Primarie PD intervista tripla: Grossi, Bosone e Galazzo

Il Pd da uno è velocemente diventato trino (qualcuno considera davvero Gianni Pittella? Nel caso può leggere la sua mozione cliccando qui), ma l’8 dicembre sarà ricondotto nuovamente a unità, quando le primarie del partito ci indicheranno il nuovo segretario che succederà al traghettatore Epifani. Le idee e le prospettive dei tre candidati più accreditati, in rigoroso ordine alfabetico Civati, Cuperlo e Renzi, potete sentirle e leggerle ogni giorno alla tv, in radio, sul web e sui giornali – e qui trovate i testi delle loro mozioni: Civati, Cuperlo, Renzi  -, noi siamo invece a proporvi la voce dei tre capolista provinciali di Pavia. Il detto “dimmi con chi vai e ti dirò chi sei” sarà ancora in voga?

Negli incipit delle tre mozioni, le parole che ricorrono più spesso, quali autentici mantra, sono novità e cambiamento. Cambiamento rispetto a cosa? Rispetto al Paese, rispetto al centrodestra, o anche rispetto alla stessa sinistra?

SILVIA GROSSI PER CIVATI – “Le cose cambiano, cambiandole” è lo slogan della campagna di Giuseppe Civati. Trattandosi della campagna congressuale del Pd quel cambiamento di cui si parla è rivolto in principal modo alla sinistra e al partito. Intendiamo cambiare tutta la classe dirigente del Pd e organizzare finalmente una sinistra di governo. Va da sé che il rinnovamento, attenzione non la rottamazione e neppure il riciclo, ma proprio il Rinnovamento, non potrà che influenzare positivamente l’intera società.

GIACOMO GALAZZO PER CUPERLO – Cambiamento significa che il PD deve essere all’altezza delle promesse che ha fatto e che ancora non ha del tutto mantenuto. Cambiamento significa che non è più tempo di alleanze grandi nei numeri, ma povere di contenuti: noi dobbiamo avere una collocazione politica precisa e alternativa e cioè quella di un grande partito della sinistra europea, il nostro posto è nel PSE. Cambiamento vuol dire che il PD deve essere un luogo dove la politica ha qualcosa a che fare con la sobrietà, con l’etica e con il costume: la vicenda dei tesseramenti anomali è una ferita alle tante brave persone che tengono aperti i nostri circoli. Cambiamento, infine, vuol dire che il PD deve opporsi alla personalizzazione della politica, che in Italia di danni ne ha già fatti abbastanza. Mi candido con Cuperlo perché su questi punti, che io ritengo decisivi, ha detto le parole più nette.

DANIELE BOSONE PER RENZI – Deve cambiare il modo di fare politica ricreando un nuovo modello di convivenza, il che significa anche creare un nuovo modello politico, sociale e economico. Il lavoro da fare è enorme, altro che vecchie categorie politiche come destra, sinistra o centro…

Dal cambiamento, il passaggio al domandone sul rapporto con il Governo Letta è immediato. Qual è la tua idea sul suo operato e quale sarà il suo futuro prossimo (idealmente e realisticamente)?

SILVIA GROSSI PER CIVATI Il voto che diamo al governo Letta finora è un’ insufficienza. È un governo che non ha avuto un mandato elettorale, bisogna ricordarlo, e che si è insediato in emergenza, quindi ci aspettiamo che rinnovi la legge elettorale, (noi auspichiamo un maggioritario uninominale a doppio turno) e ridia subito la parola agli elettori.

GIACOMO GALAZZO PER CUPERLO – Il Governo Letta non nasce da un’alleanza politica ma da una necessità, da un Parlamento che non offre possibilità di altre maggioranze: quell’unica che c’era, Bersani l’ha percorsa fino in fondo mentre altri lo sbeffeggiavano. Altro che umiliazione, io invece penso che fosse la cosa giusta: chi gli ha sbattuto la porta in faccia ne porta la responsabilità. Letta ha dimostrato di avere una statura internazionale, ma spesso ha subìto il ricatto della destra più estremista (e ha anche sbagliato qualcosa, mi riferisco all’IMU e al caso Cancellieri). Ora loro sono fuori, e il PD deve pretendere una sterzata netta: da ora si lavora per chi sta peggio. Da subito.

DANIELE BOSONE PER RENZI – Se il governo Letta e le larghe intese rispondono alle vere priorità del Paese allora possono durare fino al 2015. Se, invece, ci si impantana in cose inutili o in diatribe politiche che no mi sembrano ancora finite forse è meglio che si vada a votare. Per priorità intendo sicuramente la legge elettorale, e una seria riforma sull’economia che favorisca davvero le crescita interna. Serve agire sulla capacità di spesa degli enti pubblici e sulla detassazione dell’impresa.

