriculum vitae in formato elettronico inviato via mail è diventato lo strumento in assoluto più utilizzato. Tuttavia questo non basta più. Per sperare di acquisire visibilità fra le numerose offerte che ricevono le svariate società e rimanere aggiornati su nuove opportunità lavorative bisogna iscriversi a tutti i maggiori siti che propongono lavoro e monitorare costantemente e ciclicamente le occasioni sui portali delle aziende. Ma anche questo non è sufficiente, perché per aumentare ulteriormente il proprio appeal è necessario essere iscritti ai principali social network: Facebook, Twitter e LinkedIn, ossia le reti sociali di maggior successo che stanno guadagnando un ruolo sempre più forte anche nella ricerca del lavoro.
Se non si è registrati a nessuna di questi portali si potrebbe correre il rischio di essere valutati come persone poco sociali o troppo chiuse. Se si possiede un account su alcuni di questi siti, d’altra parte, è possibile, leggendo attentamente il profilo, intuire molte informazioni personali come interessi, amicizie e alcuni comportamenti strettamente personali. Ma bisogna naturalmente stare attenti a quanto si “posta”, per non correre il pericolo opposto di svelare ai potenziali datori di lavoro vizi o anche solo caratteristiche private del tutto legittime, ma a questi sgradite. È capitato più volte in occasioni di colloqui di lavoro nostri e di amici, per esempio, di interagire con persone che avevano palesemente “studiato” il candidato sul web prima di incontrarlo di persona. Questi primi aspetti riguardano l’apparenza che si può dare di sé stessi tramite un social network, quasi fosse un biglietto da visita. Senza dilungarsi su quanto sia interessante la possibilità di interagire con persone nuove altrimenti irraggiungibili ed entrare in contatto con numerose offerte lavorative – sopratutto su LinkedIn.
A dimostrazione dell’importanza assunta da questi strumenti, l’Università degli Studi di Pavia ha deciso di creare “Alumni” (http://www.alumnipavia.it/), un nuovo social network a disposizione di tutti i suoi laureati.
I cambiamenti nel mercato del lavoro sono solo un esempio di come la società cambia, di come noi giovani, oggi, siamo continuamente messi alla prova. Abbiamo sempre pensato che il nostro magazine debba essere un quid pluris che i nostri coetanei devono sfruttare per aumentare la loro competitività, per comunicare aspettative, sogni, progetti e dialogare con quella parte della società ancora disposta ad ascoltare.
Per questo, negli ultimi due anni e mezzo, abbiamo investito ogni momento del nostro tempo libero in UAU magazine. Ricordatevi che uno spazio per i giovani sulle nostre pagine ci sarà sempre, siamo costantemente alla ricerca di nuovi punti di vista, critiche e sopratutto proposte. Noi vi offriamo una vetrina e ora sta a voi dimostrate a tutti che non c’è nessuna generazione perduta.
fabio lunghi
lorenzo meazza