COME VIVE LA DONNA PIU’ POTENTE DEL MONDO?

Da qualche mese tutti vogliono Christine Lagarde. Ovunque è chiamata a salutare, a rilasciare interviste, acclamata come una star dello spettacolo.
 Tuttavia non è sempre stato così per chi guida il Fondo Monetario Internazionale, la cui fama ha risentito profondamente dello scandalo Strauss-Kahn.
E da star Christine Lagarde, 56 anni, si comporta, prendendosi cura con attenzione certosina della sua immagine e bandendo ogni forma di incompetenza tra i suoi dipendenti e funzionari.


La sua ascesa è stata fulminea: dopo una laurea in legge presso l’Università di Parigi, si trasferisce a Chicago presso uno studio legale, dove gestisce migliaia di dipendenti, pagando i suoi successi professionali con la fine del primo matrimonio. Nel 2007 inizia la sua avventura politica come Ministro delle finanze francese, sotto l’ala di Nicolas Sarkozy, diventando il volto della riforma messa in atto dal presidente.

Ma in Francia non è andata benissimo, ricevendo le critiche di diverse riviste giornalistiche che la definivano una pedina nelle mani dei suoi amici politici.
La crisi finanziaria è la sua occasione e in poco tempo si ritrova catapultata sulla scena internazionale: incontri internazionali, G8, interminabili riunioni con i potenti del mondo a cui partecipa e brilla per l’inglese perfetto. Quando le riunioni diventano pesanti e la stanchezza ha il sopravvento sui partecipanti, lei estrae dalla sua capiente borsa una confezione di M&M’s e li distribuisce o immortala “immagini di crisi” con l’iPhone per rompere la tensione e superare grigi notti di lavoro senza fine.

A seguito dell’arresto dell’allora dirigente del FMI, Dominique Strauss-Kahn a New York, avvenuto nel Maggio 2011, le chiedono di sostituirlo e lei accetta senza esitazioni.
Oggi è il Managing Director di quel Fondo Monetario Internazionale che non ha mai avuto così tanto potere. E pensare che Christine questa posizione la ricopre da soli 9 mesi: deve assicurare il libero scambio, aiutare gli Stati vittime di crisi finanziarie dalla bancarotta e fornire ai paesi poveri in via di sviluppo gli strumenti per emergere. Lagarde, rappresenta 187 Paesi membri del Fondo, in sostanza il mondo intero; ogni Paese paga una “quota assicurativa”, e in base alla percentuale, il FMI assicura ai Paesi membri l’accesso al credito in caso di crisi e il diritto al voto.

I suoi progetti sono ambiziosi: trasformare il FMI in una “Autorità indispensabile”, in cui i miliardi del Fondo devono tramutarsi in armi di pace per garantire la stabilità e la crescita economica globale, l’aumento di posti di lavoro e la tutela dei paesi che vertono maggiormente in difficoltà. È questo quello che vuole Lagarde, il “Firepower”, la potenza del fuoco, munizioni in denaro per costruire la pace.

In questa crisi logorante lei è cresciuta, modellandosi insieme ad essa. Dentro e fuori. Il rassicurante caschetto ha lasciato il posto a un taglio corto, e ancora più deciso, che le mette in risalto la fermezza del suo profilo. Difficile non notarla. Il suo metro e ottanta e il suo fisico da ex medaglia di bronzo per il nuoto sincronizzato non le consentono di passare inosservata. Lagarde è una donna elegante, capelli bianchi brillanti e passo deciso. «Come donna, devi essere sempre un passo avanti», afferma la sua voce potente dall’accento “di mondo” con una lieve melodia francese e con uno sguardo, un sorriso al momento giusto, una stretta di mano sicura, tesse la sua tela intorno al mondo.

Ora che domina il modo potrebbe ritenersi soddisfatta. Ma la tragedia della Grecia, il deficit spagnolo e italiano, la disoccupazione portoghese, l’ Europa come epicentro della crisi, tormentano le sue notti e quelle di tutti i cittadini europei. Dall’Europa si susseguono le cattive notizie, ma lei sorride. Forse, che ci sia una via d’uscita, Christine Lagarde lo crede davvero.

alessia laterza

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