Dall’Italia all’Europa. L’afflato anticontinentale, oltre che dal MoVimento 5 stelle, sta iniziando a sollevarsi anche da diversi strati della società. Da ultimo, sabato scorso a Pavia il Procuratore aggiunto della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Calabria, Nicola Gratteri, nominato da Letta trai componenti della task force per l’elaborazione di proposte in tema di lotta alla criminalità organizzata, ha strillato la sua invettiva sull’inutilità dell’Europa. Quale dovrà essere il nostro rapporto con l’UE e quali cambiamenti, anche in questo campo, saranno necessari per un’Europa davvero incisiva?

SILVIA GROSSI PER CIVATI In parole semplici direi “democratizzare la globalizzazione”, ampliando i poteri dell’ assemblea generale dell’Onu, utilizzando la strategia diplomatica per promuovere pace e diritti umani senza la costante minaccia dell’ uso della forza. No agli F35. Un’Europa più forte e più democratica ed il Pd parte del Partito Socialista Europeo.

GIACOMO GALAZZO PER CUPERLO  L’Europa è la sfida della nostra generazione, da soli siamo destinati all’irrilevanza. Ma così non funziona. Il PD deve fare due cose. Nell’immediato, spingere il Governo a ottenere più flessibilità sui vincoli di finanza pubblica. Cuperlo dice che con lo 0,2% di margine sul rapporto deficit/PIL si otterrebbero 3 miliardi da investire nel Paese: questo va preteso, il Governo deve pretenderlo. Nel lungo periodo: per superare la fase dell’austerità serve uno scatto nell’integrazione politica. Altro che referendum sull’euro, chi dice questo è un irresponsabile. Il PD deve essere la forza politica che alle prossime elezioni europee va a sfidare a viso aperto gli antieuropeisti: voi volete uscire dall’Euro e tornare indietro, noi vogliamo costruire gli Stati Uniti d’Europa.

DANIELE BOSONE PER RENZI – Io invece penso, e forse sarò controcorrente, che l’Europa debba trasformarsi da Europa solo monetaria a vera Europa economica e istituzionale. Servirà una moneta unica, ma anche un’economia unica. Servirà una banca centrale che possa emettere Eurobond e un esercito europeo. L’Europa deve percepirsi davvero come realtà politica statuale e non solo come una ragioneria cattiva verso le politiche economiche di alcuni Stati membri. Serve ridiscutere il patto di stabilità e il fiscal compact che sta strozzando le nostre finanze e la nostra capacità di spesa locale.

Con le Europee che si terranno in primavera e con il divieto di contestualità con le elezioni politiche nazionali, gennaio diventa ossimoricamente di fatto il “mese caldo” in cui si decideranno le sorti del governo Letta. Nel breve periodo, come vedresti la nuova tornata elettorale? Come si divideranno le tre forze politiche rispetto alle ultime consultazioni?

SILVIA GROSSI PER CIVATI A gennaio il governo Letta dovrà mettere testa davvero alla nuova legge elettorale. Spingeremo ovviamente perché ciò avvenga e perché si possa votare al più presto. Per le nuove elezioni il Pd dovrà recuperare il rapporto naturale ed ovvio con il nostro alleato principale, Sel. È con loro che va costruita la nuova sinistra italiana. Una sinistra che non deve più avere paura che si ripeta il tradimento dei 101 e che rimetta al centro la parola non sono degli iscritti, ma anche degli elettori.

GIACOMO GALAZZO PER CUPERLO  Per quanto mi riguarda non si torna a votare se non si cambia la legge elettorale, un dovere morale; non si torna a votare se non si dimezzano i parlamentari; non si torna a votare se non si prova a superare seriamente il bicameralismo perfetto. Per quando si voterà: il PD deve essere il perno dell’alleanza dei progressisti italiani. Ma deve rendersi conto della sua insufficienza, perché chi dice che bastiamo a noi stessi si sbaglia di grosso: bisogna aprirsi a tutti i partiti, i movimenti e le forze civiche che vogliono costruire un’alternativa al centrodestra. Per la leadership, poi, al solito faremo le primarie.

DANIELE BOSONE PER RENZI – Ogni partito presenterà le proprie candidature nella propria lista e poi si vedrà.

