Intervista ad Alexander Tripood

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Ricordo al Cartoomix del 2015 di essere passato dozzine di volte nella zona autoprodotti e di aver poggiato gli occhi più volte su Spada un fumetto di Alessandro, in arte Alexander Tripood. Solo il consiglio di un amico mi aveva fatto però tornare sui miei passi, comprarne una copia e farmela autografare – perché coi fumetti spesso sono insicuro su cosa leggere. All’epoca mi sembrò una scoperta interessante, un fumetto che aveva stoffa da vendere e mi aveva fatto ricercare l’autore in rete; il tutto mi è rimasto in mente, come in standby. Oggi, dopo un annetto abbondante, mi rendo conto che ciò che avevo fra le mani era una bomba pronta ad esplodere, perché Spada è stato ripubblicato quest’anno dalla Shockdom.

Ho raggiunto così Alexander per fargli qualche domanda sul suo passato, presente e futuro…

 

Spirito Giovane «Come hai conosciuto l’arte del fumetto?»

Alexander «Col fumetto (e col disegno) ci sono sempre andato a passeggio. Mi ricordo che il primo disegno vero e proprio che ho fatto era all’asilo: un galeone. Ogni cena coi parenti mia madre racconta questa storia, perché non era un cattivo disegno per un bambino piccolo. A partire da lì, ho sempre disegnato. Con mio fratello inventavamo fanzine di cartoni animati, incrociando Megaman con le Tartarughe Ninja. Al liceo, invece, il fumetto arriva come qualcosa che ti chiedono gli amici, sai… il fumetto della classe, per dirne una. Se però penso a qualcosa che davvero mi ha fatto scegliere di provare a diventare un artista del fumetto è stata la lettura (proprio al liceo) di Blacksad, Artic Nation e altre opere franco-belghe».

 

S.G. «Accademia, scuola o… cosa?»

Alexander «Autodidatta. Ero andato ad un open day a Brera, perché del mondo delle accademie sapevo poco; c’erano davvero tante specializzazioni, perfino scenografia teatrale. All’epoca una persona dell’open day ci disse: “se state cercando un lavoro qui, uscite pure”. Questa cosa mi spaventò tanto e optai per giurisprudenza, ma col tempo ho sempre continuato a disegnare e a portarmi dietro questa passione. Ho imparato da solo, dunque».

 

S.G. «Da dove è nato il tuo primo progetto Scarlett Moebius

Alexander «Con Scarlett ho principalmente un rapporto di odio [ride, ndr]. È un po’ figlio dell’urgenza: c’è stato un periodo in cui la mia ragazza mi ha spinto a muovere le chiappe e produrre (io ho molta paura a far vedere i miei lavori; quindi tergiversavo tantissimo per non rischiare), così avevo trovato un concorso e avevo deciso di parteciparvi, ma il termine era a due mesi di distanza (compreso Agosto, per dire). Dovevo sbrigarmi e siccome doveva essere un fumetto di poche pagine, volevo fare una sceneggiatura ciclica che finisse come iniziava (come il Nastro di Moebius, da cui il nome). Ho vinto solo con la prima parte, forse con almeno settanta pagine la storia sarebbe finita come volevo; invece, ho dovuto tagliare varie parti. Magari dopo Spada lo trasformerò in un unico volume… c’è tanto su cui lavorare, ma ho delle idee in merito».

 

S.G. «Dopo Scarlett cosa hai prodotto?»

Alexander «Allora… Spada. Ogni volta cerco di preparare un discorso, ma è un primo volume che è difficile descrivere senza “spoilerare” qualcosa. Ci troviamo in una città futuristica in cui il Medioevo ritorna sotto forma di moda e va a ricoprire tutto ciò che si vede attorno ai personaggi, così abbiamo borghi medievali mescolati ad oggetti futuristici. In questo scenario conosciamo un fattorino che lavora per una futura “Amazon” e che si ritrova coinvolto in una rapina causata da questo personaggio, Spada, che inizialmente viene presentato come un senzatetto. Da lì partono le avventure dei due protagonisti nella città di Anghywir – che è quasi un terzo personaggio».

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S.G. «Anche Spada ha avuto una genesi travagliata?».

