Siamo lieti di presentarvi la prima di una serie di interviste a giovani pavesi emergenti dell’ambito musicale e non. A più riprese, sotto lo pseudonimo Spirito Giovane, il nostro Daniele approfondirà la conoscenza di questi gruppi, proponendo in modo diretto la loro musica, con la voce dei protagonisti.
Usciti dalla sala prove si passa direttamente al pub: questo è un classico per chi sa cosa vuol dire far musica a Pavia. Ordinare una birra viene automatico, così come intervistare questi ragazzi: Laura Cice, Fabio Donegà e Jacopo la Posta. Assente giustificato, Alessio Nobili ma, come ci spiegheranno meglio i nostri tre, il gruppo non ha frontman, né prime donne.
Spirito Giovane: «Scegliete un aggettivo tra “coraggiosi” e “giovani” che vi rappresenti e spiegate perché».
Jacopo: «La nostra nascita è coraggiosa ed è l’aggettivo che scegliamo. Noi siamo nati come un trio e, volendo sfidare il canone tradizionale, non ci siamo dati ruoli. Anche dopo l’arrivo di Laura abbiamo mantenuto l’assenza di batteria e di strumentazione prettamente elettronica, preferendo un genere più acustico».
Fabio: «Recentemente però ci stiamo aprendo a nuove sperimentazioni, grazie al fatto di poter cambiare strumento di composizione in composizione – e anche durante i live».
SG: «Avete recentemente prodotto un EP».
Fabio: «Con l’Afterlife di Vigevano, una etichetta per musica indie».
SG: «Il fatto di essere tutti giovani è stato un ostacolo o un aiuto?»
Fabio: «L’investimento musicale, per la nostra esperienza, non guarda l’età: se convinci ti supportano. Quello che fa piacere è comunque la considerazione che ti viene data nonostante la giovane età».
SG: «Come funziona il vostro processo di songwriting? So che siete tutti compositori nel gruppo».
Jacopo: «Le nostre canzoni sono come carne viva».
Laura: «Quando proponiamo una canzone gli altri componenti aiutano nella composizione come se sapessero esattamente qual è l’idea che hai in mente. Nel nostro gruppo c’è molta empatia».
Fabio: «Questo perché il nostro rapporto non si chiude in sala prove e quando ci vediamo ragioniamo comunque sui nostri pezzi che, per inciso, posso anche variare nel tempo per trovare la forma che si avvicina di più a quello che vogliamo».
SG: «A proposito di considerazione: il momento in cui vi siete sentiti più realizzati?».
Fabio: «Sicuramente l’aver partecipato all’edizione 2013 di Hit Week, un festival organizzato da Francesco del Maro che prova ad esportare all’estero prodotti italiani, lasciando grande spazio alla musica. Quest’anno si teneva a Miami, ma il nostro viaggio per arrivare sulla West Coast americana è iniziato molto prima».
Jacopo: «Abbiamo partecipato ad un contest online in cui ogni gruppo poteva proporre un proprio video per racimolare il maggior numero di voti. Siamo stati scelti tra oltre cento partecipanti e siamo andati al Traffic Fest di Torino, che è stata anche la prima data ufficiale con Laura».
Fabio: «La sera del Traffic Fest dovevamo suonare alle diciotto, ma poi slittò tutto alle dieci e mezza. Mentre aspettavamo nel piazzale di fronte abbiamo visto arrivare una mandria: gente di ogni età e personalità, di tutti i tipi. E iniziavamo a tremare. Abbiamo suonato di fronte a quasi novemila persone senza che ci fosse nessuno che ci conoscesse, ma il responso è stato ottimo. Per questo ci hanno contattato per andare a Miami».
Laura: «L’Hit Festival a Miami è stato magico e surreale, così come la location: un palco costruito in un parco al centro di una rotonda – l’Arts ParkAmphiteater!».
Fabio: «C’erano tantissime persone, italiane e non. Nei giorni precedenti avevamo fatto un grosso lavoro i volantinaggio per le spiagge di Miami e molta della gente che incontravamo si fermava per conoscerci e ci assicurava che sarebbe venuto. Così è stato».
Jacopo: «Ci siamo sentiti musici e non dei semplici suonatori – e c’è differenza».
Fabio: «Abbiamo suonato in un Festival che ha portato negli States anche Marco Mengoni, Franco Battiato, Erica Mou, i Musica Nuda. C’era anche il Canzoniere Grecano-Salentino, i giovani eredi di musicisti degli anni settanta che propongono ancora musica folk salentina, con grande coraggio. Il brivido è vedere il proprio nome sui cartelloni, anche nei video, accanto ad artisti come questi. Lascia senza fiato».
Laura: «E anche dopo la nostra performance, un body guard dietro le quinte ci ha fermato dicendo che c’era gente ad aspettarci. Aperta la porta ci siamo trovati di fronte a un enormità di gente. Ci chiedevano “fate altre date negli States? Perché siamo disposti a venirvi a vedere!”. Non siamo ancora tornati da Miami, con il cuore siamo ancora là».
SG: «Il prossimo grande appuntamento?».
Jacopo: «Siccome Miami non c’è bastato, abbiamo contattato Ont’ Sofa, una sorta di web tv in cui artisti in acustico possono esibirsi su un divano con un endorser Gibson».
Fabio: «Già, perché lo studio di Ont’ Sofa è sopra alla sede Gibson di Londra, vicino ad Oxford Street. Il 13 gennaio saremo quindi nella capitale del Regno Unito per questa nuova tappa della nostra avventura».
Buon futuro ai coraggiosi I Am The Distance e buon ascolto ai lettori di UAU Magazine.
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spirito giovane
Wow, this piece of writing is fastidious, my younger sister
is analyzing these things, so I am going to convey her.