Mentre mi avvicino al locale la sera è già calata. Vedere quel piccolo cortile tutto vuoto fa impressione. Mi fermo a spulciare le locandine in cerca di nuovi gruppi da intervistare quando arrivano i membri dei Reapers. E per me, che ho suonato così come loro a SpazioMusica, è come essere tra colleghi di lunga data. Abbiamo una quarantina di minuti prima del loro soundcheck: basta e avanza.
I Reapers sono:
Gianfranco Colombo – Chitarra.
Mattia Ricchini – Basso.
Fabio Rotondi – Voce.
Nico Salvemini – Batteria.
Andrea Varano – Chitarra.
Spirito Giovane: «Giovani oppure coraggiosi?».
Mattia: «Coraggiosi! Per suonare le proprie canzoni inedite c’è bisogno di crederci. Coraggiosi anche a cercare di produrre un demo in questo periodo di crisi, anche se ormai molte band riescono ad arrivare a questo traguardo».
Gianfranco: «È difficile trovare lo spazio giusto per proporre inediti».
Andrea: «Da alcuni posti ti catapultano via, se capiscono che non fai cover!»
Gianfranco: «Ti dicono: “la gente vuole cantare!”».
Fabio: «Maracaibo!».
Mattia: «Andare si ma dove?».
Nico: «Tia, tu non c’eri ancora nel gruppo quella volta in cui ci dissero che la musica dal vivo non tira più».
Gianfranco: «Purtroppo a volte mi chiedo se sia vero, a volte capisci che la musica non viene più considerata come una volta. Eravamo vicino a Pavia, in un locale a fare un contest, dove neanche entravano a sentirti. L’altro gruppo contro cui gareggiavamo era della zona e la gente entrava solo per applaudirli e fargli far punti».
Nico: «Quella volta al Parranda è stato coraggioso».
Mattia: «Avevamo deciso di preparare alcuni pezzi più pesanti per svegliare un poco il pubblico, tra cui Bitches, una canzone che è stata poi registrata da alcuni fan e si trova su youtube. Questa scelta si è rivelata poi il nostro modo di reagire a quel particolare feeling tra i gruppi di genere più leggero, il pubblico e, soprattutto, la giuria».
Andrea: «Siamo usciti comunque dal contest, ma per centesimi di punto; e ci siamo divertiti».
Spirito Giovane: «Avete anche suonato all’Alcatraz, se non erro».
Nico: «Sì, era il giugno del 2012. Fu la Finale Nazionale di EmergenzaFestival, un contest a eliminazione che prima raccoglie le band organizzando delle eliminatorie in molte città italiane; in queste eliminatorie passano le prime tre band, mentre nelle semifinali passano soltanto le prime. Le band che rimangono si scontrano nella serata conclusiva, che nel 2012 era proprio all’Alcatraz».
Gianfranco: «Siamo arrivati sesti su un totale di circa 150 band partecipanti. Il sistema era classico: valgono in maniera equivalente il voto del pubblico e quello della giuria. A quell’epoca Mattia e Fabio non erano ancora parte del gruppo, ora si ricomincia con una nuova formazione!».
Nico: «Questa serata a SpazioMusica è la prima per Fabio!».
Spirito Giovane: «In bocca al lupo, allora! Qual è il segreto del vostro nome?».
Andrea: «È l’acronimo di Realizzazione Personale, che è l’obiettivo di tutti noi».
Mattia: «Pensiamo di poterla raggiungere attraverso la musica».
Gianfranco: «Per questo nei testi andiamo alla ricerca di argomenti sui quali si possa esprimere un nostro personale punto di vista».
Fabio: «Come accennato, sono entrato nel gruppo da poco e, quando ho letto i testi e ho cercato di dar loro la mia impronta, ho subito realizzato quanto fossero diretti e quale potenziale comunicativo avessero».
Gianfranco: «Ci piace pensare che la musica sia comunicazione, per questo motivo stiamo attenti a imprimere la nostra personale impronta sia sui contenuti che sulla forma del testo».
Spirito Giovane: «Si è parlato di una demo a inizio dell’intervista: è la prossima cosa che farete insieme?»
Gianfranco: «Vogliamo concludere quel capitolo perché ci stiamo lavorando da molto tempo: abbiamo registrato perfino il giorno di Natale, lo scorso anno! Molte cose ci hanno rallentato, come l’uscita dal gruppo di Sami Delfino, il nostro precedente cantante. Abbiamo preso strade differenti, ma lo ringraziamo molto per l’apporto alla band e per il fatto che spesso viene ancora a sentirci. Abbiamo un buon rapporto con lui, anche se ci siamo separati».
Mattia: «Cercheremo di proporre cinque pezzi nostri, dei quali tre con testi in italiano e due con testi in inglese».
Gianfranco: «Inizialmente tutte le nostre composizioni erano in inglese».
Mattia: «A mio parere perché è una lingua con cui si compone in modo più immediato».
Giafranco: «Ne avevamo tradotte alcune in italiano nell’idea di avere più feedback dalle persone che vengono a sentirci…».
Fabio: «…l’italiano ha decisamente un suo fascino e sarebbe bello riscoprirlo. Effettivamente abbiamo tradotto alcuni pezzi originariamente composti in inglese, ma le traduzioni sono risultate troppo scontate e banali. Stridono all’orecchio. I pezzi che ora proponiamo in italiano li abbiamo composti direttamente nella nostra lingua, sono nati così, forse dall’inconsapevole esigenza di comunicare in modo più diretto. In generale, però, credo che gli amanti del nostro genere ascoltino con più facilità testi in inglese».
Mattia: «Dopo il demo speriamo di fare una buona stagione di live».
Nico: «Con i recenti cambi di formazione vogliamo trovare una maggiore sinergia sul palco. Inoltre non sarebbe male riuscire a sistemare tutte le nostre composizioni, che sono parecchie!».
Mattia: «Poi ci conosciamo molto bene, siamo dei grandi smanettoni, perciò se ci lascio troppo tempo di fronte ai pezzi…»
Gianfranco: «…poi si rischia di andare troppo al di là dell’idea originale».
Lascio che i Reapers facciano il soundcheck. Spazio è il posto ideale per band come queste, perché ti tratta come uno di famiglia sia chi suona, sia chi ascolta. È piccolo il locale, è piccolo il cortile, ma quel palco vuol dire tanto per musicisti come noi.
spirito giovane