Lavoro e giovani sono due temi connessi e decisamente centrali per il futuro di questo Paese. Pare, però, ascoltando le tribune politiche, che al di là delle belle parole non ci siano affatto idee concrete per uscire dalle sabbie mobili. Quali potrebbero essere le vie battibili?

SILVIA GROSSI PER CIVATI Il contratto unico di inserimento, tanto per iniziare ed un salario minimo garantito. La riduzione delle tasse sui redditi da lavoro e l’alleggerimento di altri oneri sono poi misure dovute. Dobbiamo inoltre partire da una vera e propria rivoluzione culturale, potenziando il diritto allo studio e la ricerca in universitù con contratti di tenure-track e il contrasto al nepotismo.

GIACOMO GALAZZO PER CUPERLO  Bisogna contrastare per prima cosa il dramma della precarietà. E poi bisogna pianificare e finanziare, perché se no sono parole al vento: il Governo, con i fondi che recupererà dalla lotta all’evasione fiscale e dalla maggiore flessibilità dei vincoli europei, studi e finanzi un piano per l’occupazione giovanile e femminile; e poi allenti i vincoli sugli enti locali, che potrebbero investire di più sui territori. Ancora: nella crisi, la Germania ha aumentato le risorse sulla ricerca del 15% e noi le abbiamo diminuite del 20. Esistono settori, come istruzione e ricerca, sui quali la spesa pubblica va aumentata e non ridotta. Infine, l’Italia è l’unico paese europeo che insieme alla Grecia è privo di un istituto universale per arginare la povertà. Abbiamo lasciato quella battaglia nelle mani di Grillo, riprendiamocela.

DANIELE BOSONE PER RENZI – Se vogliamo ricreare le condizioni per il lavoro giovanile, sia per chi fa le scuole professionali sia per chi va all’università, si tratta di far ricrescere l’economia. Le due cose devono essere collegate. Non ha senso una crescita economica che non riparta dalla crescita dell’occupazione. Bisogna abbattere parte del debito pubblico e risparmiare sulla spesa pubblica applicando i costi standard. E, poi, su questi risparmi investire in impresa, in formazione professionale mirata alle necessità vere del Paese. E investire sull’innovazione e sulla ricerca trasformando questa spesa in ricavo futuro sotto il profilo economico.È chiaro che no si fa da un anno con l’altro e se in tutti questi anni invece di parlare si fosse fatto, oggi non saremmo nella situazione in cui siamo. In Provincia un piccolo contributo lo stiamo dando attraverso il progetto Aster: l’idea è quella di coniugare i talenti dei nostri giovani con un minimo di ripresa economica.

Da sempre croce e delizia di tutte le sinistre europee, oggi il sindacato ha ancora un rilievo sociale? Oppure è diventato una vera roccaforte dei diritti acquisiti e dello status quo? Quali vantaggi potrebbe dare il sindacato ai giovani?

SILVIA GROSSI PER CIVATI La garanzia dei diritti del lavoratore, la giusta applicazione dei contratti e del salario minimo e la lotta alla precarietà del lavoro e allo sfruttamento dei giovani nel mercato del lavoro.

GIACOMO GALAZZO PER CUPERLO  Il sindacato deve affrontare la sfida del rinnovamento al pari dei partiti, non c’è dubbio. Ma penso rimanga un interlocutore necessario delle forze politiche e delle stesse istituzioni: è inaccettabile che si liquidi l’idea dell’aggregazione collettiva per la difesa dei diritti di chi lavora, come autorevoli finanzieri ci propongono di fare dai nostri stessi palchi. E anche dei diritti di chi studia, aggiungo. Status quo? Andatelo a dire ai rappresentanti degli studenti che si battono per il diritto allo studio, che difendono lo status quo.

DANIELE BOSONE PER RENZI – Il sindacato è rimasto 20 anni indietro. A mio avviso ha ancora una funzione importante, ma deve rappresentare non solo i lavoratori a tempo indeterminato, ma deve garantire i diritti anche dei lavoratori precari. Deve cambiare non tanto la sua ragione, ma come difende i lavoratori e quali categorie di lavoratori difende.

Riforme e imposte. Quali sono gli interventi più urgenti e quali i valori che possono essere postergati?

SILVIA GROSSI PER CIVATI La proposta deve essere incardinata su due binari: la centralità del lavoro e il sostegno alle imprese che contribuiscono alla ripresa economica. Quindi il sostegno a lavoro e famiglia con un reddito minimo garantito ed il sussidio universale di disoccupazione, la riduzione delle tasse sul lavoro e la maggiore patrimonializzazione del sistema fiscale (Imu). Sulla lotta all’evasione proponiamo la riduzione del contante e la digitalizzazione delle nuove fatture. Sulla spesa pubblica, cercare di risparmiare risorse senza intaccare lo stato sociale e… nessuno guadagni più del Presidente della Repubblica.

