In un mondo continuamente on-line, che si sta man mano digitalizzando, l’editoria italiana non poteva restare a guardare e da qualche anno si è “adattata” con forza alla nuova frontiera del digital publishing e della lettura digitale. Si preannuncia una nuova era, un nuovo mercato da presiedere, oltre che una nuova scommessa da inseguire: il mercato degli e-book.
Per chi è “allergico” ai nuovi mezzi telematici d’informazione, per e-book si intende un electronic book, ovvero nient’altro che una versione elettronica del libro cartaceo che si presenta come una monografia con formato generico o specifico, costituito da un solo file o da un “pacchetto di file” e che richiede un’applicazione software e un dispositivo hardware per poter essere letto. Insomma più difficile a dirsi che a farsi. Infatti, i nostalgici della carta stampata si scontrano contro gli appassionati del libro tecnologico in una sorta di duello in cui l’unica vittima sembra essere la lettura.
Ma quali sono i pro e i contro di questa innovazione letteraria? Sicuramente i vantaggi degli e-book sono tanti: si pensi all’agevole trasportabilità del dispositivo e del file, all’adattabilità alla formattazione, ovvero poter ingrandire e diminuire i caratteri degli e-book, alla possibilità di fare ricerche, introdurre segnalibri, note e commenti, per non parlare della possibilità di portare con sé 1.500 libri senza sentirne il peso. Ma come ogni medaglia ha il suo rovescio: condizioni di licenza d’utilizzo restrittive, necessità di specifici dispositivi molto costosi, affaticamento degli occhi e fine dell’anonimato nell’acquisto dei titoli. Questo è solo un sintetico campionario delle “libertà perdute” dagli utenti nel mercato e-book, dove gli editori impongono unilateralmente regole, limitazioni e restrizioni inedite e assurde.
Da ultimo, ma non per importanza, la lettura di un e-book non è neanche lontanamente paragonabile al piacere che la lettura di un libro può offrire. Gli appassionati di libri di certo preferiscono l’aspetto, la sensazione al tatto e l’odore della carta stampata, non solo, gli ostacoli alla diffusione degli e-book sono causati soprattutto dalla “difficoltà” per i lettori di abbandonare la comodità e la praticità di un libro per passare alla scomodità di un freddo schermo di computer o iPad. Voi da che parte state? Comunque la pensiate, leggete, perché come affermava Bacone: «La lettura fa l’uomo completo».
tiziana laterza
L’articolo è stato scritto con un punto di vista fortemente limitato da una persona che sicuramente non ha mai utilizzato un e-book reader con schermo con tecnologia e-ink.
Io sono un lettore vorace: possiedo e uso quotidianamente un Kindle di Amazon da circa sei mesi, ma prima (e per oltre 20 anni) ho letto sempre su libi tradizionali, quindi ritengo di avere sufficiente esperienza sull’argomento. Innanzitutto la tecnologia e-ink non affatica assolutamente la vista. Gli schermi e-ink producono un risultato visivo sorprendentemente identico a quello della carta stampata: lo schermo non è retroilluminato, i caratteri sembrano veramente inchiostrati e la dimensione di un pixel è sufficientemente piccola da essere difficilmente percepibile anche con l’occhio a meno di un centimetro dallo schermo, distanza di lettura caldamente sconsigliata anche su carta stampata. Secondariamente il costo del dispositivo è irrisorio rispetto alle sue potenzialità (1500 libri in tasca), e oltretutto può essere recuperato con l’acquisto di meno di dieci libri: la versione elettronica di un best-seller costa tipicamente il 15% in meno di quella cartacea, mentre per i grandi classici si può arrivare a risparmi di oltre il 90% (fate un esperimento con in Fratelli Karamazov di Dostoevskij, e vedrete).
L’affermazione “gli editori impongono unilateralmente regole, limitazioni e restrizioni inedite e assurde” è perfettamente valida tanto per gli e-book quanto per la carta stampata, visto che in entrambi i casi sono sempre gli editori che decidono cosa pubblicare, quando, dove e a che costo.
Per quanto riguarda la frase che dice “Da ultimo, ma non per importanza, la lettura di un e-book non è neanche lontanamente paragonabile al piacere che la lettura di un libro può offrire.” questa è un’affermazione di carattere strettamente personale che vale solo per i gusti di Tiziana Laterza (autrice dell’articolo). Estrarre una regola generale da una predilezione personale è una cosa decisamente sciocca. Io, per il mio gusto, preferisco nettamente avere tra le mani un prodigio tecnologico che ha rivoluzionato il modo di trasmettere la cultura della lettura, mantenendo il pregio del non affaticare la vista ma eliminando tutte le cose inutili (libri pesanti, che occupano spazion, che si ammuffiscono, che per sbaglio perdi il segno, ecc…).
Il mio articolo è frutto di un personale punto di vista che predilige una visione vecchio stampo amante dell’odore della carta, materiale vivo derivante direttamente dalle fibre delle piante. La tua è un opinione diversa frutto di un individuale ragionamento criticabile. Ognuno credo sia libero di scrivere ciò che vuole, hai manifestato il tuo pensiero ed io il mio.
Ognuno è libero di esprimere il proprio punto di vista, ma se lo fa dovrebbe accuratamente evitare di descriverlo come un fatto valido in generale.
Quando scrivi “La tua è un opinione diversa frutto di un individuale ragionamento criticabile.”, sembra quasi che mi stai accusando di controbattere i tuoi gusti con i miei gusti. Dovresti però osservare che tutte le mie obiezioni sono basate su osservazioni oggettive giustificate dai fatti che ho riportato. Se pensi che ci sia qualcosa di criticabile specificalo.
Nell’ultima parte del mio commento ho espresso il mio gusto personale, e proprio per quello ho iniziato la frase con “Io, per il mio gusto, […]”, per mettere immediatamente in evidenza che quanto riportato a seguire valido per me solo e non in generale.