Botta e Risposta Dadaistico con Hikobusha

Hikobusha uaumag

Da sinistra: Stefano Maurizio (chitarre), Davide Gammon (voce), Paolo Zangara (basso), Jama Ferrario (tastiera e campionamenti)

Tornando dalla lezione di chitarra, comunico a Davide Gammon Scheriani di trovarci in dieci minuti su Skype. Ho da sempre valutato Hangout un servizio migliore per qualità audiovideo e non posso che confermare. I primi dieci minuti dell’intervista sento solo disturbi e vento-da-microfono-non-funzionante.
Comunichiamo a gesti. Tipo: il taglio della gola è “non ti sento”. Solitamente lo uso per dire “dacci un taglio”, ma non era quello il senso.

| ATTENZIONE | INTERVISTA VOLUTAMENTE DISTURBATA-DISORDINATA | ATTENZIONE |

Al centro c’è Davide, alla sua sinistra Jama; a destra Paolo e Stefano. Gli Hikobusha mi aiutano. Davide addirittura si confida: «ultimamente sono molto attratto dall’idea di “disguido creativo” (o era incomprensione creativa? Non si capiva); sono curioso, credo tutti lo siamo, di vedere cosa salterà fuori dall’intervista».

| 1° INTERVISTA-DADAISTA DI UAUMAGAZINE |

S.G. – Coraggiosi o giovani?

Davide – Corraggiosamente giovane o giovanamnete coraggiosi.

[Jama ride e mi lusinga mentre tentano riparazioni. Seguono *crrrrrsssshhh* e *biiiiisssssshhh*].

Davide – Direi più coraggioso. Non sono ormai così giovanissimo quindi… [altri *grrrcrrrrtrrrr*] Visto che la musica rock è sempre stata associata alla giovinezza: coraggioso piuttosto che giovane, ecco. Coraggioso anche il nostro progetto. [*bratatatata*] …poi due su quattro abbiamo i capelli brizzolati, dicevo del non più giovane a senso. Anche non troppo giovane per l’esperienza nel settore [*vssssssssh*] …mettere insieme menti diverse allunga molto i tempi di costruzione degli album. Quindi il coraggio sta anche per il mercato – perché penso che artisticamente non ci siano band come la nostra.

Jama – Ci mettiamo tanto a fare i dischi. Ci piace sperimentare – e sperimentare molto; ma altrettanta lungaggine viene anche dal fatto che, a fare un disco, litighiamo molto.

S.G. – Quindi avete inglobato i litigi nel metodo di composizione?

Paolo – [urlato da fuori campo] Senza disordine non c’è progresso! [*swiiiish*, girano il computer verso Paolo] … credo sia una cosa naturale; non è né una tecnica, né qualcosa di ricercato. Le cose vanno in questo modo, ma non solo nella musica!

S.G. – Molti riferimenti letterari nelle vostre canzoni: la ricerca allunga ulteriormente la composizione?

Paolo – [*bratatatatata*] …cercare. Siamo gente di una certa età e abbastanza colta: ci mettiamo riferimenti che sono nostri, che sentiamo della nostra esperienza. [*fffffffiiiiiiii*] …si conoscono molte cose; è una dialettica continua la nostra. Questo è un po’ il modo con cui opera Hikobushi.

S.G. – (io non sento proprio niente). Vi etichettate oppure no?

Davide – Abbiamo quattro storie diverse, sia a livello personale che musicale, il che rendo molto difficile stare all’interno di un unico genere. Fondamentalmente non ci interessa essere etichettati. Anche se questo può creare qualche difficoltà al pubblico. Sicuramente per quest’ultimo disco ci siamo anche chiesti se non fosse troppo disorientante.

S.G. – Molte band sono costrette a darsi un genere dalle agenzie. Voi come vi ponete?

