Pavia, Festa del Ticino 2016

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9 – 10 – 11 settembre 2016

Musica, arte visiva, incontri culturali e passioni tra le più svariate. La Festa del Ticino 2016 si preannuncia ricca di appuntamenti interessanti, che allieteranno il pubblico per un week end di fine estate: da venerdì 9 a domenica 11 settembre 2016.

Per la Festa del Ticino abbiamo cercato di elaborare un programma davvero ricco ed eterogeneo, che unisce appuntamenti musicali a nuove iniziative culturali. Si comincia venerdì 9 settembre con l’inaugurazione, nella Sala Mostre del Castello Visconteo, dell’esposizione dedicata al Novecento nelle collezioni dei Musei Civici: potremo ammirare opere frutto di donazioni, legati testamentari e recenti acquisizioni in un percorso dedicato. In serata il programma musicale sarà aperto da Paolo Jannacci, che sarà accompagnato sul palco allestito in Piazza della Vittoria dai musicisti del padre Enzo, che penso emozionerà. Sabato 10 settembre, in occasione della Notte Bianca, abbiamo scelto di diffondere musica per il centro della città. In Piazza della Vittoria abbiamo puntato sull’energia dei Divina e sulla loro proposta da sempre apprezzata in città e fuori, che si esibiranno nella prima parte della serata. Per la notte abbiamo invece un ospite davvero speciale: Boosta, celebre tastierista e cofondatore dei Subsonica, farà ballare il pubblico dall’alto, attraverso un vertical stage, un insolito palcoscenico verticale. Per la prima volta a Pavia, il dj set di Boosta avrà come postazione il bellissimo e suggestivo loggiato del Broletto. Un grande artista e un contesto del tutto nuovo per chiudere al meglio la serata più amata dei pavesi. Anche quest’anno, poi, apriremo le nostre Piazze cercando di valorizzare il contributo di realtà ed associazioni cittadine (come il concerto del celebre cantante rap Piotta, protagonista in Piazza del Carmine), e collaborando alla realizzazione di altri eventi ancora (come la mostra foto-documentaria “La nosa bèla lavandera”, per onorare il 35° anno del monumento alla lavandaia), per quella che sarà una grande festa a Pavia. Domenica 11, infine, oltre al tradizionale spettacolo pirotecnico, inaugureremo nello Spazio per le Arti Contemporanee del Broletto la mostra intitolata “Si va per cominciare”. Intendiamo celebrare e ripercorrere in maniera documentaria l’importante e omonima rassegna di respiro internazionale dedicata alle arti espressive, che aveva visto Pavia, nel corso degli anni Settanta-Ottanta, vivere un grande fioritura culturale. Con questo vogliamo esprimere a Pavia la dimensione di una città che guarda al futuro, senza dimenticarsi di guardare alla sua storia come fonte di ispirazione, dichiara Giacomo Galazzo, Assessore alla Cultura del Comune di Pavia.

 

VENERDÍ 9 SETTEMBRE 

 

ORE 18– SALA MOSTRE – CASTELLO VISCONTEO

Il Novecento nelle collezioni dei Musei Civici. 

900 uaumag paviaAlle ore 18, nella Sala Mostre del Castello Visconteo inaugura Il Novecento nelle collezioni dei Musei Civici, la mostra – aperta fino al 27 novembre – che intende valorizzare le ricche collezioni dei Musei di Pavia attraverso una settantina di opere normalmente non incluse nel comune percorso espositivo, ma conservate nei depositi, in quella che si dice anche reserve di un museo, da cui attingere per occasioni speciali. Si tratta di opere – soprattutto dipinti, ma anche incisioni – comprese tra i primi decenni del Novecento e i giorni nostri, frutto di donazioni, legati testamentari e recenti acquisizioni, che in attesa di trovare una collocazione definitiva nello sviluppo dell’esposizione delle collezioni dei Musei, vengono così valorizzate nel percorso della mostra. Un’occasione per approfondirne lo studio e consentirne quindi la conoscenza anche ad un pubblico più vasto di quello degli studiosi.

