Dalla voce di Immanuel Casto

Foto 1 Immanuel Casto b

La voce di Immanuel Casto è profonda. Non baritonale, non da basso: profonda. Capisco chi si trova in soggestione ad ascolarlo, ma anche chi si trova a suo agio nell’ascoltarlo. Forse sono io, mi sono sempre piaciute le voci profonde a quelle squillanti e acute, ma credetemi: è un piacere per l’orecchio. Attrae.

Commenti che forse saranno di suo gradimento, stando a leggere titoli e testi delle sue canzoni; ma Immanuel Casto è cambiato, è un artista in evoluzione, è molto più di quanto appaia.

 

SpiritoGiovane «Allora, terza intervista per UAUMag. La prima risale al 2010: cos’è cambiato?».

Immanuel Casto «Son cambiate tante cose, sia all’atto pratiche, sia per il mio lato artistiche. All’atto pratico sono usciti tre album in questi anni: è uscito Adult Music per la Universal, poi Freak & Chic nell’edizione digitale e ora è appena uscito The Pink Album, terzo album per la Artist First. Alla fine del 2012 ho creato Squillo, un gioco di carte che è diventato un top seller italiano; in seguito a questo ho fondato la Freak&Chic, società che si occupa di distribuzione e vendita di giochi, nonché etichetta discografica. Sono diventato anche imprenditore, diciamo! A livello artistico sento di essere cresciuto molto… adesso ho anche il coraggio di trattare temi più emotivi, di natura sentimentali direi. È paradossale che io parli di coraggio in relazione ai temi emotivi perché una cosa coraggiosa per me è non parlare di sesso, a quanto pare!».

 

SpiritoGiovane «Hai risposto praticamente alla domanda topica della rubrica! Parliamo invece della definizione di porn groove e della tua relazione con essa».

Immanuel Casto «È vero che è un’etichetta che inizia a starmi un po’ stretta. Ho fatto molte canzoni che parlano di sesso in maniera esplicita, ma con un sound e un approccio più pop; ma ho fatto anche canzoni con tematiche completamente diverse. Una delle mie canzoni più famose, Escort 25, è vero che parla della prostituzione e come argomento è affine al primo… ma Zero carboidrati parla di disturbi alimentari e ossessione per l’aspetto fisico; Killer Star dell’ossessione morbosa della cronaca nera nei confronti dei delitti e del pubblico di chi la segue, come dei programmi televisivi che ci speculano sopra. Che bella la cappella parla invece di abusi, Sognando Cracovia parla di badanti e matrimoni d’interesse… Da Grande Sarai Frocio parla di coming out. E parlo solo dei singoli, perché nel mio ultimo album se vai a leggere davvero i testi ci saranno tre canzoni che parlano davvero di sesso. Il vero fil rouge che si sta dipanando nei miei lavori è dunque piuttosto il tema scomodo o la satira di costume».

 

SpiritoGiovane «Io ho ascoltato Sognando Cracovia e, non sono esperto, ma pur essendo pop o groove… hai fatto delle scelte ritmiche poco convenzionali!».

Immanuel Casto «Capisco perfettamente quello che vuoi dire e lo prendo come un complimento! C’è molto lavoro dietro gli arrangiamenti; in realtà siamo un duo, io sono il frontman e Stefano “Keen” Maggiore, che è l’arrangiatore che, come dico sempre io, aiuta a dare un taglio un po’ più etero ai miei brani. Perché io ho molta conoscenza nel pop, dance, anni ’80 e ’70; mentre lui è da groove più moderno, dai Nine Inch Nails, ai Justice, ai classici come i Depeche Mode. Riusciamo a dare dei tagli davvero interessanti a mio parere… anche perché ci sono mie composizioni, come Tropicanal, che non hanno contenuto, sono puri divertissement, operazioni goliardiche, diventerebbero delle gag bidimensionali se non avessero degli arrangiamenti da notare oltre al testo delirante…».

 

Immanuel Casto_DSC_0183 bSpiritoGiovane «Ancora a proposito di Sognando Cracovia… ho letto che hai parlato di melodia catchy e di ispirazione alla Cristina D’Avena. Ma a me ascoltandola è venuto in mente Alan Sorrenti: dammi il tuo amore e non chiedermi niente!».

Immanuel Casto «[ride, ndr] Forse perché ha un taglio più melodico! Il testo è stato scritto in collaborazione con la comica bolognese Clelia Sedda e questo ha probabilmente sottolineato anche il legame con la musica leggera. Un riferimento che c’è sicuramente, hai ragione!».

 

SpiritoGiovane «Sognando Cracovia è anche un feature con Romina Falconi: com’è nata la collaborazione?».

