Brave, Young Spirits #2 – Roam Inside

press1 2000x1393Quando esco dalla birreria dopo l’intervista, ho un adesivo della band in tasca. Sul retro la carta è vissuta, mentre la copertina del loro album sul fronte è un campo di grano sotto un cielo azzurro che sa di onestà e immediatezza. Una sensazione di netto contrasto che avevo già comunicato ai due chitarristi del gruppo pochi minuti prima.

Marco Brueckelmann: «Hai colto proprio nel segno. Diciamo che il significato della fotografia rimanda molto sia ai testi delle canzoni che al nome della nostra band. Certo, si contrappone un poco al nostro genere, che non è molto diffuso in zona».

S.G.: «Quindi se vi chiedo di descrivervi come giovani o coraggiosi…».

M.B.: «Scegliamo senza dubbio coraggiosi, anche perché ora come ora sembra difficile trovare spazio al rock, sia alternativo che post-grunge. Il sound è senza dubbio di stampo americano e in l’Italia credo stiano venendo fuori soltanto ora band che già esistevano quando noi abbiamo iniziato».

Alessio DeMartini: «Certo, noi lo facciamo sia per passione verso il genere, sia per la semplice voglia di portare in giro, attraverso canzoni inedite, un po’ delle nostre convinzioni. Investiamo molto su di noi».

M.B.: «E gli investimenti spesso non tornano indietro; sono forse un’altra nota di coraggio, benché si sappia fin dall’inizio che andrà a finire così».

A. D.: «C’è anche da aggiungere che molte band provano a proporre pezzi inediti, ma senza la capacità di accordarsi su un genere preciso. Su questo noi siamo fortunati perché, anche se siamo in disaccordo su qualcosa, presa una decisione che ci soddisfa la seguiamo fino in fondo. Come la scelta di questo genere».

S.G.: «Come siete giunti a questo stile?».

M.B.: «È derivato da quello che ci piaceva durante il songwriting: il nostro metodo di composizione e la nostra musica sono simili agli aggettivi che hai usato per la copertina. Scriviamo per lo più “di pancia”, presentando le nostre idee agli altri membri e facendo qualche improvvisazione. Siamo comunque molto critici e se notiamo qualche parte non coerente la modifichiamo».

A.D.: «Ognuno di noi ascolta generi anche molto distanti fra loro, ma alla fine quel che vogliamo è un suono diretto e, se possibile, non scontato».

S.G.: «Ho notato che nella vostra line-up ci sono due fratelli Brueckelmann. È questo l’anello di congiunzione dei Roam Inside?».

A.D.: «La congiunzione è che fa più figo dire che “I Roam Inside sono una band formata dai fratelli Marco e Paolo Brueckelmann”».

M.B.: «È solo il fascino del cognome straniero! Scherzi a parte, è così: io e Paolo suonavamo a Roma e quando ci siamo trasferiti a Milano la voglia di musica ci ha seguiti».

S.G.: «Come avete conosciuto gli altri membri della band?».

M.B.: «Ho conosciuto Alessio in università. Dario, il nostro batterista, l’abbiamo visto camminare proprio qui fuori mentre andava verso la sala prova, con una bacchetta di batteria in mano. Ci siamo fermati, gli abbiamo chiesto di provare con noi e lui si è subito inserito nel gruppo. Prima di Dario avevamo incontrato Davide Sorrisi. Dopo un piccolo provino siamo rimasti colpiti dalla sua voce e anche dalla pronuncia: Davide è italo-canadese e ha vissuto in Canada diversi anni, permettendogli così di darci un aiuto anche nei testi. Lui ci ha permesso di sfruttare la sua esperienza con la lingua a supporto di testi scritti in inglese perché era naturale la scelta di quella lingua per persone “randage” come noi. Il nostro nome si riferisce proprio a questo nostro comune passato peregrinatore, ma anche all’idea di un viaggio interiore».

S.G.: «Come è nato il vostro album?».

A.D.: «Nel 2010 abbiamo partecipato alla seconda edizione della Battle of the Bands organizzata da Bagana Records e dalla Jack Rock Agency, il cui premio finale era proprio la produzione di un intero album. Noi siamo diventati ufficialmente una band proprio in quell’anno e si può dire che la Battle sia stata il nostro privo vero test su un palco importante. Ogni band aveva a disposizione venti minuti all’interno di un locale del nord Italia; inizialmente dovevano esserci una prima data di eliminazione e una seconda di ripescaggio, ma alla fine il contest è durato per cinque date. Si sono eletti i vincitori di ogni serata, i quali sono stati poi finalisti in un ultimo concerto in cui il peso della giuria era maggiore rispetto a quello del pubblico».

M.B.: «I locali erano sparsi in tutto il nord Italia, da Milano a Torino; abbiamo anche allargato il nostro giro di conoscenze, incontrato grandi persone che non scorderemo mai. Questo è stato un premio aggiuntivo».

A.D.: «La stesura dell’album è iniziata su alcune basi composte da Marco e Davide, il nostro cantante. Alcune di queste basi erano già diventate canzoni per un piccolo demo, solo due di queste sono poi state rivisitate e inserite nel CD del 2010».

M.B.: «Le altre canzoni sono state scritte durante il periodo delle registrazioni e alcune sono più aperte, come Far, un pezzo che inizia come una classica ballad rock ma contiene un ritornello più incalzante. L’apporto di Dario alle batterie è stato fondamentale».

S.G.: «Qual è la prossima cosa che farete insieme?».

A.D.: «Abbiamo avuto la fortuna di collaborare con Gianluca Fedele nella realizzazione di un filmato che accompagnasse la prima canzone dell’album, Anxiety. Stiamo aspettando la fine del montaggio per pubblicizzarlo al meglio».

M.B.: «Il video riprende proprio il concetto del testo della canzone e siamo molto soddisfatti di aver potuto dare a Gianluca libertà di creazione. Avere la possibilità lo rifaremmo per ogni canzone dell’album!».

spirito giovane

Ascolta Under my Skin!

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Line-up:

Davide Sorrisi – voice
Marco Brueckelmann – guitar
Alessio De Martini – guitar
Paolo Brueckelmann – bass
Dario Cani – drums

Etichetta: Bagana Records – http://www.baganarock.com/

Site: www.roam-inside.com

Album Tracklist:
01. Anxiety
02. Under My Skin
03. Greater Than Hell
04. Quiet Revenge
05. Behind The Clouds
06. Far
07. Crawl
08. Another Way
09. Better Days
10. Get It Wrong
11. Burden

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