Se il “Nudo trasversale” di Renato Guttuso rappresenta la punta di diamante della collezione novecentesca dei Musei Civici, le altre opere non sono comunque di minore intensità. Un ampio gruppo punta l’attenzione sulle migliori espressioni artistiche del territorio, con pittori legati alla prestigiosa Accademia pavese, la Civica Scuola di Pittura, fondata grazie al generoso legato del filosofo, poligrafo e critico d’arte Defendente Sacchi. Tra coloro che hanno animato il contesto culturale e artistico della città compare Giorgio Kienerk (Firenze 1869 – Fauglia 1948), pittore, scultore, grafico e illustratore postmacchiaolo, allievo di Adriano Cecioni e Telemaco Signorini, che per ben 30 anni (dal 1905 al 1934) ha diretto la Civica Scuola di Pittura di Pavia e del quale le raccolte d’arte pavesi conservano numerose opere – tra paesaggi e ritratti –. Kienerk ha formato molti artisti, e la maggior parte dei suoi allievi sono ora presenti nel percorso espositivo: Erminio Rossi, Antonio Oberto, Romeo Borgognoni, Primo Carena, Oreste Albertini, Giovanna Nascimbene Tallone, Alfredo Beolchini, Mario Acerbi, figlio del più noto Ezechiele, nonché pronipote di Pasquale Massacra, e Antonio Villa, vincitore del Premio Frank nel 1904.

Tra i vincitori del Premio Frank – indetto dalla Civica Scuola di Pittura di Pavia, che ogni quattro anni, alla conclusione del ciclo di studi, sanciva l’alunno più promettente e artisticamente completo e maturo – ci sono Annibale Ticinese (nel 1907, con “Idillio”, ora esposto in mostra), Gino Testa (nel 1925), il pittore milanese Cesare Breveglieri (nel 1936 con “La madre prolifica”, ora in mostra), e Contardo Barbieri (nel 1936), pittore bronese, un diploma all’Accademia di Brera, di cui fu anche Direttore (venne nominato nel 1931), e poi personali in gallerie e spazi pubblici, e innumerevoli partecipazioni alla Biennale di Venezia, alla Triennale di Milano e alla Quadriennale romana.

Anche il pittore bergamasco Severino Bellotti (Bergamo 1900 – Milano 1964), presente in mostra con “Ritratto femminile”, e conosciuto a livello nazionale, fu Direttore per due anni dell’Accademia Carrara di Belle Arti di Bergamo, e profondo conoscitore e critico d’arte delle opere di Pellizza da Volpedo.

Tra le artiste spiccano le opere di Lina Sannazzaro (1878-1960), pittrice, moglie dello scultore Alfonso Marabelli, un amore incondizionato per i soggetti femminili, che ritrae con un simbolismo sensuale e talvolta morboso. Le sue donne sono forti, sicure, coi piedi ben saldi a terra, delle valchirie ritratte per lo più senza veli, che non si vergognano a coprire le proprie forme e a mostrare tutta la corporeità.

Tra gli artisti pavesi più contemporanei sono da segnalare le opere di Sandro Riboni (Pavia 1921-1986), personaggio eclettico e intellettualmente libero, in pratica autodidatta. Si è confrontato con i grandi maestri delle Avanguardie storiche (Picasso, Matisse, Mirò, Leger, Fontana, Licini), ha sperimentato tecniche e materiali diversi (la ceramica, l’olio, l’enacusto, l’incisione, la scultura) e ha persino girato mezza Europa in bicicletta (Parigi, Granada, la Costa Azzurra). E i dipinti di Francesco Saltara (Pavia 1930- 2010), esponente della pittura esistenzialista dagli anni Cinquanta agli anni Settanta del Novecento. Saltara si è imposto all’attenzione del pubblico nel 1959 quando partecipò al premio Bottigella Città di Pavia, mostra nazionale di pittura figurativa, dove la sua tela “Anguria” (presente nelle collezioni museali e ora in mostra) si aggiudicò il primo premio.

