Navigo sull’autostrada sotto un sole primaverile. La mia panda arancione è una navicella spaziale e sono solo in questa missione. Tutto sembra estraneo. Altra regione, altra provincia; facce straniere, cielo straniero. Le vetrine splendono un poco di più rispetto a Pavia, i negozianti sono forse più distesi e gentili, ma è la solita vecchia storia.
L’incontro con due quinti dei Nonostante Clizia, i fondatori del gruppo Valerio Gaglione e Simone Barisione, me lo conferma.
Simone: «Alessandria non è diversa da Pavia, anche lei d’inverno si copre di nebbia».
Mi lascio guidare da loro verso il centrocittà.
Spirito Giovane: «Giovani o coraggiosi?»
Simone: «Coraggiosi!».
Valerio: «Ci vuole coraggio per suonare nel 2014, così come ci vuole coraggio a restare invece che andarsene, preferendo magari un futuro più incerto».
Simone: «La sicurezza, intesa come un piccolo margine di guadagno, non esiste più nella musica italiana indipendente. La spinta che rimane ti viene dalla passione. Per noi suonare è un lavoro a priori e al contempo una dedizione».
Valerio: «L’unica sicurezza oggigiorno è sapere di fare arte».
Spirito Giovane: «Com’è fare un tour?».
Valerio: «Fare un tour è una figata! Vedi posti nuovi con occhi da viaggiatore e al contempo musicista, ti passano davanti immagini che ti arricchiscono. È una crescita mentale».
Simone: «E uno dei pochi modi con cui uno studente possa viaggiare!».
Valerio: «Porterei avanti il tour tutta la vita, per sempre. Perché questo ci mantiene giovani. Inoltre, dopo un po’ di tempo senza palco credo che qualsiasi artista perda un poco della sua identità».
Simone: «Sono contento di poter fare il tour, di avere questa isola di felicità mentale. Un pensiero altrove che ti tranquillizza e che serve in questo periodo…».
Valerio: «…in cui tutto sembra sul punto di scoppiare. Sia chiaro: per noi questa non è una utopia! Costruire un tour ti porta ad affrontare anche problemi reali, soprattutto quando inizi ad investire cifre che con grande probabilità non torneranno».
Spirito Giovane: «Come trattate con questi problemi più concreti?».
Simone: «Collaboriamo con una agenzia, la Ronzinante Booking, ma per ritrovare qualche data facciamo un po’ di autogestione. Insieme al mio amico Adolfo abbiamo aperto una piccola nostra agenzia, la Molecole Booking, che serve come strumento per il nostro tour, ma anche per altri due realtà locali. Progetti in cui crediamo».
Valerio: «Inoltre abbiamo la fortuna di avere un manager, Andrea Vittori della MA9 Promotion, che definirei una mosca bianca, un mentore: ha instaurato con noi un rapporto di tranquillità e fiducia, di complicità. Perché crede nel progetto e in noi».
Spirito Giovane: «È vero che l’inedito fa fatica a trovare un palco?».
Simone: «Forse dipende molto anche dai posti. Magari nel locale, intendo nelle piccole realtà, l’inedito non attira; ma vi sono anche eccezioni. Giusto per fare un esempio, conosciamo di fama il Keep On, che riunisce diversi locali al fine di presentare solo musica inedita. Poi è anche vero che un artista o una band deve crearsi il proprio circuito».
Valerio: «Pochi spazi, pochi soldi alle band e poca mentalità da live, penso siano queste cose che hanno portato alla situazione attuale. Certo, se ti fai il mazzo trovi comunque dove suonare, soprattutto nelle grandi città».
Spirito Giovane: «Verrete a farci un saluto a Pavia?».
Simone: «Vedremo di organizzarci».
Valerio: «Se c’è la possibilità, più che volentieri».
Spirito Giovane: «Parlatemi del vostro EP, Bang!».
Simone: «L’EP è una realtà forse già vecchia, di almeno un paio d’anni. Abbiamo fatto anche un video per il singolo I Ragazzi dell’Alaska che è andato in rotazione su MTv, ma anche Virgin Radio, Radio 105 e RockTv hanno trasmesso le nostre canzoni. Abbiamo fatto una promozione spietata e ottenuto un insolito e discreto successo, per essere un EP».
Valerio: «Si basa tutto sulla ricerca di un suono musicale, anche pop, e di atmosfere precise».
Spirito Giovane: «I testi contenuti nell’EP sono notevoli, molto forti nelle immagini».
Simone: «Siccome dei testi si è occupato Valerio, dirò che come ascoltatore sono d’accordo: forse per il suo legame con l’arte pittorica, la sua abilità nel dipingere, Valerio ha questo talento nel formare testi fotografici, mi sento di dire».
Spirito Giovane: «Criticano spesso il vostro genere, soprattutto per i testi ritenuti pieni di parole sentite come inutili o vacue».
Simone: «Criticare è diventato un modo di essere».
Valerio: «Possiamo dirlo tranquillamente che siamo meno ricercati di molti gruppi a cui ci accostano e soprattutto cerco di dare forma ad immagini che sono più tipiche di musica estera. Nell’EP ho dato la stessa vena minimalista delle musiche alle parole. Certo, probabilmente si sente il nostro forte amore per la letteratura e per l’arte, che però è dietro alla nascita del nostro gruppo ed è dunque nel nostro DNA. Il nome del gruppo è preso dal titolo di un romanzo di Andrea Pinketts, che abbiamo avuto anche il piacere di conoscere mentre registravamo l’EP a Milano».
Simone: «Alla fine il mercato musicale relativo all’indie è un po’ scomparso, quindi avremmo potuto anche sperimentare qualcosa di più, sia nelle musiche che nei testi. Alcuni artisti producono un CD subito, ma è pericoloso perché non hai niente di pregresso a cui appoggiarti. Noi invece abbiamo preferito produrre qualcosa che ci soddisfacesse e fosse un punto di partenza per poi passare al livello successivo. L’EP in sé contiene anche delle sonorità che nel nostro prossimo album rivedremo e modificheremo. Per i miei gusti è fin troppo poco minimalista, ad esempio».
Valerio: «Come vedi anche noi siamo critici, anche sul nostro operato!».
Ci salutiamo in piazza che ormai il sole è scomparso.
Parlare con Simone e Valerio è stato riscoprire temi e opinioni comuni a tutti i ragazzi che ho già intervistato. A quelli che come noi hanno passione per la cultura e l’arte. Anche se nell’orizzonte che ho di fronte vedo solo il buio dell’autostrada, le luci delle colline mi guidano verso casa.
Sembra più vicina di quanto mi apparisse all’andata.
Tutti i volti che ho visto nelle interviste, tutte le persone che ho conosciuto, sembrano stipate con me nella mia vecchia panda arancione.
Tutti stretti nella mia navicella spaziale.
spirito giovane