Un film da non perdere? “Zoran, il mio nipote scemo” (2013) di Matteo Oleotto

Ci sono luoghi in questa lunga e strana penisola chiamata Italia che possiedono al loro interno tratti unici al mondo. Incredibili sfumature di vita che si celano tra una piega e l’altra di una terra dove ogni cosa ha una storia da raccontare, leggende di uomini e tempi lontani riflesse dentro un bicchiere di buon vino.
Come quello che nasce tra le viti di un posto al limite tra poesia e bestemmia, confine eterno tra “noi” e “quelli” sempre più umano e meno doganale. Il paesaggio che fa da sfondo allo stupendo film “Zoran, il mio nipote scemo” (2013) di Matteo Oleotto, praticamente, che altri non è se non un Friuli (“patria” del regista debuttante) di gente dura e cruda. Quelli che preferiscono un buon “taj” di vino rosso a tante parole belle d’amore, forse perché nessuno gliel’ha mai insegnate a dire e non perché sono inutili, come cercano di autoconvincersi loro.
Uomini che hanno nome e cognome. Paolo Bressan (Giuseppe Battiston), cinico avversario della vita a priori, al limite tra l’alcolizzato e il giuda, che vive un esistenza scialba come un tocai annacquato nel paesino di Doberdò, al confine con la Slovenia. E sarà proprio lì che troverà la chiave per cambiare la propria vita, senza saperlo: Zoran Spazzapan (Rok Presnikar), lontano nipote sconosciuto di 16 anni che andrà a vivere con lui dopo la morte della nonna.
Da dietro i suoi occhialoni spessi e con un italiano appreso da libri di cento anni fa, il giovane non avrà subito vita facile con il parente e il contrasto tra i due assumerà le stesse tonalità di un film esistenziale. Fino a quando Paolo non scopre il talento incredibile per le freccette di Zoran, possibile miniera di soldi facili a cui non vuole rinunciare. Sarà solo l’insieme di un viaggio che affronteranno, tra le colline di un nordest dove l’amore sbuca nei punti in cui meno te lo aspetti.
Tra lacrime e risate, l’opera prima di Oleotto incanta perfino lo spettatore più titubante, lo invita a bere e ride con lui come un matto. Ma i postumi della sbornia si sentono sempre alla fine e solo gli uomini veri sanno rimettersi in piedi per ridere nella vita reale. Quelli vivono nei posti più incredibili del mondo, come il Friuli.

timothy dissegna

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