Tra i premi Bottigella Città di Pavia, donati alle collezioni museali dall’Associazione Commercianti, si trova il dipinto “Ritratto di donna in rosso”, del celebre pittore Fancesco Menzio (Tempio Pausania, Sassari 1899 – Torino, 1979), la cui formazione artistica si attua nell’ambiente torinese, grazie alla frequenza all’Accademia Albertina e all’influsso di Felice Casorati. Dopo l’esposizione alla galleria Pesaro di Milano (“Venti artisti italiani”) e un lungo soggiorno parigino (dove studia principalmente Matisse e i Fauves), Menzio nel 1929 aderisce al “Gruppo dei Sei”, di cui condivide il rifiuto per lo stile novecentista e l’apertura culturale verso le più vive esperienze europee. Con “Ritratto di donna in rosso” l’artista si aggiudica nel 1959 il primo premio al concorso Bottigella Città di Pavia, ex aequo con “Figura d’uomo”, di Cristoforo De Amicis (Alessandria 1902 – Milano 1987), anch’esso presente in mostra e nelle collezioni museali. De Amicis, come Menzio, si forma  all’Accademia Albertina di Torino, e poi in quella milanese di Brera, presso cui nel 1924, si aggiudica il pensionato Hayez. I suoi paesaggi plasticamente costruiti ed intonati ad una cromia terrosa gli valgono il consenso del gruppo di Margherita Sarfatti, e nel 1929 sarà invitato all’esposizione milanese. La produzione successiva, presentata a numerose esposizioni su tutto il territorio nazionale, mostra un interesse sempre crescente per la figura umana, con richiami evidenti ad artisti francesi come Cézanne e Modigliani.

Tra gli artisti noti a livello nazionale e internazionale, troviamo poi: Roberto Aloi (Palermo 1897, Bergamo 1981), molto conosciuto nell’ambiente milanese: nel 1931 allestisce alla galleria Pesaro di Milano un’importante personale; il triestino Pietro Fragiacomo (Trieste 1856 – Venezia 1922), che trae profitto per la sua formazione artistica dall’intensa frequentazione di Giacomo Favretto e di Ettore Tito; il veneziano Eugenio Bonivento (Chioggia 1880 – Milano 1956), allievo di Guglielmo Ciardi all’Accademia di Venezia, una partecipazione all’Esposizione Internazionale di Bruxelles, a numerose edizioni della Biennale di Venezia e della Quadriennale romana. È veneziano anche Beppe Ciardi, figlio del Guglielmo Ciardi che formò, tra gli altri, Bonivento, e che ottenne numerosi riconoscimenti in Italia e all’estero.  E poi ancora, i bergamaschi Attilio Steffanoni e Ermenegildo Agazzi (medaglia d’oro nel 1900 e nel 1935 all’Esposizione di Parigi e presente a tutte le Biennali veneziane dal 1899 al 1928), i milanesi Leonardo Spreafico, Giuseppe Palanti e Gigi Comolli, formatosi a Brera e poi presente in numerose rassegne nazionali, come la Biennale veneziana, e la Quadriennale di Roma e di Torino.  E i pavesi Alessandro Gallotti, Enzo Zanotti, Adolfo Mognaschi e Mario De Paoli.

Di grande interesse, tra gli artisti più contemporanei noti a livello nazionale e internazionale, sono le terrecotte policrome di Ernesto Ornati (Vigevano, classe 1932), artista noto e apprezzato nel panorama dell’arte contemporanea, anche internazionale. Nel 2013 Ornati ha donato ai Musei Civici la collezione di 31 ritratti (tutte terrecotte policrome, eccetto due bronzi) di personaggi della cultura e dell’arte del secolo scorso, già presentata alla Fondazione Stelline di Milano (nel 2002) e al Museo Archeologico di Potenza (nel 2004). Insieme ai dipinti che Dario Fo ha donato in occasione della mostra dedicata a La Battaglia di Pavia.

Una sezione della mostra è dedicata alle opere prodotte dalle tre giovani artiste Iris Dittler, Teresa Cinque e Isabella Mara, durante il loro soggiorno alla “Residenza d’artista”, organizzata dal 2014 dall’ Associazione “Ar.Vi.Ma. Arti Visive Marabelli. Scuola Civica di Pittura di Pavia. Le tre opere (donate alla Civica Scuola, e allestite insieme ai bozzetti preparatori, per mostrare lo sviluppo dell’opera) risultano particolarmente significative dello speciale rapporto che ciascuna delle artiste residenti ha individualmente instaurato con la città di Pavia, la sua storia, la sua cultura, la sua dimensione emotiva. “Abita sotto la lingua”, dell’austriaca Iris Dittler, mette in scena un dialogo evocativo tra contemporaneità e storia di Pavia, quale la relazione suggestiva con il nostro Romanico. “Bosco di dentro”, di Teresa Cinque, cattura le atmosfere sospese, plasmate dall’artista, che si è ispirata al paesaggio naturale extra moenia. “L’estate di Albert”, di Isabella Mara, propone una restituzione poetica dell’esperienza pavese di Albert Einstein. La permanenza delle artiste ospiti è stata documentata da due film brevi, diretti dalla regista Silvia Migliorati, che si offrono come ulteriori racconti delle singole esperienze artistiche in comunione con i luoghi, le persone, gli artisti locali della città.

