È successo tutto in pochi istanti, sufficienti però a trasformare una serata in discoteca in una delle peggiori stragi nella storia del Brasile. Lo scorso sabato, alle 2 a.m. locali (le 5 in Italia), presso la discoteca Kiss, un noto punto di ritrovo per i giovani della città di Santa María – nello stato del Rio Grande do Sul, a sud del paese – è scoppiato un furioso incendio che ha ucciso, ad oggi, circa 232 persone. Altre 100 sono invece ricoverate in ospedale, la maggior parte per inalazioni di fumi tossici. Solo il 20% dei pazienti ha riportato ustioni gravi.
Durante l’esibizione dei Gurizada Fandangueira, uno dei due gruppi presenti ad animare la serata, sarebbero stati lanciati dei razzi: fuochi d’artificio per offrire uno spettacolo pieno di divertimento. Indimenticabile. In effetti, così è stato. Il tetto e le pareti della discoteca, rivestiti di polistirolo – usato come isolante acustico -, hanno preso subito fuoco e sono caduti sopra le teste dei ragazzi. Nel frattempo i fumi tossici prodotti dal materiale bruciato hanno invaso il locale, generando presto il caos.
La discoteca dall’agosto del 2012 aveva le licenze per poter esercitare l’attività in piena regola scadute: l’uscita di sicurezza utilizzabile era solo una e la segnaletica interna non era adeguata, tanto da creare confusione. Una grande quantità di ragazzi sono stati, di fatti, trovati uno sopra l’altro nei bagni del locale avendoli scambiati per tale uscita di sicurezza. Inoltre, molti dei testimoni hanno raccontato che gli addetti alla sicurezza, non essendosi accorti del dramma che si stava consumando all’interno, non permettessero ai ragazzi di uscire per paura che non pagassero il biglietto di ingresso. Circa 2.000 persone si trovavano nel posto quella sera. Tra le vittime è stato riconosciuto anche uno dei membri della band che suonava in quel momento.
Il presidente del Brasile, Dilma Rousseff, che durante le ore della tragedia si trovava in Cile per il Vertice dei Popoli tra l’Unione Europea e l’America Latina, appresa la notizia si è precipitata immediatamente sul posto, visitando i ragazzi ricoverati in ospedale e le famiglie delle vittime. Il sindaco della città di Santa María ha proclamato 30 giorni di lutto, e la cerimonia prevista per i 500 giorni mancanti all’inizio del Mondiali di calcio del 2014, a Brasilia, è stata rinviata.
Questa triste storia ricorda molto, sia per dinamiche che per negligenze, a quella accaduta a Buenos Aires il 30 dicembre del 2004 nella discoteca Republica Cromañón, nella quale 194 giovani ragazzi hanno perso la vita per ustioni, asfissie e, come in Brasile, schiacciati da chi tentava disperatamente di scappare. Anche in questo caso la causa dell’incendio è stata un razzo lanciato da uno dei cantanti del gruppo ospitato, per animare la performance.
Poco fa è stata resa pubblica la notizia del quarto arresto della giornata: i due proprietari della discoteca Kiss e due dei componenti del gruppo musicale Gurizada Fandangueira, accusati di omicidio colposo. Non sono infatti insoliti nel Sud America spettacoli del genere, con l’uso improprio di materiale pirotecnico in luoghi chiusi, dove i controlli vengono spesso a meno e si vendono più biglietti della capacità massima di accoglienza dei locali. La storia insegna che ci vuole poco per passare dal divertimento estremo alla disgrazia: prendiamone atto.
paula parovina