In relazione al caso “Punta est,” e in particolare alle circostanze inerenti alla sottoscrizione di una “convenzione” tra il Dipartimento di Ingegneria Edile e del Territorio e la società Punta Est srl, si ritiene opportuno portare a conoscenza dell’intera comunità accademica le considerazioni esposte dal Rettore lo scorso 7 marzo 2012 in Senato accademico e poi ribadite in Consiglio di amministrazione il successivo 27 marzo, con alcune integrazioni.
Va prima di tutto osservato che quella in oggetto non è propriamente una “convenzione” ma un “contratto attivo”: a norma dell’art. 61 del “Regolamento di Ateneo per l’amministrazione, la finanza e la contabilità”, «le convenzioni sono accordi quadro con soggetti od enti pubblici e privati finalizzati all’attuazione di un complesso coordinato di progetti di attività di ricerca, di formazione o di servizio. Esse sono stipulate dal Rettore, previa deliberazione del Consiglio di amministrazione, su proposta dell’organo collegiale di riferimento», vale a dire il Dipartimento. I contratti attivi, invece, vengono stipulati dai Direttori di Dipartimento «previa delibera dell’organo collegiale di riferimento», vale a dire il Dipartimento stesso.
Il Dipartimento di Ingegneria Edile e del Territorio ha ritenuto opportuno approvare il 10 novembre 2010 la stipula di un accordo con la società Punta Est srl nella forma di un contratto attivo, che come tale non è stato sottoposto al Consiglio di amministrazione (né portato all’attenzione del Rettore, che ha saputo della sua esistenza solo da notizie di stampa). In forza della delibera del Dipartimento, il Direttore ha potuto sottoscrivere l’accordo il 31 marzo 2011. I chiarimenti forniti dal Direttore di Dipartimento hanno evidenziato che nella fattispecie è stato ritenuto applicabile per estensione all’accordo in oggetto quanto disposto dall’art. 7 del “Regolamento di Ateneo in materia di incarichi, contratti attivi, prestazioni esterne a pagamento e contributi di ricerca”, che in proposito recita tra l’altro: «Si intendono come contributi di ricerca le somme erogate da un ente pubblico o privato all’Ateneo o a sue strutture come aiuto finanziario per ricerche di tipo istituzionale, con il solo vincolo di fornire all’ente finanziatore un rapporto finale di ricerca, comprensivo di rendiconto finanziario, e di citare l’ente finanziatore nelle pubblicazioni sui risultati delle ricerche stesse».
Oltre a ciò, merita in ogni caso sottolineare che l’Ateneo stipula ogni anno oltre duecento “contratti attivi”, per lo più sottoscritti dai Direttori dei Dipartimenti, grazie ai quali si possono ottenere in via autonoma risorse aggiuntive rispetto al Fondo di finanziamento ordinario e ad altre fonti pubbliche di finanziamento. Naturalmente, i contributi erogati dai terzi in esecuzione di “contratti attivi” non sono acquisiti dall’amministrazione centrale dell’Ateneo, ma rimangono nella disponibilità esclusiva dei Dipartimenti che hanno sottoscritto l’accordo. Ciò che è avvenuto anche nel caso dell’accordo concluso fra il Dipartimento di Ingegneria Edile e del Territorio e la società Punta Est srl: l’accordo prevede, nell’ambito di una collaborazione scientifica e di ricerca, l’impegno della società Punta Est srl a mettere a disposizione del Dipartimento di Ingegneria edile e del Territorio la somma di 64.000 euro per assegni o borse di studio, oltre che per spese a supporto delle attività di ricerca e servizi del Dipartimento stesso. Il contributo previsto viene versato dalla società Punta Est srl direttamente sul conto corrente del Dipartimento stesso, e non certamente nelle casse dell’Ateneo.
Si precisa infine che, a seguito di notizie pubblicate sulla stampa e di alcune richieste da parte di docenti, il Rettore ha ritenuto doveroso trasmettere, in data 14 febbraio 2012, la documentazione relativa al caso Punta Est alla Commissione di garanzia, organo interno competente a valutare se nella vicenda vi siano stati comportamenti lesivi del Codice etico dell’Ateneo.
Quasi contemporaneamente si è venuti a conoscenza del fatto che sulla vicenda è pendente un procedimento giudiziario.
In base alla normativa vigente, l’Università di Pavia attende quindi il totale chiarimento di tutta la vicenda da parte della Magistratura e della Commissione di garanzia, prima di procedere alle successive valutazioni di sua stretta competenza, evitando nel contempo di intervenire in una polemica politica del tutto estranea al ruolo dell’Ateneo e alle sue finalità istituzionali.