GIACOMO GALAZZO PER CUPERLO  Delle riforme ho detto su, quelle tre mi sembrano necessarie. Imposte: un obbiettivo politico è il seguente. Ogni euro possibile sulla riduzione del carico fiscale per chi lavora e chi produce. Se bisogna tassare di più il patrimonio di chi può permetterselo, per me questa si chiama equità. Per questo spero che si riapra una discussione seria sull’IMU: almeno il 15% più abbiente lo deve pagare, il contrario è impensabile. Infine: al dibattito su Sky ho sentito dire “prima costi della politica, poi discutiamo di patrimoniale”. Io mi candido con Cuperlo dal momento che non capisco perché le due cose debbano escludersi.

DANIELE BOSONE PER RENZI – La riforma prima e più urgente è la legge elettorale. Per quanto riguarda le imposte è necessario tagliare di netto il costo del lavoro.

Hai firmato per i referendum Radicali? Cosa ti ha convinto e cosa no?

SILVIA GROSSI PER CIVATI Ho firmato tutti i Referendum dei Radicali, nessuno escluso.

GIACOMO GALAZZO PER CUPERLO – Tutti, tranne due. Ho sottoscritto con particolare convinzione quello sul reato di immigrazione clandestina, che va eliminato dal nostro ordinamento. Non ho firmato quello sulla responsabilità civile dei giudici, tema su cui sarei più cauto, anche perché la destra su questo conduce una campagna sbagliata. E non ho firmato quello sull’abolizione del finanziamento della politica: credo che si debba superare l’attuale sistema dei rimborsi. Penso in generale che il finanziamento vada chiamato con il suo nome, reso totalmente trasparente, magari agganciato a delle premialità (esempio: più donne porti in Parlamento, più risorse ottieni). Ma la politica è un’attività pubblica che non può essere abbandonata alle sole risorse dei privati: chi su questo insegue la demagogia di Grillo e Berlusconi ci porta fuori dall’Europa.

DANIELE BOSONE PER RENZI – Non ho firmato per il referendum dei radicali, però sono convinto che la giustizia ha bisogno di una profonda riforma, sia la giustizia penale che quella civile. Così come ha bisogno di una profonda riforma il sistema carcerario che è rimasto indietro di 50 anni, non più adeguato alle esigenze educative, non più adeguato al tipo di popolazione carceraria. Personalmente ho una mia ricetta e, se volete, possiamo parlarne in un’intervista a parte…

La battaglia sui diritti, che la nostra Costituzione non classifica, quali tasti dovrebbe toccare immediatamente e per quali non è ancora venuto il momento? Matrimonio omosessuale? Testamento biologico? Fecondazione assistita? Apertura delle case chiuse? Legalizzazione delle droghe leggere?

SILVIA GROSSI PER CIVATI I diritti civili sono da sempre il nostro cavallo di battaglia. Per quanto concerne l’immigrazione: abolizione della Bossi-Fini, ius soli, riduzione dei tempi per l’ ottenimento della cittadinanza, diritto di voto alle amministrative. Siamo inoltre favorevoli e da tempo ci battiamo per un matrimonio egualitario per tutti, per il registro delle coppie di fatto, le adozioni sia per i single sia per le coppie dello stesso sesso e il testamento biologico. Abolizione della Fini- Giovanardi.

GIACOMO GALAZZO PER CUPERLO  Cinque priorità: matrimonio egualitario; una legge seria sul testamento biologico, ognuno possa scegliere per sé stesso; cancellare per sempre la vergogna della legge 40 sulla fecondazione assistita; cittadinanza a chi nasce in Italia; legare il contributo al PIL di tanti immigrati regolari al diritto di voto nelle elezioni amministrative. E dico priorità in modo consapevole. La lotta per i diritti negati non è un di più, ma è la stessa ragion d’essere della sinistra.

DANIELE BOSONE PER RENZI – Starei attento a non confondere i diritti con una società sregolata. Penso che più che discutere di singoli diritti dovremmo cercare di capire quali sono i diritti di una società comunitaria e solidale che guarda al bene comune. Chiarito questo, cosa che per ora mi sembra non abbiamo ancora fatto, allora poi ha senso passare a discutere dei diritti dei singoli.

 

lorenzo meazza

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