Insonnia, ansia, palpitazioni infinite… e solo perché un ragazzo mi rifiuta. L’inizio è banale e quasi tragicomico, ma del resto a quanti è successo d’innamorarsi e non sapere come dirlo? Io mi sono chiesta se una lettera d’amore potesse servire.
L’ho detto a un amico e mi ha risposto «dimmelo tu». Inizia così la mia analisi (autoanalisi volendo) su cosa fare per dirglielo. Forse al quesito avrebbe potuto rispondere Carrie Bradshaw di Sex and The City (del resto le puntate io le ho viste tutte!) ma ho una laurea, un master, sono ricercatrice quindi penso «posso arrivarci da sola!».
Non è così. Ma ci provo. Dunque mettiamola in questo modo, ho passato le ultime settimane a chiedere consigli e porre domande ad amici sul Tizio in questione: «Perché scappa da me?»; «Perché non risponde ai miei sms?»; «Se metto questa foto profilo su Facebook lo faccio schiattare?»; «Quando è on line gli scrivo?»; «Secondo voi gli piaccio ma ha paura ad impegnarsi?»…
Le risposte, ognuna diversa nel suo genere, non mi hanno condotto ad alcuna conclusione. Inizialmente pensavo di fargli recapitare, presso lo Studio per il quale lavora, un mazzo di rose rosse con un biglietto semplice “Mi manchi”, ma dopo avere chiesto il prezzo al fiorista per sole tre rose, ho cambiato idea.
Successivamente è iniziata la mia lotta verso questo potenziale insuccesso per fargli sapere che lo amo. Eccomi quindi in versione aperitivo con l’amica di turno, abitino da “battaglia” e tacco 12 in qualche locale milanese nel quale chiediamo, ad un perfetto sconosciuto, una foto da postare su Facebook in cui almeno dieci amici cliccheranno “mi piace” e commenteranno “bellissima”… non vado nel locale solo per la foto! Sia chiaro: vado anche per vedere se c’è!
Fatta questa premessa, ad operazione conclusa (foto postata sul social network, vari “mi piace” di amici e qualche commento gradevole) mi rendo conto di aver attirato la sua attenzione ma non abbastanza per un appuntamento. Mi scrive qualche sms. Non mi basta. Devo fargli sapere cosa provo. Cerco su qualche motore di ricerca “frasi d’amore” e scopro che sul web ci sono milioni di pagine dedicate al tema. Le leggo tutte e non mi soddisfano. Alcune le trovo eccessivamente smielate, altre riportano poesie di autori celebri e anonimi.
Una però la trovo geniale, «garantisco che ci saranno tempi duri… garantisco che ad un certo punto uno dei due, o tutti e due, vorremmo farla finita… ma garantisco anche che se non ti chiedo di essere mia lo rimpiangerò per tutta la mia vita, perché sento nel mio cuore che sei l’unica per me» (dal film “Se scappi ti sposo”). Eccole trovate le “parole giuste” (ovviamente avrei dovuto sostituire “mia” con “mio” e “l’unica” con “l’unico”) eppure mi domando se basteranno per esprimergli i miei sentimenti.
Perché le lettere d’amore si scrivono ancora? Quando avevo quindici anni più che lettere, scrivevo e ricevevo “bigliettini d’amore” di cui non rivelo il contenuto per evitare di diventare prolissa. E poi mi chiedo se queste parole vadano espresse con un’email o con una vera lettera scritta a mano e spedita con francobollo (specifico perché ormai ad oggi, con tutta la tecnologia, non so neppure se esistono ancora i francobolli!). Orbene, eccomi qua alla fine di questa mia breve analisi su come scrivere a Tizio i miei sentimenti (e sul mio evidente declino intellettuale) che ancora non so se le lettere d’amore vadano ancora di moda. Ma io ci provo.
La scrivo di mio pugno con tanto di citazione del film “Se scappi ti sposo” e gliela spedisco sia presso lo Studio per cui lavora che la sua abitazione (è ufficiale sono una Stalker!). E magari gli mando anche le famose rose rosse chiedendo a papà di finanziarmele. Ovviamente gli dirò che quei soldi mi servono per un libro necessario alla mia professione.
Intanto rimembro altre parole di un altro film che, nel caso in esame, potrebbero essere giuste: «Ti piace giocare?» «Mmm Sì…» «Allora facciamo un gioco: parliamo al telefono, usciamo insieme, ridiamo e scherziamo» «E poi?» «E poi il primo che s’innamora perde!» (dal film “Sette anime”). Sto ancora brancolando nell’indecisione su quali siano le parole giuste e se la lettera vada realizzata. Forse non c’è una risposta al mio quesito e nemmeno esistono le parole giuste per esprimere un sentimento… in fondo dovevo aspettarmelo: la letteratura è piena di “sentenze” sul tema.
Io ci provo perché tanto come disse J. Picoult “Le cose si rompono in continuazione. Bicchieri. Piatti. Unghie. Le promesse. I cuori. I coglioni” ed io, per provare l’ebrezza della trasgressione a volte mi sforzo e cerco di contraddirmi per apparire incoerente.
la stef
iosonounachemipiae scrivere echequello che scrivopiaccia siache ame adgli altri sonoappassionata adscrivere racconti epoesiee lttere damoreper chi si emriona evorreiche qualcunomiconsultasse