Alexander «Premessa: io adoro l’acquerello. Le mie prime pagine ad acquerello furono con Scarlett e lì mi ero reso conto che dovevo migliorare la tecnica… volevo arrivare, utopicamente, a Blacksad (me lo vedevo lì vicino, Blacksad, che mi diceva “no, no, non ci siamo”). Quindi, quasi con supponenza, avrei voluto come successore di Scarlett un fumetto ad acquerello in formato francese cartonato. Parallelamente alla maggiore qualità della tecnica, cercavo una storia originale: volevo avere un atmosfera fantasy, ma con la struttura urbana sci-fi. È arrivato così Spada, del quale producevo almeno una tavola al giorno e… sì, la produzione è stata travagliata anche qui! [ride, ndr] Avevo deciso di portarlo al Cartoomix 2015, che era tre mesi dopo l’annuncio della mia vittoria al concorso: ero nella stessa situazione di prima! Tuttavia, è stato un periodo che mi è piaciuto molto per via del fatto che potevo toccare con mano un prodotto finito e perché sentivo proprio che stavo producendo qualcosa»

 

S.G. «L’essere stato “autoprodotto” aiuta o complica le fiere?»

Alexander «La prima fiera che ho fatto è stata proprio il Cartoomix in cui ci siamo conosciuti. Sono arrivato ed ero contento già solo di esserci. Presenziare come autore e non come cliente è un impatto forte, ma il mondo di artisti che scoprii all’epoca mi trasmetteva sensazioni forti. Il primo cliente, il primo fan, il primo gruppo che si ferma… sono tutte cose che ti segnano. L’organizzazione e la burocrazia, anche da autoprodotto, è tanta. Impari come con un cerotto strappato di netto: è lo scontro che ti forma. Io ero fortunatamente circondato da altre persone che mi hanno aiutato: la mia ragazza Laura e mio fratello. Ti senti parte di qualcosa, di un gruppo e anche questo ti fornisce soddisfazione. Incontri un sacco di persone fantastiche che sono sulla tua stessa tua barca e ti esalta: scambi, idee, sensazioni, aneddoti… certo, purtroppo ti ritrovi anche con persone che si fanno sopraffare dalla situazione e magari più dai problemi che dai piccoli successi che hanno!».

 

S.G. «Ora sei entrato a far parte invece di una casa editrice italiana, com’è stato il salto?»

Alexander «Esatto, da quest’anno a febbraio sono entrato a far parte della scuderia di Shockdom, per la quale è uscito già il primo volume di Spada, che racchiude il capitolo uscito precedentemente come autoprodotto, ma in aggiunta possiede una nuova parte inedita per un totale di 160 pagine. Il lancio di Spada è avvenuto a Cartoomix 2016, un anno dopo la mia autoproduzione e alla stessa fiera. A Cartoomix 2015 a quanto pare il mio volume era circolato allo stand Shockdom e mi sono ritrovato Lucio Staiano proprio al mio stand. Siamo rimasto molto sorpresi di questo incontro e, dopo aver ripreso i contatti con lui, abbiamo concordato la ripubblicazione: c’è stata completa disponibilità, anche nella tipologia del formato, si è messo in moto per accontentare anche le richieste dei colori e della carta… sono molto soddisfatto, hanno la loro linea editoriale ma si sono dimostrati disponibili per venire incontro a quelle che erano le esigenze del fumetto».

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S.G. «Progetti futuri?»

Alexander «Ci sono dei progetti in cantiere, ed entrambi sono diversi da Spada ma parimenti ambiziosi. Diciamo che personalmente per uno dei progetti posso dire che è un metodo di narrazione particolare, per formato ma anche per concetto; un’opera di fusione e connubbio – e mi fermo qui. L’altro parte da una sceneggiatura molto forte sul quale ho innestato uno studio di colore; guarda, ho proprio le tavole qui sotto mano e non vedo l’ora che sia finito»

 

S.G. «Prossimi eventi?»

Alexander «Alle prossime fiere mi troverete allo stand Shockdom così come Cartoomix 2016 e le altre fiere che ho fatto quest’anno. Ogni conferma arriverà tramite la mia pagina di Facebook e ovviamente dai loro siti d’informazione!».

 

Saluto Alexander e la sua ragazza, che è subentrata ogni tanto come voce fuoricampo per aggiungere dettagli. L’intervista mi ha confermato un autore che ha intrapreso una carriera talentuosa, soprattutto se si pensa che da un anno all’altro è passato dall’autoproduzione ad una delle più floride e importanti case editrici italiane di fumetti.

Spero che il futuro gli sorrida, ma sicuramente è roseo il suo presente e può anche essere un esempio per altri disegnatori autoprodotti. La sua storia sfata il pregiudizio per cui un autoprodotto debba avere una pessima qualità: sono contento di aver conosciuto un autore che ha sfatato questo mito!

Spirito Giovane

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Shockdom: www.shockdom-store.com

Sito personale: www.alexandertripood.com

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