 

ORE 21.30 – PIAZZA DELLA VITTORIA

PAOLO JANNACCI

paolo jannacci

Sale sul palco allestito in Piazza della Vittoria, Paolo Jannacci, musicista, compositore, arrangiatore, e figlio d’arte. A Pavia si presenta insieme ai musicisti del padre Enzo, scomparso nel 2013, e a lui dedica la serata con “In concerto con Enzo”, intonando le sue canzoni. Jazzista virtuoso ed eclettico, Paolo Jannacci suona il pianoforte, la fisarmonica e il basso. Classe 1972, Janacci ha collaborato e suonato con importanti musicisti e attori della scena teatrale italiana tra cui Dario Fo, il padre Enzo (che ha anche diretto a Sanremo nel 1994 e nel 1998), Giorgio Gaber, Paolo Rossi, Roberto Vecchioni, Pacifico, Massimo Ranieri, Ornella Vanoni e molti altri.

 

SABATO 10 SETTEMBRE 

ORE 20- 2 – SEDI VARIE

NOTTE BIANCA

Si possono trovare “segni di Notte bianca” sparsi un po’ in tutta la città, come il Mercato europeo allestito in viale XI Febbraio a partire da giovedì 8 e fino a domenica 11 settembre, e la Musica nelle piazze di Pavia, come il concerto del celebre cantante rap Piotta, protagonista in Piazza del Carmine (accompagnato anche da band locali), e gli eventi organizzati dal Comitato Meistoinburgh, che animano il Borgo Ticino. Aldilà del Ponte Vecchio infatti, gli appuntamenti sono vari e numerosi, a cominciare da giovedì 8 settembre, con l’inaugurazione (alle ore 21) della mostra di foto e video Il Ticino e la sua gente e la musica di Silvio Negroni (Fiö dla nebia). Mentre domenica 11 (alle ore 20), per onorare il 35° anno del monumento alla lavandaia, si apre La nosa bèla lavandera, mostra foto-documentaria con immagini inedite delle lavandaie ed esposizione di materiale storico originale dell’epoca.

Ma il cuore pulsante della Notte bianca pavese si disloca in Piazza della Vittoria.

 

PROGRAMMA CONCERTI

Piazza della Vittoria – DIVINA (ore 22.00)

divina

Se c’è qualcosa di certo nella musica dance, è stata la febbre che negli anni ’70 ha contagiato tutte le discoteche del mondo: quello che una super live-show band come i Divina riescono a fare è proprio ricreare quell’atmosfera e quelle sensazioni, dove la musica è l’elemento centrale di un set e non solo una fredda colonna sonora.

I Divina portano sul palco uno spettacolo coinvolgente, adrenalinico, in cui le coreografie e i costumi fanno da contorno a una elettrizzante scaletta di incredibili hit.

La loro storia nasce nel 1997, anno in cui il membro fondatore, “Doc”, riunisce un gruppo di amici per condividere la passione per la musica, e in particolare per le hit seventeen, in cui pallettes, lustrini e discomusic erano incontrastate icone.

Con l’avvento del nuovo millennio, nascono le prime sceneggiature da palco, le prime idee dei costumi scenici e prende forma una scaletta che si orienta anche verso la gloriosa stagione musicale degli anni ‘80, clamorosamente tornati alla ribalta, dove i sogni da ragazzi e la voglia di disco erano riportate in film come: Fame, Flashdance, The Blues Brothers, Footloose, Dirty Dancing. Sull’onda dell’antesignana “Febbre del sabato sera” e di “Grease”, nasce quindi un medley musicale che è una sorta di viaggio attraverso il mondo del musical-movie.

Colorate e luminose coreografie, costumi da Policeman sulla falsariga dei Village People, da indiano o da egizio, che richiamano la ghepardata Grace Jones o le mitiche avventure di Bo e Luke, parrucche, zeppe, lustrini e boa danno vita a uno spettacolo dove la musica non lascia respiro, gli occhi non riescono a staccarsi dal palco e la voglia di cantare si fa irrefrenabile. Non potrebbe essere altrimenti vista la grinta delle tre bellissime singers, le acrobazie dei ballerini e la verve dei musicisti.

