Dopo quasi cinquant’anni Athos Collura ritorna a Pavia, la città che nel 1962 ha ospitato la sua prima mostra di dipinti e disegni e che oggi gli rende omaggio realizzando un’antologica a lui dedicata di circa ottanta opere e alcune installazioni, realizzate dall’artista in questi anni.
Collura nasce nel 1940 a Grotte, Agrigento, e poco più che ventenne si traferisce a Milano, dove vive e lavora. Dopo aver lavorato come scenografo nei teatri ed essersi dedicato alla tecnica del collage, diventa uno dei massimi esponenti del movimento psichedelico italiano. È proprio in questi anni che entra in contatto con gli artisti della galleria “Il Fante di Spade”, simbolo della Milano intellettuale di allora. Tra il 1978 e il 1979 Collura dà vita ad una rivisitazione dell’Art Decò, mentre a partire dagli anni Ottanta metafisica e surrealismo definiscono il suo lavoro artistico. Seguono una partecipazione a Documenta (Kassel) e una alla Biennale di Venezia. Ad oggi, è uno dei consulenti artistici per la Società Umanitaria di Milano.
Pittore, scultore, scenografo, autore di grandi installazioni, Collura è un artista a tutto tondo che, grazie alla sua creatività multi sfaccettata, sperimenta tecniche e linguaggi diversi, dando vita ad un’arte che non necessita di parole. Come egli stesso ha affermato nel corso della conferenza stampa tenutasi il 9 marzo «il mio racconto è nelle sale». E sono proprio le immagini, i colori e le forme a dare “voce” alle sue opere.
Impossibile rimanere indifferenti di fronte alla “Stanza dei pavoni”, risalente al periodo psichedelico e riprodotta dopo quasi quarant’anni per la speciale occasione. Una camera da sogno, completamente rivestita da pannelli dipinti e ricoperti da una decorazione lineare, che si avvolge in curve, spire, onde e motivi fitomorfi, dove le gradazioni del blu, del cobalto, del viola e del verdi realizzati con colori fluorescenti e potenziati dalle luci delle lampade Wood, catturano e affascinano l’occhio.
Ad alzare il sipario sull’antologica, “Le vertigini del labirinto”, un’installazione realizzata nel 1998 per la Piazzetta di Capri, dove il mito greco del Minotauro si fonde con i colori fluorescenti tipici del periodo psichedelico in un altro suggestivo luogo di spaesamento e di enigmatica realtà virtuale. Trionfo dell’intelligenza dell’uomo sulla bestia e sull’inganno, il labirinto è ricordato, dipinto e scolpito da Collura in uno spettacolare gioco di colori e forme.
Dal 10 marzo al 7 aprile presso il Castello Visconteo sarà possibile ammirare le opere di questo artista eclettico e anticonformista, a partire dalle prime opere che si rifanno alla pittura di Picasso e Francis Bacon, passando per la fase psichedelica in cui forme e colori accesi si fondono in un tutt’uno, per arrivare all’ultima produzione che ha per protagonista il codice a barre, diventato simbolo della mercificazione della bellezza e dell’arte nonché della perdita dei valori di qualunque oggetto, arrivando perfino ad annullare il ritratto dello stesso Collura.
La mostra, a cura di Susanna Zatti, è accompagnata da un catalogo con testi di Susanna Zatti, Philippe Daverio, Rolando Bellini, Sylvano Bussotti, Jacqueline Ceresoli, Erica Tamborini.
www.museicivici.pavia.it
jessica meloni