Immanuel Casto «Noi abbiamo un manager in comune e la nostra collaborazione è nata nel 2011 con Crash (in Adult Music) per cui avevo bisogno di una voce femminile; ci siamo conosciuti lì e siamo diventati amici. Il tour in comune è un’idea nata invece durante il periodo sabbatico che mi ero preso a cavallo tra 2013 e 2014 (ero in Australia). È stato un tour con molte date, è andato molto bene; mi sono divertito anche per il tipo di spettacolo che abbiamo dato».

 

SpiritoGiovane «In tutte le interviste si parla anche di “impostazione teatrale” del tour: in che senso? Vogliamo dettagli!».

Immanuel Casto «Certo. Allora, è una questione di approccio. Non vado sul palco con la band e suono; la ban c’è, ma gioco col pubblico, ci sono cambi di costumi… e i pezzi si prestano ad essere raccontati! Io faccio anche dei monologhi sul palco, come Un piccione nel culo; il rapporto col pubblico che si crea è quasi da atmosfera cabaret».

 

SpiritoGiovane «Sapevo di Squillo e l’ho giocato (nerd inside). Ma la collaborazione con l’artista di Jenus?».

Immanuel Casto «Abbiamo realizzato un gioco insieme al creatore di Jenus sul suo fumetto. Abbiamo fatto un gioco ufficiale e quest’anno esce l’espansione Angeli e Demoni. È un gioco divertente, molto rapido da 2 a 5 giocatori, in cui si possono interpretare sia i protagonisti del fumetto, sia antagonisti come Ratzinger o altri personaggi come Claudia Koll. È diverso da Squillo come meccaniche, ad esempio prevede una plancia di gioco; ma è divertente uguale!».

 

SpiritoGiovane «Posso dire che sei un artista emerso più che emergente. Cosa ti ha permesso di emergere? Cosa consiglieresti a chi vuole fare un percorso artistico pungente come il tuo, che non vuole scendere a compromessi?».

Immanuel Casto «Io sono molto scettico verso le persone che offrono un metodo, perché le circostanze in cui una persona si trova sono uniche e contano molto. Posso però parlare della mia esperienza e di cosa ha funzionato per me e metterla in questi termini. Voglio dire: un cantante con grande qualità vocali non vedo perché non possa partecipare ad un reality o un talent show; io però non li apprezzo particolarmente, perché trovo che non ci sia poi spazio per esprimere la propria creatività come autori. E io inevitabilmente simpatizzo per i cantautori o i gruppi, più che per gli interpreti. Proprio per i cantautori, con un suo mondo da dire, è importante che lo esprima; non aspettare di essere scelti da qualcun altro, ma scegliersi da soli. E investire su di sé, perché all’inizio bisogna spendere tantissimo tempo, tantissime energie e all’inizio anche molti soldi per la realizzazione di video e produzioni interessanti. La gente, tieni conto, ha voglia di sentire cose interessanti e, anche se il web ormai è saturo credo; tuttavia vanno ancora personalità che propongono tematiche forti, piuttosto che mainstream dei media più tipici».

 

SpiritoGiovane «Dove possiamo incontrare Immanuel Casto prossimamente?».

Immanuel Casto «Questa domenica 4 ottobre (oggi, n.d.r.) mi troverò al famoso MAI Festival di Faenza dove presentiamo in anteprima Tutti su di me, la biografia che esce verso metà ottobre. Il 24 ottobre inizia invece il tour vero e proprio: Modena, Roma, Napoli, Torino, Vicenza, Milano e Pordenone per la chiusura invernale; riprenderemo poi in primavera».

 

Ringrazio Immanuel e mi lascio salutare. Riascoltandomi nella mente faccio il solito check dell’intervistatore: cosa è andato bene e cosa no. Bene: molti argomenti musicali toccati, siamo andati oltre qualche banalità e ovvietà. Siamo riusciti a non fermarci all’apparenza e superare un poco il perbenismo tipico di un provincialotto come me… Male: potevo fare domande più spinte, me ne rendo conto! Mi vengono in mente ora, a conversazione chiusa, e le scrivo su un foglio. Lo metto poi nel faldone di UAUMag.

Ci costruirò la quarta intervista a Immanuel, quando verrà il tempo. Cambieranno sicuramente le circostanze e forse questo artista evolverà ancora, come ci ha abituati a fare. Lo ritroveremo con nuovi progetti, nuove canzoni, sempre pungenti e satiriche oppure più emotive come per la sua ultima incarnazione.

Cambierà l’artista, certo.

Spero non cambi la sua voce.

spirito giovane

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