 

Piazza della Vittoria – loggiato del Broletto – BOOSTA DJ-SET (dopo le ore 24)

boosta_profiloDavide Dileo aka Boosta (Torino, classe 1974) è un artista poliedrico e versatile. Di professione infatti è musicista, dj, compositore, ma anche scrittore, editore, conduttore televisivo, produttore e persino pilota.

Dal 1996 è il tastierista e co-fondatore dei Subsonica, con all’attivo sette album di studio (tre dischi di platino, 500.000 copie vendute), tre cd live ed un’interminabile carriera live.

L’universo musicale di Boosta è sempre stato costellato da numerosi progetti. Nella sua carriera ha collaborato con numerosi artisti italiani (Vasco Rossi, Morgan, Cristina Donà, Litfiba, Linea 77, Enrico Ruggeri…) e internazionali (Placebo, Beastie Boys, Client, Depeche Mode, Skin, Jackson’s Five…). Alcuni suoi progetti artistici hanno avuto ottimi riconoscimenti ricordiamo ad esempio il remix inserito in un volume di Paris Dernière, la celebre selezione “french touch” delle cover più cool realizzate nel mondo (“Fly me to the Moon” di Frank Sinatra) o il progetto Sugar, DISCOverITALY. La carriera da DJ lo vede di continuo dietro la consolle dei migliori club quasi ogni weekend dell’anno: da Ibiza a Zurigo passando per le più importanti situazioni elettroniche d’Italia. Ha pubblicato 12” per Ultra Records, Mantra Vibes, Ocean Dark, Toast Hawaii, Mute fino ai progetti in divenire per Stereo7 e altri.

Come autore e compositore ha scritto per: Mina (“Non ti voglio più” album “Facile”, 2009 e “La clessidra” album “Caramella”, 2010), Malika Ayane (il brano “Shine” Album “Ricreazione”, 2012), Skin (il brano “The Last Icon” 2012), Tricarico (“io Esisto” campagna Telethon, 2012), Litfiba (“l’immortale” per 20thFox, 2014). Ha curato la colonna sonora di “Ho Visto Cose”, documentario torinese di Chiara Pacilli (2012), e la serie tv “1992” prodotta da Sky e Wildside in programmazione su SkyCinema (2015).

Davide ha esordito come scrittore nel 2003, con una raccolta di racconti brevi “Dianablu” seguito dal serratissimo romanzo “Un’ora e mezza”. Nel 2011 esce per Einaudi “Un Buon Posto Per Morire”, scritto a quattro mani con Tullio Avoledo (Premio Salgari come miglior romanzo d’avventura del 2012). Dello stesso anno è la pubblicazione di “Toc Toc – Storie di bambini, magie e capricci” (per Giunti), il suo primo libro per bambini. Alcuni suoi racconti si tramutano in fumetto “Highway to hell” molto apprezzato dalla critica di settore (Panini Comics, 2014). L’attività di scrittura lo porta anche alla sceneggiatura e regia del documentario “Surfin’ Torino”, in collaborazione con la regista Chiara Pacilli (Rai Cinema). Dal 2010 è anche editore: d’intesa con Michele Dalai e Andrea Agnelli dà vita a ADD, casa editrice votata eminentemente alla pubblicazione di saggistica contemporanea con pubblicazioni di altissimo profilo.

In radio: nel 2009 va in onda su m2o “L’Alfabeto degli assassini”. Storie verosimili di crimini realmente avvenuti, narrate da Boosta tra rock ed elettronica. Nel 2010 insieme a Benedetta Mazzini conduce il programma “Coppia Aperta” in onda sabato e domenica (Rai Radio 2). Come produttore ha curato i progetti artistici di giovani scommesse della musica italiana: Jessica Brando per EMI (2012) Erica Mou per Sugar (2013). Da gennaio 2015 gestisce un suo personalissimo studio di produzione a Torino (Studio 52).

In televisione nel 2009 Boosta è alla guida della nuova stagione di “25a Ora Il Cinema Espanso”, il programma di culto per gli amanti del cinema, su La7. Nel 2013 su SKY ARTE HD, gli viene affidato un programma quotidiano dal titolo “Boo(k)sta: Libri in musica”, in onda per tutto il 2013. Nel 2014 è al timone del programma televisivo Jack on Tour (Deejay TV).

