vignetta tratta dall’International Herald Tribune del 15 maggio
La si potrebbe definire, parafrasando accezioni del filosofo sensista tedesco Immanuel Kant ,la II rivoluzione copernicana economica, la trasformazione che potrebbe subire la quasi neonata Unione Europea di fronte alla vittoria del socialista Francois Hollande, ex sceriffo di ferro della comunità di Rouen contro il leader della destra francese Nicholas Sarkozy, già padrone di casa all’Eliseo da una legislatura. Il neo presidente francese, infatti, ha basato il fulcro della sua campagna elettorale sul distacco in caso di vittoria, dall’accordo di ferro con la cancelliera tedesca Angela Merkel, che ricordava tanto una sorta di dittatura dualistica economica in Europa.
Gli equilibri economici di riferimento per gli stati europei erano decisi, fino a questo momento, dal famoso asse Germania-Francia, forte dell’accordo tra la Merkel e Sarkozy. Come risultato una politica fiscale restrittiva con un fortissimo aumento del gettito fiscale, della disoccupazione, dell’inflazione galoppante, dei titoli di stato in ribasso, una Grecia in gravissime difficoltà economiche, e non vi è nessun piano Marshall e New Deal di roosveltiana memoria a salvare le potenze europee decadute dal trono, spodestate dalla crescita dello spread.
Hollande, politico non di un certo minus habens, ha proposto la stipulazione di un nuovo patto a livello europeo che converga su un punto ben preciso e delineato nel discorso sotto la torre Eiffel: conciliare una politica monetaria europea espansiva con il rigore merkelliano, attraverso un rafforzamento dell’importanza della banca centrale europea, che dovrebbe evidenziare il suo ruolo di ancora di salvataggio per i membri più indebitati dell’unione monetaria affinché le stime degli economisti siano positive. La “cura” dell’euro porterebbe un po’ di stabilità nei mercati finanziari con un aumento della vendita di titoli e derivati, e le agenzie di rating che hanno privato la tripla AAA a mezza Europa rifiaterebbero a tal punto che gli stati europei potrebbero far nuovamente leva sulla crescita, cercando di eliminare il mostro leviatano, il debito pubblico. Se l’accordo sarà firmato dalla Merkel, potremo assistere al rafforzamento della Bce, che arresterebbe la corsa speculativa che, dopo aver colpito la Grecia, l’Italia, e la Spagna, rischia di colpire i paesi che finora hanno meno risentito della crisi dell’ euro.
Se ciò avverrà, saremo di fronte alla seconda rivoluzione copernicana economica dai tempi dell’importantissima Rivoluzione industriale.
andrea catalano