Jama – Noi andiamo per la nostra strada anche perché, personalmente, credo che non esista più il pubblico etichettabile. Cioè: fortunatamente o sfortunatamente, rispetto a qualche anno fa, oggi viviamo un’epoca in cui c’è di tutto e il pubblico è meno etichettabile ([*luuuuush*] …e questo è il potere dell’mp3).

|SIPARIETTO, DA FUORI CAMPO TRA *FLUSH* E *GRASH*|
Paolo – Sarà molto interessante vedere cosa salta fuori perché noi siamo fondamentalmente dadaisti.

S.G. – Molti gruppi scoprono in questi anni l’elettronica… [tecnicamente neanche una domanda]

Davide –  L’avere dell’elettronica è dalla nascita di questo gruppo che l’abbiamo. Questo è sempre stato un gruppo elettronico, fin dal 2005 quando l’ho fondato. La sfida iniziale era proprio quella di mettere musica suonata e musica campionata insieme. C’è stata anche una parentesi con un batteristica, che ha utilizzato comunque una synth-drum; attualmente Antonio Colombini è all’estero, ma non dubito che al ritorno troverà il posto che aveva nel gruppo.

S.G. – Siete uno dei gruppi più longevi che abbia mia intervistato. Come vi siete conosciuti e come perdurate.

Jama – perduriamo litigando! [lo capisco benissimo]

Davide – [*crrrrrrriiiiisssssh*] …ma in realtà io sono il componente che da inizio al gruppo. Poi si aggiungono in ordine Paolo, Stefano e per ultimo Jama; ci sono stati diversi cambi, ovviamente. La finalità è sempre stata quella di mettere insieme canzone tradizionale con sperimentazione e dunque è questa la cosa che ci ha messo insieme. Sperimentare qualcosa di nuovo.

S.G. – L’ultimo vostro album risale ad un mese fa: raccontamelo. È un concept?

Davide – Sì, è uscito l’11 novembre. Forse l’unico suo concept è quello di non avere avuto un concept. Discoregime, il nostro precedente lavoro, aveva una struttura più forte e organizzata, quindi per questa nuova creatura abbiamo voluto andare dall’altro lato della barricata. L’album si chiama Disordini con la i finale (all’interno c’è invece una traccia chiamata Disordine con la e finale).

S.G. – La prima canzone che ho sentito di voi è Obliquità ed ha il carattere di un singolo. Come è nata la canzone e come è nata la collaborazione con Monica P?

Paolo – [*oooosssssh*] …ma è nata un po’ come nascono tutte le nostre canzoni. Non abbiamo voluto creare un singolo necessariamente, non era intenzionale; abbiamo deciso di farlo uscire come singolo semplicemente perché ci sembrava più fruibile. Radiofonica. Orecchiabile, per il discorso che si fa quando vuoi farti conoscere ecco. Monica P  è una carissima ragazza di Torino, una cantautrice molto valida con cui abbiamo avuto questo incontro artistico ad un concerto di Hugo Race (anche lui ospite nell’album, dice Davide da fuori campo). Da lì è nata l’idea di ospitarla nella canzone e fare una feature, anche perché la si conosceva già da prima come artista.

S.G. – Dove suonerete prossimamente?

Davide – A Pavia se ci inviti.

S.G. – Se riesco ad organizzare un festival di Brave Young Spirit sarete tra i primi che contatterò!

Davide – [*asssssshatassssh*] …comunque la nostra agenzia sta costruendo nuove date del tour per l’uscita di Disordini. Abbiamo appena suonato in provincia di Milano, con la band Il Pan del Diavolo, il 5 dicembre a Circolone di Legnano. Una data che andata molto bene, ne siamo molto soddisfatti. Ci piacerebbe spostarci un po’, girare il nord e il centro italia. E venire a Pavia, ovviamente.

Sforo i caratteri di 1000 battute, circa. Troppo. Vorrei ridurre, correggere, ma è troppo artistico così. Togliere tutti i *fruuuuuuuush* e i *poooooooosh* sentiti non renderebbe giustizia a questa intervista-dadaista.
Domattina forte dosa di realtà a colazione, stanotte sognerò ancora gli Hikobusha su un palco pavese di un utopico festival di musica inedita emergente (organizzato da me).

spirito giovane

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