Gli piace volare, è pilota privato, e sta studiando per il conseguimento del brevetto come pilota di linea.

 

DOMENICA 11 SETTEMBRE  

ORE 9-23 – SEDI VARIE

GRAN FINALE

Durante tutta la giornata, dalle 9 alle 23, sul Lungoticino Sforza e Visconti, ci sono gli stand delle diverse Associazioni sportive, che si propongono al pubblico, e si svolge il Gran Mercato delle bancarelle, organizzato da ASCOM. La serata si conclude (dalle ore 22) con il tanto atteso e ormai consueto spettacolo pirotecnico.

 

ORE 18.30 – SPAZIO PER LE ARTI CONTEMPORANEE DEL BROLETTO

SI VA PER COMINCIARE 

Alle ore 18.30, nello Spazio per le Arti Contemporanee del Broletto, inaugura Si va per cominciare, la mostra documentaria che ripercorre, attraverso immagini, locandine, programmi di sala, articoli di giornale, rassegne stampa e documenti di diverso genere, l’omonima manifestazione di respiro internazionale protagonista a Pavia e provincia tra gli anni Settanta e Ottanta, dedicata alla musica, al teatro, alla danza, al cinema, allo spettacolo e a ogni forma di arte espressiva. Conosciuta anche come Settembre culturale, la rassegna – organizzata dall’Amministrazione Provinciale di Pavia insieme al Comune di Pavia – aveva visto in quegli anni la città e il suo territorio vivere una vera e propria età dell’oro culturale, anticipando così quello che poi (con altri mezzi) avrebbe fatto l’assessore Renato Nicolini a Roma con l’Estate Romana.

Grazie a un lavoro di recupero e archiviazione dei diversi materiali – che altrimenti sarebbero andati perduti nel corso degli anni –, la mostra, che rimane aperta fino al 2 ottobre 2016, si presenta come un ricordo della memoria documentaria e della salvaguardia dei documenti. Diventa una narrazione, dal forte sapore documentaristico, di quel formidabile periodo in cui, grazie a quel grande contenitore stagionale in cui si riversava il meglio della cultura, Pavia e la sua provincia si trasformarono in un enorme palcoscenico che offriva costantemente spettacoli con ospiti da tutto il mondo.

Comun denominatore di Si va per cominciare era la contaminazione tra pratiche di cultura alta e bassa – si accoppiavano tra loro musica classica e pop, balletto, teatro di strada, film d’autore e film popolari –, con l’intento di mischiare pubblici diversi, in controtendenza con una storica abitudine italiana di forte accentramento della cultura e di divisione classista dell’accesso al sapere, di tradizionale appannaggio delle élite. Erano gli anni ’70. Agli spettacoli partecipava una varietà di platee di diversa estrazione sociale, dagli intellettuali agli studenti, alle masse popolari. Erano momenti di aggregazione e condivisione, oltre che di esperienze estetiche, e al pubblico spettava il compito di divenire interprete di una nuova modalità di utilizzo della cultura.

Tra gli eventi presentati a Si va per cominciare, bisogna ricordare le mostre “Divi & divine” (nel 1979), curata da Davide Turconi, figura storica della critica cinematografica italiana, che aveva come soggetti attori, attrici e star del cinema internazionale, e che fu successivamente allestita (nel 1981) a Palazzo dell’Arte a Milano; “Bianconero, rosso e verde”, dedicata a ottant’anni di cinema italiano (dal 1910 al1980) e ospitata prima al Festival di Cannes nel 1983, e poi (nell’autunno del 1983) a San Paolo del Brasile ; “Un bel dì vedemmo”, omaggio all’opera lirica. Anche il celebre regista e attore Jacques Tati venne a Pavia in occasione della rassegna, per presentare il suo ultimo film (in veste di regista) “Il circo di Tati” (1974), in anteprima al Teatro Fraschini. E come dimenticare quando Abbado suonò per gli operai della Necchi. Era il 20 novembre 1974 e la bacchetta di Claudio Abbado – allora giovane maestro milanese – si alzò nella mensa della Necchi davanti ai musicisti della Scala, suonando per gli operai la musica di Beethoven e di Mahler.

Il cinema era protagonista di Si va per cominciare con interessanti rassegne come “Cosa diresti se ti dicessi che ti amo” (a cavallo tra il 1981 e il 1982), dedicata al cinema e all’omosessualità.

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